Page 751 - Dizionario di Filosofia
P. 751

SCIACCA (Michele Federico), filosofo - italiano (Giarre, Catania, 1908 - Genova,
          1975). Professore di storia della filosofia all’università di Pavia (1938), fondatore
          (1946) e direttore del Giornale di metafisica, dal 1947 insegna filosofia teoretica
          all’università  di  Genova.  Allievo  di  Aliotta  a  Napoli,  ha  subito  altresì
          profondamente l’influenza dell’attualismo gcntiliano. La sua evoluzione intellettuale
          è passata da un originario umanesimo assoluto allo spiritualismo cristiano, del quale

          egli è uno dei maggiori esponenti italiani contemporanei, e all’approfondimento di
          quest’ultimo nelle forme di una vera e propria « ontologia dell’uomo ». Fra le sue
          numerose opere storiche e teoretiche (l’edizione completa comprende finora più di
          trenta  volumi)  si  ricordano: Linee  di  uno  spiritualismo  critico  (1936), Teoria  e
          pratica della volontà  (1938), L’interiorità oggettiva (in francese, 1951), L’uomo,
          questo  squilibrato  (1956), Morte  e  immortalità  (1959), Filosofia  e  metafisica
          (1959), La libertà e il tempo (1965).

          SCIENTISMO. Il termine fu usato dapprima dai positivisti francesi per sottolineare la
          messa al bando dal sapere di ogni residuo metafisico e il diritto della scienza di
          affrontare con i suoi metodi anche la cosiddetta vita spirituale.  Successivamente i
          critici  del  positivismo,  come  il  Boutroux  e  il  Bergson,  conferirono  al  termine
          l’accezione negativa, largamente prevalente nell’uso italiano, di esaltazione ingenua

          della scienza e di assunzione acritica di nuovi dogmi, non meno immotivati di quelli
          appartenenti al patrimonio della metafìsica.
          SCIENZA.  Nell’uso corrente le scienze per antonomasia sono quelle sperimentali e
          l’attribuzione  privilegiata  del  termine  è  fondata  senza  dubbio  su  alcuni  caratteri
          particolarmente rilevanti: l’uso metodico della verifica, l’accrescimento dei poteri
          dell’uomo attraverso le applicazioni tecnico-pratiche, l’obiettività e l’impersonalità

          della ricerca, l’accettazione del carattere puramente strumentale e funzionale delle
          ipotesi  e  delle  teorie,  le  quali  sono  abbracciate  senza  settarismo  e,  quando
          l’interesse  della  ricerca  lo  richieda,  abbandonate  con  disinvoltura.  La  matematica
          viene  accolta  in  questa  suprema  aristocrazia  del  sapere  non  solo  per
          l’incontrovertibilità  attribuita  tradizionalmente  alle  sue  proposizioni,  ma  anche  e

          soprattutto per la sua funzione di ausiliaria insostituibile delle scienze sperimentali.
          È  vero  però  che  alle  origini,  nella  Grecia  del VI  sec.  a.C.,  scienza  e  filosofia
          nacquero come un’unità indistinta e che, nonostante la progressiva qualificazione e
          specializzazione  delle  scienze  già  in  atto  in  età  alessandrina,  perdurò  a  lungo  il
          carattere  privilegiato  della  filosofia  sulla  scienza  matematica  e  sperimentale,  se
          ancora  Newton  amava  parlare  non  di  fisica  o  di  astronomia  ma  piuttosto  di  «
          filosofia  naturale  ».  I  progressi  ulteriori  della  ricerca  scientifica  e  il  presupposto
          antimetafisico delle filosofie moderne, sanzionati conuna pretesa di rigore che portò

          anche  al  di  là  del  giusto  segno  in  età  positivistica,  vennero  ad  aprire  una
          problematica nuova che, sommariamente, può essere definita come la distinzione di
          due  diversi  campi:  quello  delle  scienze  naturali  e  matematiche  e  quello  delle
          cosiddette  scienze  umane.  Tale  distinzione  comporta  non  separazione  e
          inconciliabilità fra due distinti ordini di ricerche, bensì lo studio della possibilità di

          applicare  il  metodo  deduttivo-sperimentale,  proprio  delle  scienze  naturali,
   746   747   748   749   750   751   752   753   754   755   756