Page 731 - Dizionario di Filosofia
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consonanza  con  la  volontà  generale,  è  proprio  l’opposto  dell’egoistico  «  amor

          proprio », considerato da Voltaire e dai filosofi materialisti come il movente delle
          azioni umane. Lo stato secondo natura postula a sua volta un tipo di uomo educato
          anche secondo natura e capace perciò di vivere nella comunità con l’immediatezza
          della partecipazione spontanea. Ma l’educazione tradizionale conosce solo le strade
          che allontanano da questa meta, abituata com’è a considerare la natura come peccato
          e infermità della carne. Per lo scrittore dell’Emilio educare significa invece lasciar

          agire la natura e il miglior maestro è quello che non fa sentire la propria presenza e
          affida  all’azione  delle forze  naturali  il  compito  dell’ammaestramento  e  della
          correzione. Il fanciullo non è più il « piccolo pazzo » del razionalismo volteriano:
          ogni età ha la sua perfezione e il bambino deve vivere sciogliendo le briglie alle
          esuberanti energie della sua età fortunata, in attesa che la natura provveda, secondo
          tempi che non tollerano forzature, a trasformarlo in uomo. Così i motivi della libertà
          e dell’autonomia del fanciullo, già presenti in forme più attenuate e circoscritte nelle

          intuizioni di tanti educatori e filosofi, entravano attraverso la vigorosa mediazione
          del Rousseau nel patrimonio spirituale del mondo moderno.
          Bibliogr.:  Un’ottima  edizione  delle  opere  è  quella  curata  da  B.  Gagnebin  e  M.
          Raymond, Oeuvres complètes, « Bibliothèque de la Pléiade », 4 voll., Parigi 1959 e

          sgg.;  la  corrispondenza  è  edita  a  cura  di  R. A.  Leigh: Correspondence  complète,
          Ginevra  1965  e  sgg.  Tra  le  numerose  traduzioni  in  italiano  indichiamo: Scritti
          politici, a cura di P. Alatri, Torino 1970; Scritti politici, a cura di M. Garin, 3 voll.,
          Bari 1971; Opere, a cura di P. Rossi, Firenze 1974; Il contratto sociale, a cura di R.
          Derathé, Torino 1966; Discorso sull’economia politica, a cura di U. Cerroni, Bari
          1968; Discorso sull’origine dell’ineguaglianza, a cura di V. Gerratana, Roma 1968.
          Su  R.:  E.  Cassirer, Das  Problem  J.  J.  Rousseau,  «  Archiv  für  Geschichte  der

          Philosophie », 1932 (trad. it.: Firenze 1968); C. W. Hendel, Rousseau moralist, 2
          voll.,  Nuova  York-Londra  1934;  R.  Derathé, Le  rationalisme  de  J.  J.  Rousseau,
          Parigi 1948; J. Guéhenno, Jean Jacques, 3 voll., Parigi 1948-1952; G. Della Volpe,
          Rousseau  e  Marx,  Roma  1964;  R.  Grimsley, Rousseau  and  the  religious  quest,
          Oxford  1968;  M.  Launay, Jean  Jacques  Rousseau  et  son  temps,  Parigi  1969;  L.
          Colletti, Ideologia e società, Bari 1969; L. G. Crocker, Jean Jacques Rousseau, 2

          voll.,  Nuova  York-Londra  1968-1973;  R.  Derathé, Jean  Jacques  Rousseau  et  la
          science politique de son temps, Parigi 1970; R. Polin, La politique de la solitude.
          Essai sur la philosophie politique de Rousseau,  Parigi 1971;  J.  Starobinski, Jean
          Jacques  Rousseau.  La  transparence  et  l’obstacle,  Parigi  1971;  I.  Fetscher,  La
          filosofia politica di  Rousseau,  Milano  1972;  D.  Cameron, The  social  thought  of
          Rousseau  and  Burke,  Toronto  1973;  J.  Charvet, The  social  problem  in  the
          philosophy of Rousseau, Nuova York 1974.

          ROYCE (Josiah), filosofo americano (Grass  Valley,  California, 1855 -  Cambridge,
          Massachusetts, 1916). Fu il maggiore rappresentante dell’idealismo americano e una

          delle figure più eminenti della cultura del suo paese nel periodo di passaggio dal XIX
          a l XX  sec.  Un  lungo  soggiorno  in  Germania,  a  Lipsia  e  a  Gottinga  (dove  seguì  le

          lezioni di Lotze), gli consentì fra l’altro uno studio diretto della filosofia tedesca, in
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