Page 723 - Dizionario di Filosofia
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Bibliogr.: F. Alessio, Studi e ricerche su Roberto di Lincoln (Grossatèsta) e Storia
          e teoria nel pensiero scientifico di Roberto Grossatèsta, « Rivista critica di storia
          della  filosofia  »,  1951;  A.  C.  Crombie, Robert  Grosseteste  and  the  origin  of
          experimental science, Oxford 1953.

          ROMAGNOSI (Gian Domenico), giurista e pensatore italiano (Salsomaggiore 1761 -
          Milano  1835). Allievo  dei  gesuiti  di  Piacenza  nel  collegio Alberoni,  si  laureò  a
          Parma in giurisprudenza nel 1786; fece il notaio a Piacenza e il pretore a Trento, e
          venne poi nominato consigliere aulico d’onore. Aderì alla massoneria e diresse un
          club giacobino; nel 1796 sotto i Francesi pubblicò un memoriale in cui sosteneva la
          riforma del sistema carcerario e della pubblica istruzione; ciò gli valse, tornati gli
          Austriaci, nel 1799, l’incarceramento a Innsbruck sotto l’accusa di alto tradimento.

          Successivamente,  liberato  sotto  i  Francesi,  divenne  nel  1802  professore
          all’università di Parma, e nel 1807 all’università di Pavia e consultore del ministro
          di giustizia del regno; fu il fondatore della Scuola speciale politico-legale di Milano,
          dove  insegnò  fino  al  1817  «  alta  legislazione  nei  suoi  rapporti  con  la  pubblica
          amministrazione  ».  Nel  1815  pubblicò,  anonimo,  a  Lugano, Della  costituzione  di
          una  monarchia  nazionale  rappresentativa,  schema  di  una  costituzione  da  lui

          concepita,  che  gli  procurò  (nel  1817)  la  perdita  della  cattedra  milanese,  per  cui
          dovette  da  allora  insegnare  privatamente  (suoi  discepoli;  Cattaneo,  G.  Ferrari,  C.
          Cantù). Collaboratore del Conciliatore, in seguito a indiscrezioni del Pellico venne
          arrestato sotto l’accusa di non aver denunciato i cospiratori del 1821, e inviato a
          Venezia; assolto per insufficienza di prove, si vide proibito anche l’insegnamento
          privato. Infermo fin dal 1812, costretto alla povertà, trascorse gli ultimi anni della
          sua  vita  dando  consultazioni  legali  e  attendendo  agli  studi,  sempre  fedele  alle

          proprie idee liberali. Eclettico, il Romagnosi fu giurista, storico, filosofo, politico,
          economista e cultore di scienze statistiche. Nell’ambito del diritto, spaziò dal diritto
          penale  e  processuale  al  diritto  costituzionale,  amministrativo,  sullo  sfondo  delle
          scienze sociali, della filosofia del diritto e dell’Illuminismo; tutto ciò nel quadro di
          un giusnaturalismo articolato sulla diversità dei luoghi (Assunto primo della scienza
          del  diritto  naturale,  1820),  che  conciliava  il  principio  di  libertà  con  quello  di

          ordine sociale. Propugnò una scienza della civiltà di tutti i popoli, 1’« etnicarchia »,
          basata sul principio della sovranità nazionale. Per la sua Genesi del diritto penale
          (1791) è considerato uno dei fondatori del diritto penale moderno. Con La scienza
          delle  Costituzioni,  scritta  nel  1815  e  pubblicata  postuma  (1848),  indicò  nella
          monarchia temperata la forma armonizzante il potere del governo con i diritti dei
          cittadini;     in Dell’indole  e  dei  fattori  dell’incivilimento  (1832)  tratteggiò
          l’evoluzione della civiltà dei popoli come processo comprendente morale, politica,

          economia e diritto. Fu fautore di una filosofia civile (sintesi di economia, diritto e
          politica) — sostenuta in Giurisprudenza teorica ossia Istituzione di civile filosofia,
          uscita  postuma  nel  1839  —,  scienza  intermediaria  tra  la  pura  filosofia  razionale
          analizzante  l’uomo  interiore  e  la  scienza  della  legislazione.  Altre  opere:
          Introduzione allo studio del diritto pubblico universale (1805), Dell’insegnamento
          primitivo delle matematiche  (1822), Che cos’è la mente sana?  (1827), Questioni
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