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Soissons e a Reims, insegnò a Compiègne, a Loches, dove ebbe come scolaro
Abelardo, e, dopo un soggiorno in Inghilterra e a Roma, a Besançon e a Tours.
Mentre l’unica sua opera conosciuta è una lettera ad Abelardo sulla Trinità, il suo
nominalismo* radicale ci è noto dagli scritti di sant’Anselmo e di Abelardo.
L’espressione famosa che gli universali sono solo flatus vocis, e cioè niente più che
la loro formulazione verbale, si trova appunto in sant’Anselmo. Nella questione
trinitaria Roscellino sostenne la realtà sostanziale delle tre Persone, e cioè la
posizione impropriamente nota come triteismo, e fu perciò accusato davanti al
concilio di Soissons (1092 o 1093), sfuggendo alla condanna solo con il ripudio
della propria dottrina.
Bibliogr.: E. Buonaiuti, Un filosofo della contingenza nel sec. XI: Roscellino da
Compiègne, « Rivista storico-critica delle scienze religiose », 1908; F. Picavet,
Roscellin, philosophe et théologien d’après la légende e d’après l’histoire, Parigi
1911.
ROSENKRANZ (Karl), filosofo tedesco (Magdeburgo 1805 - Königsberg 1879),
Insegnò prima a Halle e poi, a partire dal 1833, a Königsberg. Fra la « destra » e la
« sinistra » hegeliane occupò una posizione di centro, formalmente più fedele al
pensiero del maestro. È noto soprattutto per la sua edizione delle opere complete di
Kant (1838-1842), portata a termine in collaborazione con F. W. Schubert. Opere
principali: Critica della teoria della fede di Schleiermacher (1836), Commentari
critici al sistema hegeliano (1840), Lezioni su Schelling (1842), Vita di Hegel
(1844, trad, it.: Firenze 1966), La mia riforma della filosofia hegeliana (1852), La
vita e le opere di Diderot (1866).
ROSMINI SERBATI (Antonio), filosofo italiano (Rovereto 1797 - Stresa 1855). Fece
gli studi a Padova e fu ordinato sacerdote nel 1821. Nel 1828 fondò a Domodossola
l’istituto della Carità. Nell’agosto del 1848 fu inviato da Carlo Alberto a Roma, per
compiere un passo diplomatico molto delicato presso Pio IX, ma la missione fallì;
dopo alcuni mesi, in seguito all’assassinio di P. Rossi, quando il papa fuggì da Roma
il Rosmini lo seguì nell’esilio di Gaeta. Aveva pubblicato nello stesso anno due
opuscoli, La costituzione secondo la giustizia sociale e Delle cinque piaghe della
Santa Chiesa (scritto già nel 1831), che vennero messi all’Indice (1849). Il Rosmini
si sottomise e si ritirò subito dopo a Stresa, dove il suo lavoro era solo interrotto
dalle visite degli amici e degli ammiratori, fra i quali il Manzoni. Rosmini fu
informato poco prima della sua morte che la congregazione dell’Indice non aveva
trovato nelle altre sue opere proposizioni suscettibili di censura. Tuttavia il decreto
Post obitum (1887) di papa Leone XIII conteneva quaranta proposizioni estratte
dalle opere rosminiane e giudicate non conformi alla verità cattolica. Per
l’abrogazione di questa censura si sono battuti a lungo, alla fíne con successo, gli
ammiratori del filosofo e i seguaci del suo ordine (i Rosminiani), diffuso in numerosi
paesi europei ed extraeuropei.
La teoria della conoscenza è per il Rosmini un’introduzione necessaria alla
metafìsica. La soluzione del problema « ideologico » (della natura e dell’origine
delle idee) fornita dall’empirismo e dal criticismo condanna la conoscenza umana al