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Milano 1959; su S.: H. X. Kamp, A critical biography of Seneca, Chicago 1931; C.
Marchesi, Seneca, Messina 1944; I. Lana, Seneca, Torino 1955; L. Campese, Seneca
e l’epicureismo, Benevento 1960.
SENÒCRATE, in gr. Xenokrátēs, filosofo greco (Calcedonia 400 a.C. circa - † 314).
Fu scolaro di Platone e suo compagno in uno dei viaggi in Sicilia. Succedette al
primo scolarca Speusippo nella direzione dell’Accademia (339). Delle sue sessanta
opere, ventinove delle quali erano dedicate alla morale, restano solo scarsi
frammenti. Da essi e dalle testimonianze emergono alcuni tratti caratteristici del
pensiero di Senocrate, e cioè l’interpretazione pitagorizzante della filosofia di
Platone, del resto comune a tutta la prima generazione degli accademici, e
l’inclinazione razionalistica e sistematica, la quale ultima convive tuttavia con
atteggiamenti mistici e con l’interesse per la teologia astrale e la demonologia. È del
resto difficile districare nell’analisi delle testimonianze gli elementi dottrinari propri
di Senocrate dalle integrazioni dei neoplatonici del I e II sec. d.C.
SENÒFANE, in gr. Xenophánēs, poeta e filosofo greco, nato a Colofone e vissuto
verosimilmente fra la seconda metà del VI sec. a.C. e I primi tre decenni del V
(tuttavia studi recenti propongono con buone ragioni datazioni alquanto più tarde). Si
sa che fuggì da Colofone (nel 545 o nel 540) a causa dell’invasione dei Persiani e
che viaggiò molto, soggiornando a Zancle, a Catania, a Lipari, a Malta, a Paro, a
Siracusa e a Elea, dove sembra che abbia conosciuto Parmenide. Secondo la
medesima tradizione egli avrebbe fatto durante questi viaggi il rapsodo, cantando
però i propri versi e non i poemi omerici, com’era l’uso. Dei due poemi ricordati
nelle testimonianze, La fondazione di Colofone e La colonizzazione di Elea, non è
pervenuto nulla. Resta invece qualche frammento delle Elegie e dei Süli,
componimenti questi ultimi dedicati alla critica della mitologia e della teologia
antropomorfica di Omero e di Esiodo. Di un suo poema Sulla natura si conosce solo
il titolo, peraltro convenzionale. La collocazione tradizionale di Senofane alle soglie
della scuola eleatica, come suo preannunciatore e precursore, non trova consenzienti
tutti gli interpreti: per alcuni egli sarebbe anzi il divulgatore e il propagandista delle
dottrine di Parmenide. Quello che si ricava con certezza dai frammenti rimasto e: 1.
la denuncia della grossolana ingenuità dell’antropomorfismo religioso; 2.
l’affermazione vigorosa dei caratteri che convengono alla divinità secondo le
esigenze del logos (ragione), cioè l’essere unica, ingenerata, autosufficiente, capace
di mandare tutto a compimento con la sola forza del pensiero; 3. la fiducia nell’uomo
come autonomo indagatore della verità (dice il framm. 18: « Gli dei non rivelarono
tutto ai mortali fin dagli inizi, ma i mortali trovarono cercando nel corso del tempo
ciò che è migliore »).
Bibliogr.: Senofane. Testimonianze e frammenti, a cura di M. Untersteiner, Firenze
1956; Senofane di Colofone e Ione di Chio, a cura di A. Farina, Napoli 1961; su S.:
C. Corbato, Studi senofanei, « Annali triestini », 1952; A. Lumpe, Die Philosophie
des Xenophanes von Kolophon, Monaco 1952.
SENOFONTE, in gr. Xenophôn, storico e poligrafo ateniese (Erchia, Atene, 430 circa