Page 750 - Dizionario di Filosofia
P. 750

Nonostante alcune innegabili e fondamentali incoerenze, il pensiero di Schopenhauer

          ha  esercitato  un  notevole  influsso  sulla  filosofia  del  nostro  secolo,  in  particolare
          sull’esistenzialismo  e  su  tutte  le  correnti  ostili  al  provvidenzialismo  idealistico.
          Secondo il giudizio di Th. Mann, Schopenhauer, prima di Freud, ha individuato nella
          volontà  la  dimensione  profonda  dell’inconscio,  che  verrà  quindi  indagata  dalla
          psicoanalisi.

          Bibliogr.: Werke, a cura di A. Hübscher, 7 voll., Wiesbaden 1946-1951; in italiano:
          La  volontà  della  natura,  a  cura  di  G.  Seregni,  Milano  1927; Parerga  e
          paralipomena, a cura di G. Colli, M. Montinari e E. Amendola Kühn, Torino 1959;
          La quadruplice radice del principio di ragion sufficiente, a cura di E. Amendola
          Kühn, Torino 1959; Etica, a cura di G. Faggin, Torino 1961; Il mondo come volontà
          e  rappresentazione,  a  cura  di  C.  Vasoli,  2  voll.,  Bari  1968.  Su  S.:  G.  Simmel,

          Schopenhauer und Nietzsche, Lipsia 1907 (trad. it.: Torino 1907); W. Schneider, A.
          Schopenhauer. Eine Biographie, Vienna 1937; G. Faggin, Schopenhauer. Il mistico
          senza Dio, Firenze 1951; Th. Mann, Schopenhauer, in Nobiltà dello spirito, Milano
          1960;  P.  Gardiner, Schopenhauer,  Londra  1963;  G.  Riconda, Schopenhauer
          interprete  dell’Occidente,           Milano       1969;     I.    Vecchiotti, Introduzione  a
          Schopenhauer, Bari 1970.

          SCHULZE (Gottlob Ernst), detto Enesidemo, filosofo tedesco (Heldrungen, Turingia,
          1761 - Gottinga 1883). Insegnò per più di venti anni, a Gottinga (1810-1831); nel
          1792 pubblicò anonima la sua opera principale, l‘Enesidemo (nome di un famoso
          scettico greco, che più tardi finì per indicare l’autore stesso). In essa gli obiettivi
          dello  Schulze  sono:  saggiare  i  fondamenti  della  «  filosofia  elementare  »  di  K.  L.

          Reinhold*  e  difendere  le  ragioni  dello  scetticismo  contro  il  criticismo  kantiano.
          Contro  le  pretese  di  definitività  della  filosofia  critica  sostenute  da  Reinhold,  lo
          Schulze avanza numerose obiezioni, che individuano i punti deboli della posizione:
          fra esse la più nota è quella che denuncia l’uso illegittimo della categoria di causa,
          implicito  nell’attribuire  alla  «  cosa  in  sé  »  la  funzione  di  origine  (causa)  dei
          contenuti delle percezioni sensibili.

          Bibliogr.:  È  disponibile  una  traduzione  italiana  dell’Enesidemo,  con  un’ampia
          introduzione e a cura di A. Pupi, Bari 1971. Su S.: V. Verra, « Enesidemo » e la
          problematizzazione della critica, « Filosofia », 1952.

          SCHUPPE  (Wilhelm),  filosofo  tedesco  (Brieg  [od.  Brzeg],  Bassa  Slesia,  1836  -
          Breslavia 1913). Insegnò all’università di Greifswald dal 1873 al 1910. Elaborò la
          cosiddetta « filosofia dell’immanenza », caratterizzata dal proposito di una ricerca
          strettamente  aderente  ai  dati  della  coscienza  e  dal  rifiuto  di  ogni  estrapolazione
          metafisica.  Da  ciò  la  polemica  da  lui  condotta  contro  il  realismo  e  l’idealismo
          soggettivo,  colpevoli  ambedue  di  oltrepassare  nelle  loro  conclusioni  quanto  è

          attestato  dall’autoriflessione.  Notevoli  sono  in  particolare  gli  studi  dedicati  dallo
          Schuppe  alla  filosofia  del  diritto.  Opere  principali: Logica gnoseologica  (1878),
          Lineamenti  dell’etica  e  della  filosofia  del  diritto                (1882), Abbozzo  della
          gnoseologia e della logica (1894).
   745   746   747   748   749   750   751   752   753   754   755