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messo in discussione il concetto di poesia, quanto quello più generale della
creazione artistica. Per la vera e propria storia del concetto di poesia nel Croce
importa soprattutto (La poesia, 1936) la distinzione tra la poesia, « opera di verità »,
e la letteratura, « opera di civiltà », manifestazione del costume, che in omaggio
all’ideale della bellezza vive, per così dire, dei detriti del linguaggio poetico:
distinzione che, in termini filosofici moderni, riprende quella aristotelica di poesia e
prosa, e si trova, diversamente argomentata, in altri pensatori, e con particolare
acume in J. Dewey.
POIÈSI (gr. póiēsis, da poiêin, fare). Secondo Aristotele, l’azione umana in se stessa,
a prescindere dalle intenzioni che possono accompagnarla, e particolarmente l’opera
dell’artista, in contrapposizione alla prassi, ovvero l’azione morale. Tale distinzione
è mantenuta in Plotino, che identifica la poiesi con la contemplazione (theōría).
POINCARÉ (Henri), matematico francese (Nancy 1854 - Parigi 1912). Incaricato del
corso di analisi matematica a Caen (1879) fu poi chiamato alla Sorbona (1881).
Considerato uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, si è soprattutto interessato
all’analisi matematica, alla meccanica analitica, alla meccanica celeste, alla fisica
matematica.
Le sue Lezioni sulle ipotesi cosmogoniche (1911), che riassumevano in modo
magistrale l’insieme delle conoscenze relative alla genesi del mondo, apportarono un
prezioso contributo al progresso della meccanica celeste. Nell’ambito della logica
matematica, e in particolare sui fondamenti dell’aritmetica, Poincaré contribuì in
maniera determinante al sorgere di un nuovo e fecondo indirizzo del pensiero
matematico noto oggi come intuizionismo, sviluppato in seguito in tutte le sue
conseguenze da Brouwer. Secondo Poincaré il principio di induzione completa, uno
dei cinque assiomi di Peano su cui si fonda tutta l’aritmetica, rappresenta lo
strumento fondamentale che consente all’aritmetica di andare oltre l’ambito della
logica pura; quindi tale principio non è una proposizione convenzionale che si possa
accettare o no come, ad es., gli assiomi della geometria euclidea: la rinuncia a tale
principio implicherebbe, secondo Poincaré, la rinuncia all’aritmetica. In altri termini
il principio di induzione sarebbe imposto da una necessità di natura non logica, ma
intuitiva. Negli ultimi anni della sua vita Poincaré si interessò alle possibili
connessioni tra lo spazio e le diverse geometrie non euclidee. Secondo Poincaré
queste geometrie vanno riguardate come sistemi coerenti di convenzioni con cui si
possono descrivere in maniera equivalente i fenomeni fisici: adottare una diversa
geometria significherebbe unicamente cambiare il linguaggio con cui si descrive un
dato fenomeno fisico, che di per sé è indipendente dal tipo di geometria adottata.
Tra le sue opere di carattere epistemologico, sono particolarmente celebri Scienza e
ipotesi (19021. Il valore della scienza (1906), Scienza e metodo (1909).
Bibliogr.: In italiano sono disponibili: Il valore della scienza, a cura di F.
Albergamo, Firenze 1948; La scienza e l’ipotesi, a cura di C. Ciapetti Angelini,
Roma 1963; su P.: E. Toulouse, Henri Poincaré, Parigi 1910; G. Fornaro, H.
Poincaré e il valore della scienza, Napoli 1924; A. Cecchini, Il concetto di
convenzione matematica in H. Poincaré, Torino 1951.