Page 708 - Dizionario di Filosofia
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completa e accurata di tutte le possibili conseguenze osservabili.

          Concludiamo  osservando  che  la  teoria  della  relatività  costituisce  una  tappa
          fondamentale che non ha precedenti nella storia della fisica, e ciò non soltanto per
          l’enorme progresso apportato alle conoscenze fisiche e per i contenuti innovatori, ma
          anche  e  soprattutto  per  aver  prodotto  in  tutto  il  pensiero  fisico  una  profonda
          revisione  critica  da  cui  scaturirono  concezioni  del  mondo  rivoluzionarie,
          inconcepibili nell’ambito della fisica classica.

          Bibliogr.: G. Castelnuovo, Spazio e tempo secondo le vedute di Einstein, Bologna
          1921;  A.  Einstein, Il  significato  della  relatività,  Torino  1953;  A.  Einstein  e  L.
          Infeld, L’evoluzione della fisica, Torino 1948; Aa. Vv., Cinquant’anni di relatività:
          1905-1955,  Firenze  1955;  G.  Harig  e  J.  Schleifstein, Naturwissenschaft  und
          Philosophie,  Berlino  1960;  B.  Russell, L’ABC  della  relatività,  Milano  1960;  S.

          Müller-Markus, Einstein und die Sowietphilosophie, Dordrecht 1960; A. Grünbaum,
          Philosophical  problems  of  space  and  time,  Nuova  York  1963;  H.  Tornebohm,
          Concepts and principles in the space-time theory within Einstein’s special theory
          of relativity, Göteborg 1963.
          RELAZIONALITÀ. Il rapporto di relazione intercorrente tra due o più realtà oggettive.

          (Si  distingue  dalla relatività,  nonostante  i  due  termini  siano  usati  spesso
          sinonimicamente,  in  quanto  non  comprende  il  rapporto  di  relazione  tra  soggetto  e
          oggetto.)
          RELAZIONE. Per Aristotele la relazione è una delle dieci categorie e acquista senso
          solo se riferita a una realtà determinata, vale a dire alle sostanze. La controversia
          sulla natura delle relazioni, intese di volta in volta, e con tutte le possibili sfumature

          e  complicazioni,  o  come  realtà  oggettive  o  come  connettivi  puramente  mentali,
          riemerge continuamente in tutta la storia del pensiero occidentale. Nella scolastica
          vengono  distinte  le  relazioni  reali  (o secundum  esse)  da  quelle  soggettive  (o
          secundum dici). Sul carattere soggettivo delle relazioni concordano gli empiristi: le
          relazioni  sono  per  Locke  il  fondamento  delle  idee  complesse,  in  quanto  queste

          derivano  dalla  istituzione  di  confronti  e  di  nessi  tra  le  idee  semplici.  Nella
          gnoseologia di Kant la relazione comprende le categorie di sostanzialità e inerenza,
          di causalità e dipendenza, di reciproca azione, mentre gli schemi dell’immaginazione
          (v. SCHEMA) che consentono di assumere entro tali rapporti le intuizioni empiriche
          sono  la  permanenza,  la  successione  e  la  simultaneità.  L’impossibilità  di  pensare
          l’essere  come  fornito  di  relazioni  è  uno  dei  motivi  centrali  della  metafisica  di
          Herbart. L’incomprensibilità e la contraddittorietà delle relazioni, quando vengano

          intese come attributi del reale, è sostenuta in un famoso libro del filosofo inglese F.
          H.  Bradley  (Apparenza  e  realtà).  Infine  sul  concetto  della  «  oggettività  »  delle
          relazioni, che non implica peraltro l’affermazione della loro realtà ontologica, sono
          fondate la matematica e la logica, secondo gli orientamenti prevalenti nel pensiero
          contemporaneo.

          RELAZIONISMO.  Termine  usato  in  Italia  per  indicare  ogni  atteggiamento  filosofico
          che  consideri  il  nesso  di  relazione  essenziale  nella  sistemazione  dell’universo  e
          dell’uomo. Si distingue dal relativismo, il quale è fondato piuttosto sul rapporto tra
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