Page 743 - Dizionario di Filosofia
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history  of  scepticism  from  Erasmus  to  Descartes,  Assen  1964;  G.  G.  F.  Hegel,

          Rapporto  dello  scetticismo  con  la  filosofia,  a  cura  di  N.  Merker,  Bari  1970;  G.
          Preti, Lo  scetticismo  e  il  problema  della  conoscenza,  «  Rivista  critica  di  storia
          della filosofia », 1974.
          SCHAFF  (Adam),  filosofo  polacco  (Leopoli  1913).  Professore  nell’università  di

          Łódź (1947) e quindi titolare della cattedra di filosofia marxistica dell’università di
          Varsavia (1948), negli studi di gnoseologia, di logica e di filosofia del linguaggio ha
          cercato di innestare sul ceppo marxistico alcuni degli interessi più largamente diffusi
          nella cultura filosofica contemporanea (Il concetto e la parola,  1946; I problemi
          della  teoria  marxistica  della  verità,  1951; Introduzione  alla  semantica,  1960;
          Linguaggio  e  conoscenza,  1963).  Gli  scritti  dedicati  all’esposizione  della  teoria
          marxistica della storia e della società e all’applicazione del marxismo ai problemi

          del  mondo  contemporaneo  attestano  lo  sforzo  di  vivificare  in  indagini  originali
          l’interpretazione ortodossa (Introduzione alla teoria del marxismo,  1947; Origine
          ed evoluzione della filosofia marxistica,  1948; Il  carattere  obiettivo  delle  leggi
          della storia, 1955). La produzione più recente dello Schaff è dominata dall’esigenza
          di una caratterizzazione umanistica del marxismo, definite come l’unico umanismo
          conseguente  e  autonomo  (Filosofia  dell’uomo,  1961; Il  marxismo  e  la  persona

          umana, 1965).
          SCHELER (Max), filosofo tedesco (Monaco 1874 - Francoforte sul Meno 1928). Fu
          professore nelle università di Jena, Monaco, Colonia e Francoforte. Dopo un periodo
          giovanile  di  stretta  dipendenza  dalle  idee  del  suo  maestro  Eucken,  si  venne
          accostando sempre più a Husserl. Applicò l’indagine fenomenologica al mondo dei

          valori, determinando una gerarchia oggettiva di essi, dal livello più basso dei valori
          sensibili  (il  gradevole  e  lo  sgradevole)  a  quello  supremo  dei  valori  religiosi  (il
          sacro,  la  beatitudine,  l’amore,  ecc.).  Nell’opera Essenza e forme della simpatia*
          (1923), la fenomenologia della vita sociale viene tutta derivata dal sentimento della
          simpatia,  che  si  rivela  nella  sua  forma  pura  quale  gioco  di  contemporanea
          implicazione ed esclusione delle identità reciproche. Nella teoria della conoscenza

          Scheler ha messo in rilievo la funzione trascendentale delle emozioni (apriorismo
          emozionale). Notevole eco hanno avuto le sue critiche all’utilitarismo della civiltà
          moderna, giudicata incapace di elaborare un sapere disinteressato e di coltivare i
          valori « nobili », senza i quali l’umanità resta pericolosamente sbilanciata e monca.
          Opere principali, oltre a quella citata: Il formalismo nell’etica e l’etica materiale
          dei  valori  (1913-1916), Del  rovesciamento  dei  valori  (1919), Dell’eterno
          nell’uomo  (1921), Il  posto  dell’uomo  nel  cosmo  (1928).  Dai  manoscritti  non

          pubblicati  furono  tratti  vari  volumi,  tra  cui: Scritti  postumi  scelti  (1933)  e
          Contributi all’etica e alla teoria della conoscenza (1933).
          Bibliogr.: In italiano sono disponibili: Crisi dei valori, a cura di A. Banfi, Milano
          1936; Il pentimento, a cura di G. Alliney, Milano 1941; Il formalismo nell’etica e

          l’etica  materiale  dei  valori,  a  cura  di  G.  Alliney,  Milano  1944; Sociologia  del
          sapere,  a  cura  di  G.  Morra,  Roma  1966.  Su  S.:  P.  Müller, De  la  psychologie  à
          l’anthropologie. À travers l’oeuvre de M. Scheler, Neuchâtel 1946; G. Pedroli, M.
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