Page 661 - Dizionario di Filosofia
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Schlick, per cui il senso delle proposizioni risiede nella loro « verificabilità », da

          lui ritenuto insufficiente per spiegare le proposizioni universali (leggi scientifiche) e
          sostituito perciò con quello di « falsicabilità », sulla base dell’asserzione che quelle
          non sono mai derivabili da proposizioni particolari, ma possono invece da queste
          essere confutate. Un altro aspetto caratteristico della sua speculazione, estraneo in
          genere  al  circolo  di  Vienna,  è  l’attenzione  rivolta  alle  discipline  storiche  e
          sociologiche. Egli nega alla storia il carattere di scienza, in quanto ad essa manca la

          possibilità di prevedere il futuro.
          Bibliogr.: In italiano sono disponibili: Logica della scoperta scientifica, a cura di
          M. Trinchero, Torino 1970; Congetture e confutazioni, a cura di G. Sandri, Bologna
          1972; La  società  aperta  e  i  suoi  nemici,  2  voll.,  Roma  1974; Miseria  dello
          storicismo, Milano 1975.

          PORFIRIO,  in  gr. Porphýrios,  filosofo  greco  di  origine  siriaca  (Tiro  233  circa  -
          Roma 305 circa). Il suo nome originario era MÀLCHOS, mutato poi in Porfirio dalla
          porpora  (in  gr. porphýra), tipico prodotto del suo paese natale.  Seguì in Atene le
          lezioni di Longino e fu quindi assiduo discepolo di Plotino a Roma, dal 263 al 268,

          anno in cui si recò in Sicilia, dietro consiglio dello stesso maestro, per curarsi una
          depressione  nervosa.  Fece  ritorno  a  Roma  solo  dopo  la  morte  di  Plotino,  per
          assumere la direzione della scuola. Si posseggono frammenti di un suo Trattato sugli
          oracoli,  di  un Trattato sulle immagini degli dei,  delle Questioni omeriche, di un
          Trattato sul ritorno dell’anima a Dio e di un Trattato sull’astinenza. A lui si deve
          la  sistemazione  degli  scritti  di  Plotino,  raccolti  nelle Enneadi*,  alle  quali  egli
          premise  una Vita di Plotino. Delle quasi ottanta opere attribuite dalla tradizione a

          Porfirio quella che ha avuto una importanza veramente eccezionale nella storia della
          cultura è l’Isagoge, un’introduzione alla logica di Aristotele, scritta con l’intento di
          assorbire  nel  neoplatonismo  la  parte  considerata  valida  del  pensiero  aristotelico.
          L’Isagoge influenzò durevolmente il pensiero medievale, attraverso una lunga serie
          di versioni e di commenti. Fra gli scritti di Porfirio vanno ancora ricordati la Vita di
          Pitagora, che è un frammento di una sua storia della filosofia, e l’opera in quindici

          libri Contro i cristiani, bruciata pubblicamente nel 448 e oggetto di appassionate
          confutazioni da parte di molti padri della Chiesa.
          Bibliogr.:  J.  Bidez, Vie  de  Porphyre,  le  philosophe  néoplatonicien,  avec  les
          fragments des traités: « Perì agalmáton » et « De regressa animae », Gand-Lipsia
          1913;  J.  J.  O’  Meara, Porphyrius’s  « Philosophy from oracles », Parigi 1959; H.

          Dörrie, Porphyrios als Mittler zwischen Plotin und Augustin, in Antike und Orient
          in Mittelalter, Berlino 1962.
          Porfirio (ALBERO DI). Tavola della coordinazione e della subordinazione dei generi e
          delle  specie,  costruita  movendo  dal  genere  sommo  e  scendendo  fino  alle  specie

          infime  secondo  il  processo  della dicotomia*.  (Per  es.,  la  sostanza  si  divide  in
          corporea  e  incorporea,  quella  corporea  in  animata  e  inanimata,  quella  animata  in
          sensibile e insensibile, ecc.). La costruzione logica, tradotta in schema figurato, si
          sviluppa come le biforcazioni di un albero. Il nome deriva dal fatto che essa serve a
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