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consonanza con la volontà generale, è proprio l’opposto dell’egoistico « amor
proprio », considerato da Voltaire e dai filosofi materialisti come il movente delle
azioni umane. Lo stato secondo natura postula a sua volta un tipo di uomo educato
anche secondo natura e capace perciò di vivere nella comunità con l’immediatezza
della partecipazione spontanea. Ma l’educazione tradizionale conosce solo le strade
che allontanano da questa meta, abituata com’è a considerare la natura come peccato
e infermità della carne. Per lo scrittore dell’Emilio educare significa invece lasciar
agire la natura e il miglior maestro è quello che non fa sentire la propria presenza e
affida all’azione delle forze naturali il compito dell’ammaestramento e della
correzione. Il fanciullo non è più il « piccolo pazzo » del razionalismo volteriano:
ogni età ha la sua perfezione e il bambino deve vivere sciogliendo le briglie alle
esuberanti energie della sua età fortunata, in attesa che la natura provveda, secondo
tempi che non tollerano forzature, a trasformarlo in uomo. Così i motivi della libertà
e dell’autonomia del fanciullo, già presenti in forme più attenuate e circoscritte nelle
intuizioni di tanti educatori e filosofi, entravano attraverso la vigorosa mediazione
del Rousseau nel patrimonio spirituale del mondo moderno.
Bibliogr.: Un’ottima edizione delle opere è quella curata da B. Gagnebin e M.
Raymond, Oeuvres complètes, « Bibliothèque de la Pléiade », 4 voll., Parigi 1959 e
sgg.; la corrispondenza è edita a cura di R. A. Leigh: Correspondence complète,
Ginevra 1965 e sgg. Tra le numerose traduzioni in italiano indichiamo: Scritti
politici, a cura di P. Alatri, Torino 1970; Scritti politici, a cura di M. Garin, 3 voll.,
Bari 1971; Opere, a cura di P. Rossi, Firenze 1974; Il contratto sociale, a cura di R.
Derathé, Torino 1966; Discorso sull’economia politica, a cura di U. Cerroni, Bari
1968; Discorso sull’origine dell’ineguaglianza, a cura di V. Gerratana, Roma 1968.
Su R.: E. Cassirer, Das Problem J. J. Rousseau, « Archiv für Geschichte der
Philosophie », 1932 (trad. it.: Firenze 1968); C. W. Hendel, Rousseau moralist, 2
voll., Nuova York-Londra 1934; R. Derathé, Le rationalisme de J. J. Rousseau,
Parigi 1948; J. Guéhenno, Jean Jacques, 3 voll., Parigi 1948-1952; G. Della Volpe,
Rousseau e Marx, Roma 1964; R. Grimsley, Rousseau and the religious quest,
Oxford 1968; M. Launay, Jean Jacques Rousseau et son temps, Parigi 1969; L.
Colletti, Ideologia e società, Bari 1969; L. G. Crocker, Jean Jacques Rousseau, 2
voll., Nuova York-Londra 1968-1973; R. Derathé, Jean Jacques Rousseau et la
science politique de son temps, Parigi 1970; R. Polin, La politique de la solitude.
Essai sur la philosophie politique de Rousseau, Parigi 1971; J. Starobinski, Jean
Jacques Rousseau. La transparence et l’obstacle, Parigi 1971; I. Fetscher, La
filosofia politica di Rousseau, Milano 1972; D. Cameron, The social thought of
Rousseau and Burke, Toronto 1973; J. Charvet, The social problem in the
philosophy of Rousseau, Nuova York 1974.
ROYCE (Josiah), filosofo americano (Grass Valley, California, 1855 - Cambridge,
Massachusetts, 1916). Fu il maggiore rappresentante dell’idealismo americano e una
delle figure più eminenti della cultura del suo paese nel periodo di passaggio dal XIX
a l XX sec. Un lungo soggiorno in Germania, a Lipsia e a Gottinga (dove seguì le
lezioni di Lotze), gli consentì fra l’altro uno studio diretto della filosofia tedesca, in