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          RADICALISMO filosofico (Philosophical Radicalism). Corrente di pensiero politico
          diffusasi  in  Gran  Bretagna  tra  la  fine  del XVIII  sec.  e  la  prima  metà  del XIX  sec.,
          fondata  sul  positivismo  in  filosofia,  sull’associazionismo  in  psicologia,
          sull’utilitarismo etico e sulle dottrine economiche di  Malthus e di  Ricardo.  I suoi

          maggiori rappresentanti furono J. Bentham, J. Mill e J. Stuart Mill.
          RAGIONAMENTO.  Operazione  mentale  mediante  la  quale  si  passa  da  una  o  più
          proposizioni  ad  altre.  Esso  implica  da  un  lato  un  movimento  del  pensiero  verso
          nuove affermazioni e dall’altro un mezzo di prova che legittimi questo movimento.
          La filosofia tradizionale, a partire dal pensiero greco e soprattutto da Aristotele, ha
          preso in considerazione quasi esclusivamente il valore delle conclusioni, e cioè il

          problema logico delle condizioni formali che legittimano la validità dell’inferenza. Il
          pensiero  contemporaneo  ha  rivolto  la  sua  attenzione  anche  al  meccanismo
          psicologico  del  ragionamento,  sia  cercando  di  cogliere  l’emergere  dell’attività
          raziocinante lungo le varie tappe dell’età evolutiva (campo di studi nel quale si è
          particolarmente distinto il Piaget), sia indagando introspettivamente e oggettivamente
          i vari aspetti di quel meccanismo: la spinta alla conclusione, l’orientamento mentale,

          la  adesione  agli  enunciati.  Uno  dei  pionieri  di  queste  ricerche,  G.  Störring,  ha
          dimostrato  che  agiscono  come  forze  determinanti  nel  ragionamento  sillogistico  in
          certi  casi  schemi  visualizzati  (patterns),  in  altri  schemi  verbali,  in  altri  ancora
          rapporti di somiglianza o di opposizione colti intuitivamente. Sulla questione se per
          gli animali si possa parlare di « ragionamento » gli psicologi sono divisi, sostenendo
          alcuni che gli animali decidono solo sulla base di processi associativi elementari
          (Thorndike e i behavioristi), e altri (in particolare i gestaltisti) attribuendo invece

          agli animali capacità di adattamento e di organizzazione della condotta implicanti
          processi più complicati di quelli puramente associativi.
          Il ragionamento interviene tutte le volte che il pensiero non coglie immediatamente
          una  certa  relazione.  Fra  i  termini  di  essa  vengono  allora  introdotti,  attraverso
          operazioni immediate (o intuizioni), alcuni anelli intermedi, che rendono evidente la
          connessione.  Esso  è  lo  strumento  mediante  il  quale  si  organizza  e  si  estende  la

          conoscenza  umana,  in  particolare  la  conoscenza  scientifica.  Il  suo  valore  dipende
          dalla natura delle prove e dai modi della loro connessione. La classificazione più
          tradizionale, risalente ad Aristotele, distingue i ragionamenti in deduttivi e induttivi,
          sulla base del rapporto logico che lega le premesse alle conclusioni: i primi provano
          una  proposizione  particolare  muovendo  da  una  più  generale,  i  secondi  una
          proposizione generale muovendo da una particolare. Nella Logica di J. Stuart Mill il
          ragionamento è identificato con l’inferenza, e questa è intesa come movimento da un

          particolare  sperimentato  in  passato  a  un  particolare  futuro  legittimamente  atteso.
          Tuttavia  questa  tipologia  tradizionale  non  risponde  in  realtà  pienamente  né  al
          meccanismo del ragionamento, né alle forme di prova. I tipi di ragionamento meglio
          caratterizzati sono la deduzione intesa come successione di proposizioni identiche,
          che è caratteristica della matematica e della logica, e l’analogia, che procede per
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