Page 773 - Dizionario di Filosofia
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•  In  psicoanalisi  forma  arcaica  di  pensiero  e  di  linguaggio,  coincidente  con  una

          forma  di  pensiero  prelogico.  Esso  è  caratteristico  dell’inconscio  e  del  linguaggio
          onirico  in  cui  svolge  un’azione  di  censura,  lasciando  pervenire  alla  coscienza  il
          simbolo  invece  dell’oggetto  o  della  situazione  simboleggiati.  Pertanto,  non
          mostrando, almeno di primo acchito, il vero significato dei simboli, il simbolismo ha
          un significato protettivo.

          SIMBOLIZZAZIONE. Nella logica, espressione di una ragionamento mediante l’uso di
          simboli o segni.
          SIMMEL (Georg), filosofo e sociologo tedesco (Berlino 1858 -  Strasburgo 1918).
          Sviluppò in modo originale i motivi kantiani fatti propri dalla « filosofia dei valori
          », affrontando criticamente il problema della storia e delle scienze dello spirito in

          generale.  La  costante  del  suo  pensiero,  aperto  e  non  sistematico,  è  quella
          relativistica  e  vitalistica.  Ogni  posizione  valida  riflette  per  lui  un  «  tipo  »  della
          spiritualità  umana  e  i  tipi  fondamentali  sono  fra  loro  irriducibili.  Nell’opera
          Schopenhauer  e  Nietzsche  (1907)  mostra  la  tipicità  tanto  della  negazione
          schopenhaueriana, quanto dell’affermazione nietzschiana del valore della vita. Nel
          Goethe  (1913)  il  poeta  è  visto  come  colui  che  ha  realizzato  in  modo  esemplare

          l’armonia tra il fluire tumultuoso del vitale e la esigenza del dominio intellettuale.
          Anche  la  storiografia  è  condizionata  nelle  sue  ricostruzioni  dalla  struttura
          psicologica dello storico. Non esistono verità assolute, che resistano al fluire della
          vita:  allo  scetticismo  si  sfugge  prendendo  coscienza  critica  della  relativa
          autosufficienza di ogni universo culturale. In Italia risentì particolarmente delle tesi
          di  Simmel A.  Banfi. Altre  opere: Introduzione alla scienza morale (1892-1893),
          Filosofia  del  danaro  (1900), Kant  (1904), Sociologia  (1908), I  problemi

          fondamentali della filosofia  (1910), Civiltà filosofica  (1911), Rembrandt (1916),
          Problemi fondamentali della sociologia (1917).
          Bibliogr.:  In  italiano: I problemi fondamentali della filosofia, a cura di A. Banfi,
          Firenze 1922; Intuizione della vita. Quattro capitoli metafisici, a cura di A. Banfi,

          Milano 1938; su  S.: A.  Banfi, Georg Simmel e la filosofia della vita,  in Filosofi
          contemporanei,  Milano  1961;  P.  Rossi, Lo  storicismo  tedesco  contemporaneo,
          Torino 1971.
          SIMMIA  di  Tebe,  in  gr. Simmías,  filosofo  pitagorico  (v  sec.  a.C.).  Compare  nel
          Fedone* di Platone quale seguace di Filolao e partecipa, insieme con Cebete, alla

          discussione  promossa  da  Socrate  intorno  all’immortalità  dell’anima.  Difficile  è
          stabilire  se  le  idee  da  lui  espresse  costituiscano  una  riflessione  personale  o  non
          facciano parte, piuttosto, del tradizionale patrimonio pitagorico.
          SIMPATIA (MORALE  DELLA). Dottrina morale di A. Smith, derivata dalla concezione

          di Hume della simpatia come fondamento della comunicazione emotiva fra gli uomini
          e  basata  sul  concetto  che  l’approvazione  e  la  disapprovazione  della  condotta  si
          producono  in  noi  secondo  che  noi  presumiamo  che  gli  altri  simpatizzino  o  non
          simpatizzino con essa. Con questo trasferirsi nel punto di vista altrui l’uomo diventa
          spettatore  imparziale  di  se  stesso  e  si  giudica  con  il  distacco  necessario.  Anche
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