Page 771 - Dizionario di Filosofia
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informazioni sulle qualità di un oggetto. Anche la distinzione introdotta da G. Frege
          fra senso (in ted. Sinn) e significato (in ted. Bedeutung) deriva dallo stesso ordine di
          considerazioni.  Che  questo  sia  il  punto  centrale  del  problema  del  significato  è
          dimostrato  anche  dalla  evoluzione  intellettuale  di  Wittgenstein,  il  quale  sostenne
          prima l’identità di significato e denotazione (« Il nome indica l’oggetto, l’oggetto è il
          suo significato ») e poi (dopo il 1934) rovesciò il suo punto di vista, insistendo sulla

          natura funzionale del significato (il significato denotativo è uno dei tanti possibili nel
          campo dei concreti usi linguistici). Mentre nel Corso di linguistica generale di F. de
          Saussure  il  problema  del  rapporto  fra  «  significante  »  e  «  significato  »  viene
          affrontato sul piano psicologico e con presupposti sostanzialmente denotazionistici,
          nella  filosofia  contemporanea  viene  consolidandosi  la  consapevolezza  della
          molteplicità  degli  aspetti  del  significare  linguistico  e  quindi  della  necessità  di
          intendere in sensi diversi il « significato del significato ».

          SILLOGISMO (gr. syllogismós, calcolo, ragionamento). Ragionamento composto di tre
          proposizioni (la maggiore, la minore e la conclusione), concatenate in modo che la
          conclusione è ricavata dalla maggiore con l’intermediazione della minore. Aristotele
          ha fondato la teoria del sillogismo, che per lui è il tipo perfetto del ragionamento
          deduttivo  e  ha  come  caratteristica  essenziale  quella  di  provare  la  connessione

          necessaria fra alcune proposizioni opportunamente poste. Tale connessione consente
          di inferire alcune affermazioni da altre non identiche a esse. Questo del concludere
          muovendo da premesse è il tratto specifico attribuito al sillogismo nella definizione
          proposta  da  Aristotele  negli Analitici  primi.  La  struttura-tipo  del  sillogismo  è
          costituita da due proposizioni assunte come premesse e da una conclusione. Le due
          premesse sono legate fra loro da un termine comune (medio), che mette in relazione i
          due estremi. Nel sillogismo: « Tutti gli uomini sono mortalil;; Socrate è un uomo;

          dunque Socrate è mortale » il medio è « uomo » e gli estremi sono « mortale » e «
          Socrate ». La forza probante di un tale ragionamento deriva dalla necessità che ciò
          che  è  detto  o  negato  dell’universale  deve  valere  anche  per  il  particolare  in  esso
          incluso. La scolastica espresse sinteticamente questo concetto con la formula dictum
          de  omni  et  nullo,  la  quale  è  una  delle  tante  felici  e  incisive  semplificazioni
          didattiche con le quali i logici medievali si sforzarono di agevolare l’apprensione

          della dottrina e della tecnica sillogistica e soprattutto della complessa casistica delle
          figure e dei modi. Questa terminologia e la classificazione che ne deriva risalgono
          anch’esse  ad  Aristotele,  la  cui  opera  fu  portata  avanti  dai  suoi  discepoli,  dalle
          scuole  filosofiche  greche  successive  (in  particolare  dagli  stoici)  e  soprattutto  dai
          grandi scolastici medievali. Si chiamano figure i tipi di sillogismo che vengono a
          costituirsi in funzione della posizione occupata dal medio nelle premesse. Aristotele
          individuò  tre  figure  e  la  logica  successiva  ne  aggiunse  una  quarta,  variamente

          discussa nella sua legittimità. I modi (in gr. trópoi) sono tutti i tipi di sillogismo che
          nell’ambito di ciascuna figura vengono a determinarsi in funzione della « quantità » e
          della « qualità » delle premesse. Le combinazioni possibili sono di numero definito
          e  solo  una  parte  di  esse  dà  luogo  a  sillogismi  logicamente  validi.  Nelle  scuole
          medievali fu largamente usato l’espediente mnemotecnico di suggerire la struttura dei
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