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conferma che l’esigenza di portare razionalità e ordine nella comunità politica restò
sempre l’obiettivo fondamentale della speculazione platonica per tutto il lungo arco
del suo svolgimento. Tale ricerca si arricchì via via di altri motivi, derivati sia da
tutta la tradizione filosofica precedente (dalle intuizioni degli ionici al matematismo
pitagorico, da Parmenide a Socrate) sia da credenze religiose (orficopitagoriche).
Ma il pensiero platonico non è soltanto la sintesi delle diverse correnti della cultura
greca di quel periodo; è soprattutto una tappa fondamentale nello sviluppo della
riflessione filosofica, onde è stato detto che la successiva storia della filosofia è in
gran parte una storia delle interpretazioni di Platone e delle reazioni di fronte al
platonismo*.
La varietà e la ricchezza della sua opera di pensatore sono rese più evidenti dall’arte
incomparabile dello scrittore. Platone è il primo a usare la forma letteraria del
dialogo, perché non ammette che si possa fermare e rinchiudere la vita del pensiero,
che è continua ricerca, in una forma cristallizzata (come può essere un trattato), ma
vuole rappresentarla nel suo sviluppo e nella sua dinamicità. Però il dialogo
platonico non è un mero artificio didascalico, come sarà in quasi tutti gli autori che
vorranno imitarlo, perché in esso non vengono semplicemente messe a confronto
opinioni e dottrine, ma appaiono vivamente rappresentate, in forma veramente
drammatica, le personalità e i caratteri di coloro che discutono.
Bibliogr.: Delle molte edizioni delle Opere di Platone vanno ricordate in particolare
quella curata da J. Burnet, Oxford 1892-1906 e quella, a cura di vari studiosi per la
collana « Belles lettres », Parigi 1920-1964; in italiano è disponibile un’edizione
delle opere in 3 voll., a cura di E. Turolla, pubblicata dalla Casa editrice Rizzoli,
Milano e un’edizione, a cura di vari studiosi, 2 voll., Bari 1966. Una recente
bibliografia è raccolta in L. Robin, Platon, a cura di P. M. Schuhl, Parigi 1968.
Molto utili sono il Lexicon Platonicum, di F. Ast, 3 voll., Lipsia 1935-1938 (rist.:
Bonn 1951), M. Stockhammer, Plato dictionary, Londra 1963 e E. Des Places,
Lexique de la langue philosophique et religieuse de Platon, 2 voll., Parigi 1964.
Per la biografia di P.: A. Diès, Platon, Parigi 1930; G. Pasquali, Le lettere di
Platone, Firenze 1966; K. von Fritz, Platon in Sizilien, Berlino 1968. Questi studi
possono venire utilmente integrati con le ricostruzioni dell’ambiente storico culturale
in cui operò Platone offerte rispettivamente da W. Jaeger, Paideia, in particolare
voll. 2 e 3, e da J. Stenzel, Platone educatore, Bari 1966.
Tra gli studi di carattere generale: A. E. Taylor, Piato, the man and his work,
Londra 1926 (trad. it.: Firenze 1968); J. Burnet, Platonism, Berkeley 1928; L.
Stefanini, Platone, 2 voll., Padova 1932-1935; A. Cresson, Platon, Parigi 1939; P.
M. Schuhl, L’oeuvre de Platon, Parigi 1954; J. Brun, Platon et l’Académie, Parigi
1963; F. Chatelet, Platon, Parigi 1965; J. Moreau, Le sens du platonisme, Parigi
1968. Ad esse possono aggiungersi le seguenti opere, che pur trattando argomenti
particolari rivestono una importanza notevolissima: L. Robin, La théorie
platonicienne de l’amour, Parigi 1908; J. Stenzel, Studien zur Entwicklung der
platonische Dialektik, Berlino 1931; E. Dupréel, La légende socratique et les
oeuvres de Platon, Bruxelles 1922; F. M. Cornford, Plato’s theory of knowledge,