Page 636 - Dizionario di Filosofia
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addirittura  fatto  distruggere  tutte  le  copie  del  suo  libro,  per  meglio  nascondere  il

          plagio.
          PERFETTO. Per Aristotele, Tessere perfetto, o quello che non manca di nessuno dei
          propri elementi costitutivi, o quello che eccelle fra tutti gli altri della stessa specie, o
          quello che ha raggiunto il suo fine.

                L’assolutizzazione della prima nozione, operata dalla metafisica teologica, ha
          portato alla definizione di Dio come essere che possiede tutte le qualità positive al
          grado massimo e per conseguenza ad attribuire esclusivamente alla divinità la natura
          di  essere  perfetto  (così  in  Plotino,  in  Cartesio,  in  Spinoza,  ecc.).  Dall’idea  di  «
          essere perfetto », o di « perfezione », muovono due delle prove dell’esistenza di Dio
          proposte  da  Cartesio:  quella  ontologica  (già  formulata,  ma  in  termini  alquanto
          diversi, da sant’Anselmo) e quella che si fonda sulla necessità che un essere di realtà
          adeguata sia causa dell’idea di Dio, che è in ogni mente umana.

          Pergamo  (SCUOLA  DI).  Scuola  filosofica  di  ispirazione  neoplatonica,  fondata  a
          Pergamo nel IV sec. da Edesio, scolaro di Giamblico.

          PERIPATÈTICO  (gr. peripatētikós). Che o chi apparteneva alla scuola di Aristotele,
          che  usava  tenere  le  sue  lezioni  e  discussioni  filosofiche  nel  Peripato*  e,  per
          estensione, aristotelico in genere.
          PERIPATETISMO (da Peripato*). La filosofia di Aristotele e dei suoi seguaci. Fra i
          discepoli diretti di Aristotele vanno ricordati Eudemo di Rodi, Fania e sopra tutti
          Teofrasto,  che  succedette  al  fondatore  come  scolarca. Alla  morte  di  quest’ultimo

          (288 a.C.) la direzione della scuola fu assunta da  Stratone di  Lampsaco, che subì
          l’influenza dell’atomismo e indirizzò la scuola verso la ricerca naturalistica, sulla
          linea già inaugurata da Teofrasto. I successori di Stratone furono Licone, Aristone di
          Ceo,  Critolao di  Faselide e  Diodoro di  Tiro, sotto i quali il patrimonio dottrinale
          della scuola non subì significative trasformazioni. Intorno al 50 a.C. Andronico di
          Rodi, 11° scolarca, curò un’edizione metodica degli scritti cosiddetti « acroamatici

          »  di  Aristotele  e  di  Teofrasto.  Alla  fine  del II  sec.  d.C. Alessandro  di Afrodisia
          diede  una  propria  interpretazione  del  pensiero  del  maestro.  All’interesse  per  la
          matematica, l’astronomia e le scienze naturali, tipico del peripatetismo fino al I sec.
          a.C., era intanto subentrato, in conformità con gli orientamenti spirituali dell’epoca,
          quello  per  la  logica  e  per  la  teologia.  Nei  primi  secoli  della  Chiesa  le  dottrine
          peripatetiche furono utilizzate tanto dagli apologeti della nuova religione quanto dai
          difensori  del  paganesimo.  Presente,  soprattutto  con  le  sue  concezioni

          logicognoseologiche,  anche  nella  cultura  dell’alto  medioevo,  il  peripatetismo
          divenne poi, attraverso la mediazione dei grandi pensatori arabi, l’anima filosofica
          della  scolastica  cristiana.  Con  gli  adattamenti  e  le  correzioni  operati  da  san
          Tommaso  d’Aquino  esso  assunse  la  dignità  di  dottrina  ufficiale  della  Chiesa.
          Nell’età moderna, infine, a partire dalla fine del XIX sec., attraverso la mediazione
          neotomistica, il peripatetismo ha finito per entrare nel circolo del pensiero moderno.

          Peripato, in gr. Peripatos (da peripatèin, passeggiare), nome del viale del Liceo in
          cui Aristotele era solito disputare con i suoi discepoli passeggiando e da cui derivò
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