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questo l’unico periodo veramente felice della sua vita. Ma al ritorno da un viaggio a
Montpellier (1740) Rousseau trovò occupato da un altro il suo posto di amante e
dovette cercarsi un impiego e un nuovo modo di vita. Fu precettore a Lione (1740),
copista di musica a Parigi (1741), segretario a Venezia (1743) del signore di
Montaigu, ambasciatore del re di Francia. Ritornato a Parigi (1744) dopo un litigio
con il diplomatico, Rousseau fece rappresentare con successo in una casa privata la
sua opera lirica Le muse galanti (1745), e fu presentato a Madame d’Epinay (1749).
La protezione di quest’ultima gli schiuse le porte dei salotti alla moda, mentre
l’amicizia di Diderot, su invito del quale scrisse alcune voci di argomento musicale
per l’Enciclopedia, stimolò il suo pensiero alla meditazione filosofica. Nacque così
la sua prima opera di vasta risonanza, il Discorso sulle scienze e le arti* (1750).
Rousseau rinunciò tuttavia subito ai vantaggi del successo: non volle essere
presentato al re, per non diventare uno stipendiato della Corona, lasciò il suo posto
di segretario, prese alloggio in una soffitta e cercò di guadagnarsi la vita facendo il
copista di musica. Alla rottura con il mondo elegante si accompagnò anche
l’abbandono delle amicizie intellettualmente più stimolanti (con Diderot, con il
barone d’Holbach, con Melchior Grimm, ecc.). Il suo disprezzo per la frivolezza
degli intellettuali dominatori dei salotti e per le convenzioni del bel mondo si
manifestò anche nella scelta di un abbigliamento volutamente bizzarro e trasandato e
nell’ostentazione del suo legame con una lavandaia, Marie-Thérèse Levasseur, dalla
quale ebbe cinque figli, tutti abbandonati all’ospizio dei trovatelli, se si deve prestar
fede a quanto egli ha lasciato scritto nelle Confessioni*. Nel 1754, in occasione di
un viaggio a Ginevra, riprese a professare pubblicamente la fede calvinista, dando
anche a questo gesto il valore di un ritorno alle origini dopo gli sbandamenti della
giovinezza. Il Discorso sull’origine e i fondamenti dell’ineguaglianza fra gli
uomini* (1755), che rinnovò almeno in parte il successo di quello sul progresso
delle scienze e delle arti, può essere considerato la premessa agli scritti
fondamentali della maturità. Madame d’Epinay gli offrì il modo di vivere nella
quiete tanto amata della campagna e di portare avanti in condizioni più favorevoli le
sue meditazioni mettendo a sua disposizione l’Ermitage, un padiglione sito nel parco
del castello della Chevrette, nella foresta di Montmorency. Ma dopo diciotto mesi
l’amore impossibile di Rousseau per la contessa di Houdetot, cognata della sua
protettrice, le impazienze della Levasseur e di sua madre, ambedue annoiate della
vita campestre, unitamente alla irritabilità del filosofo, acuita dalle crisi ricorrenti di
una malattia della vescica, provocarono la rottura dei rapporti con l’ospite (1757).
Accolto in una casa di campagna non molto distante, appartenente al maresciallo di
Lussemburgo, Rousseau portò a termine la Lettera a d’Alembert sugli spettacoli
(1758) e attese in un momento di eccezionale felicità creativa alla composizione dei
suoi tre capolavori: Giulia o La Nuova Eloisa* (1761), Il contratto sociale* (1762)
e l’Emilio o Dell’educazione* (1762). L’Emilio gli procurò le ire dei benpensanti e
fu condannato dalle autorità civili e da quelle ecclesiastiche, sia a Parigi sia a
Ginevra; per evitare l’arresto Rousseau si rifugiò in Svizzera, prima a Yverdun, nel
cantone di Vaud, e poi a Môtiers-Travers, villaggio della contea di Neuchâtel, allora