Page 717 - Dizionario di Filosofia
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dall’elettore  di  Sassonia,  presero  la  guida  di  una  «  lega  evangelica  »  (1526),  i

          sacramentari ne furono esclusi. Nel frattempo un nemico più potente si profilava per
          la Riforma: l’imperatore Carlo V. Questi all’inizio, impegnato nei conflitti europei
          che  l’avevano  opposto  al  papato,  aveva  concesso  una  certa  libertà  d’azione  ai
          principi riformati; ma nel 1529, alla dieta di Spira, sposò più decisamente la causa
          cattolica,  contro  i  principi  e  le  città  riformati;  il  che  provocò  la  «  protesta  »  del
          partito  luterano  (cui  resterà  da  allora  il  nome  di  protestante).  Un  tentativo  di

          pacificazione  tra  Lutero  e  Zwingli  fallì  al  colloquio  di  Marburgo  del  1529.  I
          protestanti si raccolsero dal 1531 nella lega di Smalcalda; dopo la morte di Zwingli,
          avvenuta in quello stesso anno, fu conclusa tra sacramentari e luterani la concordia
          di Wittenberg, che prevedeva un reciproco silenzio sulle questioni più controverse
          (come la presenza reale di Cristo nell’eucaristia). L’alleanza conclusa nel 1531 tra
          Francesco I di Francia e la lega di Smalcalda costrinse Carlo V a una politica più
          moderata,  mentre  una  minaccia  ancor  più  grave  si  andava  profilando  per  la

          compagine dell’Impero: quella portata dalle comunità degli anabattisti, ribelli nello
          stesso  tempo  all’imperatore e ai principi.  Un esercito dei principi prese d’assalto
          Münster,  il  centro  dell’anabattismo,  che,  qui  debellato  dopo  atroci  rappresaglie,
          sopravvisse più o meno modificato in altre zone dell’Europa centrale e orientale. Un
          esiliato,  Guillaume  Farel,  aveva  fondato  a  Neuchâtel  una  Chiesa  d’ispirazione
          zwingliana; nel 1535 egli riuscì a introdurre la Riforma a Ginevra, che si era liberata

          dalla dominazione del duca di Savoia e del proprio vescovo. Contemporaneamente
          un altro esiliato francese, Calvino, sospettato per aver ispirato in senso protestante il
          discorso d’inaugurazione dell’anno accademico del 1533 tenuto dal rettore Cop, si
          rifugiava  a  Basilea  e  aderiva  alla  dottrina  di  Ecolampadio:  nel  1536  pubblicava
          l’Institutio christianae religionis, definendo più rigidamente di Lutero la funzione
          della  Grazia  e  la  dottrina  della  predestinazione  e  respingendo  la  nozione  di
          sacramento. La sua autorità si estese e crebbe a Ginevra, dove Farei l’aveva invitato

          nel  1536.  Egli  riassunse  nel Catechismo  l’Institutio,  mentre  Farel  presentava  al
          consiglio della città il 10 novembre 1536 la professione di fede obbligatoria per tutti
          i cittadini. Ma né la borghesia libertina, né gli anabattisti rifugiati nella repubblica
          ginevrina, né i teologi razionalisti si adattarono a una tale costrizione. Una vigorosa
          opposizione  ottenne  che  Farel  e  Calvino  fossero  esiliati.  Calvino  ricostituì  a

          Strasburgo  la  Chiesa  evangelica,  finché  nel  1540  i  suoi  adepti  ottennero  una
          schiacciante  vittoria  a  Ginevra  nelle  elezioni;  ciò  permise  a  Calvino  di  rientrare
          nella  città  in  trionfo  nel  settembre  1541:  le Ordonnances  ecclésiastiques  del
          novembre 1541 dettero a Ginevra la forma di una « repubblica teocratica », in cui gli
          organismi formati dai ministri del culto controllavano la condotta dei privati e le
          magistrature pubbliche.
          Sotto la direzione di Teodoro di Beza l’Accademia di Ginevra, fondata nel 1559,
          divenne  in  Europa  il  massimo  centro  culturale  del  protestantesimo.  Ginevra

          diventava così la capitale della Riforma militante d’ispirazione calvinista, ciò che
          Wittenberg non era riuscita a diventare per il luteranesimo. Rispetto a quest’ultimo,
          infatti,  il  calvinismo  poté  diffondersi  prevalentemente  in  paesi  economicamente  e
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