Page 652 - Dizionario di Filosofia
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Accanto  a  questo  tipo  di  platonismo,  nell’età  moderna  e  contemporanea  furono

          sviluppati  altri  temi  d’origine  platonica,  soprattutto  la  convinzione  che  esista  una
          struttura razionale del reale, di tipo logicomatematico, onde derivarono l’innatismo
          cartesiano e l’idealismo oggettivo di Leibniz. Nei secc. XIX-XX, al soggettivismo e
          all’immanentismo dei filosofi dell’età romantica si contrappose la tendenza a dare un
          contenuto  oggettivo  affa  conoscenza,  a  postulare  un  sapere  puro:  nella  scuola
          neokantiana di Marburgo, nella filosofia dei valori, nella fenomenologia di Husserl.

          Onde si vede che la vitalità del platonismo non si è ancora esaurita: esso rappresenta
          un dato fondamentale della nostra cultura.
          Bibliogr.:  Confronta  la  bibliografia  alla  voce neoplatonismo,  che  può  essere
          integrata  con  i  seguenti  studi:  R.  E.  Witt, Albinus  and  the  history  of  middle
          platonism,  Cambridge  1937;  A.  J.  Festugière, Recherches  sur  la  tradition

          platonicienne, Vandoeuvres-Ginevra 1955; G. Andresen, Logos und Nomos, Berlino
          1955; A. C. Lloyd, Neoplatonic logic and aristotelian logic, « Phronesis », 1955,
          1956.
          PLECHANOV  (Georgij  Valentinovič),  uomo  politico  russo  (Gudalovka,  Tambov,

          1856 - Terijoki, Finlandia, 1918). Aderì dapprima al movimento populista, ma se ne
          allontanò quando questo nel 1879 si frazionò in diversi gruppi propugnanti la lotta
          con metodi terroristici.  Orientatosi verso il marxismo, dovette più volte rifugiarsi
          all’estero  dove  svolse  intensa  attività  pubblicistica  (tradusse  in  russo,  oltre  al
          Manifesto del partito comunista, nel 1882, numerose altre opere di Marx ed Engels)
          e di divulgazione della dottrina marxista tra gli esuli russi. Convinto che la Russia
          avrebbe potuto essere liberata dal regime zarista solo dalla classe operaia, sostenne

          tuttavia  la  necessità  che  la  rivoluzione  sociale  doveva  condurre  all’avvento  del
          socialismo  attraverso  una  prima  fase  intermedia  nella  quale,  con  l’alleanza  tra
          proletariato e borghesia, si potesse realizzare un efficiente sviluppo capitalistico e
          una conseguente solidità delle strutture economiche, in quel momento molto carenti
          nel  paese.  Lo  stesso  Lenin  si  mostrò  in  un  primo  tempo  favorevole  a  tale
          orientamento e i due, in contatto da alcuni anni, s’incontrarono in Svizzera nel 1895.

          Collaborò  al  periodico Iskra (La scintilla) sorto per iniziativa di Lenin nel 1900;
          poco dopo, tuttavia, quest’ultimo manifestò il suo distacco dalle idee di Plechanov,
          giudicate  troppo  moderate.  Tale  dissenso  si  manifestò  ulteriormente  nel  1914
          allorquando  riaffermò  l’esigenza  di  una  tregua  delle  lotte  di  classe  (che  devono
          riguardare solo « l’ordine sociale interno ») per l’alleanza di tutte le forze in difesa
          della  nazione  russa  minacciata  da  «  nemici  esterni  ».  Rientrato  in  patria  dopo  la
          rivoluzione  del  febbraiomarzo  1917,  si  schierò  con  i  fautori  della  continuazione

          della guerra contro la Germania, restando comunque fuori da ogni responsabilità di
          governo a causa delle precarie condizioni di salute. Nel dicembre successivo, con
          una lettera aperta agli operai di Pietrogrado, manifestò il suo dissenso nei confronti
          della Rivoluzione bolscevica. Morì poco dopo in un sanatorio finlandese. Fra le sue
          opere: Il socialismo e la lotta politica  (1883), Anarchismo e socialismo (1894),
          Saggio sullo sviluppo della concezione monistica della storia (1895), Fondamenti

          del populismo (1896), Problemi fondamentali del marxismo (1908).
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