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PESTALOZZI (Johann Heinrich), pedagogista svizzero (Zurigo 1746 - Brugg 1827). Di
famiglia di lontana origine italiana, trasferitasi in Svizzera intorno al XVI sec.,
partecipò vivamente alle speranze di rinnovamento del suo secolo, sotto l’influenza
della lettura di Rousseau e della frequentazione dell’ambiente intellettuale zurighese.
La fede nella virtù educatrice della natura e il caldo umanitarismo lo spinsero a
tentare il suo primo esperimento pedagogico, l’istituzione nella sua tenuta di Neuhof,
a Brugg, di una colonia agricola e di una casa di educazione per ragazzi poveri.
Dopo il fallimento economico dell’impresa, trovò conforto nella pubblicazione di un
lungo romanzo pedagogico, Leonardo e Gertrude (1781-1787), che ebbe un vasto
successo. In seguito tentò altri esperimenti e fondò nuove istituzioni. La prima, sorta
a Stans e destinata a fanciulli orfani, dovette chiudere i battenti dopo sei mesi di vita
dinanzi all’avanzata delle truppe austrorusse (1799). Le successive scuole di
Burgdorf, di Münchenbuchsee, e particolarmente quella di Yverdon, valsero al
Pestalozzi lusinghieri riconoscimenti pubblici e privati, ma ebbero tutte per varie
ragioni un’esistenza precaria e travagliata e dovettero essere chiuse. Alla fine
(1825), il vecchio maestro, ritornato nella quiete di Neuhof, riaffermò con il Canto
del cigno (1826) l’immutata fedeltà al suo credo pedagogico. Della dottrina del
Pestalozzi, priva di rigore sistematico, si possono indicare senza tradirla solo i
motivi dominanti: l’idealizzazione della madre educatrice, l’esaltazione dei valori
spirituali presenti nell’anima popolare, il mito della natura buona e redentrice, la
fede nell’efficacia di un metodo didattico universale e semplicissimo. Quest’ultimo
fa leva sull’intuizione del fanciullo e dà per garantita l’azione formativa delle
acquisizioni intellettuali, ordinate secondo la triplice direzione della parola, della
forma e del numero. Altre opere: La veglia di un solitario (1781), Cristoforo ed
Elsa (1782), Ricerche sul procedere della natura nello sviluppo del genere umano
(1797). Come Gertrude istruisce i suoi figli (1801), Il libro delle madri (1803).
Bibliogr.: Pestalozzi Sämtliche Werke, a cura di A. Buchenau, E. Spranger, H.
Stettbacher, Berlino 1927 e sgg.; tra le numerose traduzioni italiane citiamo lo
seguenti antologie: E. Pestalozzi. L’educazione, a cura di E. Codignola, Firenze
1946; Scritti scelti, a cura di E. Becchi, Torino 1970; su P.: A. Banfi, Pestalozzi,
Firenze 1929; A. Covotti, Pestalozzi, 2 voll., Napoli 1939; E. Spranger. Pestalozzis
Denkformen, Stoccarda 1947; M. He afford, Pestalozzi, Londra 1967.
PETIZIONE di principio (lat. petitio principii). Ragionamento fallace, il cui vizio sta
nel presupporre vera ai fini della dimostrazione la stessa proposizione che si vuole
dimostrare.
PIAGET (Jean), psicologo e pedagogista svizzero (Neuchâtel 1896 - Ginevra 1980).
Avviato dal Claparède alla psicologia dell’infanzia, si è particolarmente interessato
ai problemi della formazione e dello sviluppo del pensiero e del linguaggio,
costruendo per via sperimentale quella che egli ha chiamato una « epistemologia
genetica ». Piuttosto che ricorrere all’analisi introspettiva delle sensazioni, Piaget
studia le attività esterne del bambino, in maniera sistematica, dalla nascita
all’adolescenza, cercando di cogliere lo sviluppo dell’intelligenza dal livello