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1895 - Edimburgo 1971). Dopo aver insegnato in varie università tedesche e italiane,
ha concluso la sua carriera accademica, dopo la seconda guerra mondiale, come
direttore del Centro di studi italiani dell’università di Edimburgo. Con l’opera
L’ascesi capitalista (1928) ha fatto conoscere in Italia ta celebre tesi di M. Weber
sul nesso fra etica protestante e capitalismo. Le sue opere di storico della filosofia
hanno per oggetto soprattutto i maggiori pensatori dell’empirismo inglese.
ROSSI (Paolo), filosofo italiano (Urbino 1923). Dalla crisi dell’idealismo e dal
rifiuto della filosofia astratta è approdato, attraverso un metodo che integra il sapere
filosofico con una cultura non filosofica, a uno storicismo realistico e a un marxismo
aperto. Opere principali: Francesco Bacone, dalla magia alla scienza (1957),
Antologia della critica filosofica (1960-1969), I filosofi e le macchine 1400-1700
(1962), Storia e filosofia (1969), Aspetti della rivoluzione scientifica (1971).
ROTHACKER (Erich), filosofo e psicologo tedesco (Pforzheim 1888). Professore a
Heidelberg (1923) e a Bonn (1928), ha dedicato i suoi studi, in particolare, a temi di
filosofia della cultura e di antropologia culturale. La sua preoccupazione di una
fondazione metodologica delle « scienze dello spirito » e l’idea che i comportamenti
dei singoli si inquadrino e acquistino senso entro determinati « stili di vita »
nazionali attestano l’influenza di Dilthey. Opere principali: Introduzione alle
scienze dello spirito (1920), Logica e sistematica delle scienze dello spirito
(1926), Filosofia della storia (1934), Strati della personalità (1938), Uomo e
storia (1944).
ROUSSEAU (Jean-Jacquee), scrittore e filosofo svizzero di lingua francese (Ginevra
1712 - Ermenonville, presso Senlis, 1778). Discendente da famiglia ugonotta
francese, emigrata a Ginevra nel 1550, rimase orfano della madre alla nascita; lasciò
qualche anno dopo Ginevra e fece giungere sempre più rade notizie di sé. Uno zio
materno collocò il bambino appena decenne presso il pastore Lambercier: Rousseau
scrisse più tardi di « ricordare senza disgusto » le ore di studio trascorse con lui.
Due anni dopo il piccolo orfano, accusato di un malestro da lui in realtà non
commesso, dovette lasciare la casa del pastore. Lo zio gli trovò allora un posto
prima come aiuto scrivano e poi come apprendista presso un incisore. Una sera del
1728, reduce da una lunga passeggiata in campagna, il giovane Rousseau trovò le
porte di Ginevra già chiuse e, prevedendo le ire del padrone, approfittò
dell’occasione offertagli dal caso e dette inizio alla sua vita errabonda. In Savoia
trovò rifugio presso un prete cattolico, che lo indirizzò presso una neoconvertita di
Annecy, Eléonore de Warens. Da Annecy fu inviato in un istituto per catecumeni di
Torino, dove poco dopo l’eretico sedicenne si sottopose senza troppa convinzione
alla cerimonia dell’abiura (1728). Dimesso dall’istituto, fece la triste esperienza del
mestiere di valletto presso case signorili e la interruppe bruscamente tornando ad
Annecy (1729), dove Madame de Warens, amante e amica comprensiva, lo aiutò a
proseguire negli studi di latino e di musica e tollerò con pazienza le sue brusche
impennate e le sue fughe (a Lione, a Friburgo, a Ginevra, a Losanna, a Neuchâtel, a
Berna, a Parigi). Tornato a piedi da Parigi (1732), Rousseau venne ospitato dalla
Warens nella casa di campagna detta « Les Charmettes », presso Chambéry. Fu