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Accanto a questo tipo di platonismo, nell’età moderna e contemporanea furono
sviluppati altri temi d’origine platonica, soprattutto la convinzione che esista una
struttura razionale del reale, di tipo logicomatematico, onde derivarono l’innatismo
cartesiano e l’idealismo oggettivo di Leibniz. Nei secc. XIX-XX, al soggettivismo e
all’immanentismo dei filosofi dell’età romantica si contrappose la tendenza a dare un
contenuto oggettivo affa conoscenza, a postulare un sapere puro: nella scuola
neokantiana di Marburgo, nella filosofia dei valori, nella fenomenologia di Husserl.
Onde si vede che la vitalità del platonismo non si è ancora esaurita: esso rappresenta
un dato fondamentale della nostra cultura.
Bibliogr.: Confronta la bibliografia alla voce neoplatonismo, che può essere
integrata con i seguenti studi: R. E. Witt, Albinus and the history of middle
platonism, Cambridge 1937; A. J. Festugière, Recherches sur la tradition
platonicienne, Vandoeuvres-Ginevra 1955; G. Andresen, Logos und Nomos, Berlino
1955; A. C. Lloyd, Neoplatonic logic and aristotelian logic, « Phronesis », 1955,
1956.
PLECHANOV (Georgij Valentinovič), uomo politico russo (Gudalovka, Tambov,
1856 - Terijoki, Finlandia, 1918). Aderì dapprima al movimento populista, ma se ne
allontanò quando questo nel 1879 si frazionò in diversi gruppi propugnanti la lotta
con metodi terroristici. Orientatosi verso il marxismo, dovette più volte rifugiarsi
all’estero dove svolse intensa attività pubblicistica (tradusse in russo, oltre al
Manifesto del partito comunista, nel 1882, numerose altre opere di Marx ed Engels)
e di divulgazione della dottrina marxista tra gli esuli russi. Convinto che la Russia
avrebbe potuto essere liberata dal regime zarista solo dalla classe operaia, sostenne
tuttavia la necessità che la rivoluzione sociale doveva condurre all’avvento del
socialismo attraverso una prima fase intermedia nella quale, con l’alleanza tra
proletariato e borghesia, si potesse realizzare un efficiente sviluppo capitalistico e
una conseguente solidità delle strutture economiche, in quel momento molto carenti
nel paese. Lo stesso Lenin si mostrò in un primo tempo favorevole a tale
orientamento e i due, in contatto da alcuni anni, s’incontrarono in Svizzera nel 1895.
Collaborò al periodico Iskra (La scintilla) sorto per iniziativa di Lenin nel 1900;
poco dopo, tuttavia, quest’ultimo manifestò il suo distacco dalle idee di Plechanov,
giudicate troppo moderate. Tale dissenso si manifestò ulteriormente nel 1914
allorquando riaffermò l’esigenza di una tregua delle lotte di classe (che devono
riguardare solo « l’ordine sociale interno ») per l’alleanza di tutte le forze in difesa
della nazione russa minacciata da « nemici esterni ». Rientrato in patria dopo la
rivoluzione del febbraiomarzo 1917, si schierò con i fautori della continuazione
della guerra contro la Germania, restando comunque fuori da ogni responsabilità di
governo a causa delle precarie condizioni di salute. Nel dicembre successivo, con
una lettera aperta agli operai di Pietrogrado, manifestò il suo dissenso nei confronti
della Rivoluzione bolscevica. Morì poco dopo in un sanatorio finlandese. Fra le sue
opere: Il socialismo e la lotta politica (1883), Anarchismo e socialismo (1894),
Saggio sullo sviluppo della concezione monistica della storia (1895), Fondamenti
del populismo (1896), Problemi fondamentali del marxismo (1908).