Page 763 - Dizionario di Filosofia
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sémanalyse, Parigi 1970; L. Prieto, Elementi di semiologia. Messaggi e segnali,
Bari 1971; U. Eco, Trattato di semiotica generale, Milano 1975.
SÈNECA (Lucio Anneo) il Filosofo, scrittore e filosofo latino (Cordova 5-4 a.C. -
Roma 65 d C.). Ricevette in Roma, per volontà del padre, Seneca il Retore, e
insieme con i fratelli Novato e Mela, un’accurata educazione, sotto la guida del
neopitagorico Sozione e degli stoici Papirio e Attalo, rimanendo fortemente attratto
dai loro austeri ideali di vita. Intraprese la carriera forense e iniziò con la questura il
cursus honorum. I successi oratori gli procacciarono fama e ammirazione nel gran
mondo della capitale, ma furono altresì causa delle prime disgrazie. Nel 41 d.C.,
coinvolto in un’accusa di adulterio contro Giulia Livilla, venne relegato da Claudio
in Corsica. Il forzato distacco dalla società romana gli pesò tanto che si abbassò a
meschine adulazioni per ottenere il ritorno. Ma soltanto dopo otto anni (49 d.C.) poté
rientrare in Roma, quando Agrippina, la nuova moglie di Claudio, lo fece richiamare
per affidargli l’educazione del figlio Domizio (Nerone). Quando Nerone divenne
imperatore (54 d.C.), gli rimase accanto in qualità di consigliere: la crescente
pretesa di Agrippina di intervenire nella direzione del governo e il risentimento del
figlio crearono una situazione insostenibile, che si risolse nel matricidio. Seneca vi
ebbe la sua parte, anche se non si sa quale. Ciò nonostante la sua posizione presso
Nerone si indebolì sempre più, ed egli si trasse in disparte, dedicandosi alla
speculazione filosofica.
Accusato di aver partecipato alla congiura capeggiata da Calpurnio Pisone, si tolse
la vita con l’eroica serenità dello stoico (65 d.C.). Della sua molteplice attività
letteraria, svolta nei generi più disparati, ci è giunta, pressoché completa, la
produzione di contenuto filosoficomorale, insieme con quella drammatica (9
tragedie). La produzioné filosofica comprende: a) Dialogorum libri (Dialoghi*)
contenenti sette trattati, e tre Consolazioni, l’una a Marcia, l’altra al liberto Polibio
e l’ultima alla madre Elvia (v. CONSOLATIO); b) due trattati staccati dai precedenti,
l’uno sulla clemenza (De dementia*), l’altro sulla natura del beneficare (De
beneficiis*); c) Lettere a Lucilio* (Ad Lucilium epistolarum moralium libri); d)
Problemi della natura in sette libri (Naturalium Quaestionum L. VII). Complessa e
discussa, la personalità di Seneca è certamente una delle più vive, più interessanti e
più vicine allo spirito moderno: nella concreta esplicazione di una spiritualità fino
allora sconosciuta fissò i nuovi rapporti dell’uomo con se stesso, con il prossimo,
con Dio e affrontò il coraggioso tentativo di inserire nel reggimento dello Stato i
principi di un’etica superiore. Non fu un filosofo sistematico e di logica e di
metafisica si occupò poco, ma portò la filosofia nella realtà della vita e, accogliendo
nello stoicismo voci di altre dottrine, mirò a fornire agli uomini la spiegazione dei
loro mali e i rimedi confacenti, ponendo nell’acquisto della virtù lo scopo del sapere
e il mezzo per conseguire la felicità vera, pari a quella divina.
Bibliogr.: Dialoghi, a cura di N. Sacerdoti, vol. I, Milano 1968; L’ira, La
consolazione, Dei benefici, a cura di A. Valli, Milano 1928; La tranquillità
dell’anima e La brevità della vita, a cura di L. Castiglioni, Torino 1930; Dialoghi
morali, a cura di A. Mattioli, Milano 1958; Epistole a Lucilio, a cura di E. Levi,