Page 747 - Dizionario di Filosofia
P. 747

rinascita  nazionale  antinapoleonico  e  si  adoperò  per  l’istituzione  dell’università

          (1810) in cui tenne la cattedra di teologia fino alla morte. Schleiermacher è uno dei
          maggiori rappresentanti della cultura romantica: con lui ha termine, in uno sbocco
          sostanzialmente panteistico, l’opera di demolizione delle religioni storiche iniziata
          dagli illuministi. Il reale appare a Schleiermacher come una molteplicità di oggetti
          organizzata  in  una  superiore  unità:  la  divinità  è  appunto  l’unità  della  totalità  del
          mondo.  Sia  la  metafisica,  sia  la  morale,  sia  la  religione  hanno  per  oggetto  di

          analizzare i rapporti tra l’Unità e la molteplicità e lo scopo di cogliere l’Uno. Ma,
          mentre  la  metafisica,  usando  il  veicolo  della  ragione  e  dell’intelletto,  riesce  a
          scorgere  le  essenze  e  a  descrivere  i  rapporti  tra  finito  e  infinito,  e  la  morale,
          attraverso  l’azione  e  la  volontà,  tende  a  dare  normatività  a  tali  rapporti,  solo  la
          religione  mediante  il sentimento, che esprime le esigenze vere dell’anima, attinge
          alla divinità. « La religione è sentimento e gusto dell’Infinito. » Da ciò non deriva
          che l’esperienza religiosa debba risolversi in un abbandono nirvanico; esso bensì si

          qualifica come « sentimento di dipendenza » (Abhängigkeitsgefühl) che l’uomo sente
          nei confronti dell’infinito. La religiosità è quindi tensione verso il tutto, atto vitale,
          che  non  presuppone  nessuna  rivelazione,  né  alcuna  dogmatica.  Non  esiste  un  Dio
          storico o storicizzabile e il concetto stesso di fede tradizionale costituisce un vincolo
          di  schiavitù  per  l’uomo,  un  ostacolo  alla  sua  libera  tendenza  all’infinito.
          Ciononostante,  di  tutte  le  religioni  attestate,  il  cristianesimo  pare  al  filosofo  la

          migliore, proprio per il modo in cui esso formula il rapporto di dipendenza con Dio
          e  per  la  presenza  mediatrice  tra  finito  e  infinito  della  figura  di  Cristo.  Se
          Schleiermacher dunque rifiuta ogni Dio rivelato e chiama diversamente e vagamente
          l’assoluto come « Infinito », « Universo », « Tutto », ecc., mostrando di avere ormai
          totalmente risolto in senso panteistico la sostanza di Spinoza, egli rifiuta tuttavia ogni
          formulazione di panteismo: per lui Dio è al tempo stesso trascendente e immanente.
          La religiosità predispone alla socialità perché l’uomo per intuire il tutto deve prima

          aver  trovato  l’umanità,  e  la  trova  solo  nell’amore  e  attraverso  l’amore,  e  poiché
          l’umanità è costituita dalle serie delle generazioni successive ne deriva che la storia
          è la forma più sublime di religiosità. Nello sviluppo storico delle religioni si sono
          succeduti  un  periodo  feticistico  e  uno  politeistico  e  alla  fine  l’uomo  ha  colto  il
          massimo della religiosità nel monoteismo-panteismo. Grandissima fu l’influenza del

          pensiero  di  Schleiermacher  su  tutta  la  riflessione  teologica  a  lui  posteriore  (ivi
          compresa  quella  modernistica).  Il  resto  della  sua  speculazione,  di  assai  minore
          rilevanza, si raccoglie intorno a tre poli: la dialettica, in cui egli tenta di conciliare
          essere e sapere nell’autocoscienza, l’etica, in cui, in contrapposizione con il dovere
          di Kant, avanza il concetto di amore, e infine l’estetica, in cui postulando l’arte come
          libera attività spirituale anticipa in parte le tesi del Croce.

          Bibliogr.: Werke, 4 voll., a cura di O. Braun e J. Bauer, Lipsia 1910; in italiano:
          Discorsi sulla religione, a cura di G. Durante, Lezioni di pedagogia, a cura di L.
          Volpicelli,  Roma  1940;  per  la  bibliografia:  T.  N.  Tice, Schleiermacher
          bibliography, with brief introduction, annotations and index, Princeton 1966.  Su
          S.:  C.  Motzo  Dentice  D’Accadia, Schleiermacher,  Palermo  1918;  B.  Croce,
   742   743   744   745   746   747   748   749   750   751   752