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o idealiste successive.

          Bibliogr.: Parmenide, testimonianze e frammenti, a cura di M. Untersteiner, Firenze
          1958;  su  P.:  K.  Riezler, Parmenides,  Francoforte  1934;  W.  J.  Verdenius,
          Parmenides.  Some  comments  on  his  poem,  Amsterdam  1954;  K.  Reinhardt,
          Parmenides  und  die  Geschichte  der  griechischen  Philosophie,  Bonn  1959;  M.

          Cornford, Plato and Parmenides, Londra 1964; J. Mansfeld, Die Offenbarung des
          Parmenides und die menschliche Welt, Assen 1964.
          PARTECIPAZIONE.  La  partecipazione  o metessi  è  una  delle  soluzioni  proposte  da
          Platone al difficile problema del rapporto fra le idee e le cose sensibili. Tuttavia,
          l’intrinseca difficoltà di intendere come ciò che è per definizione trascendente, uno e
          indivisibile, possa « essere partecipato » dal molteplice sensibile portò Platone a

          pensare anche in altre forme il nesso fra l’ideale e il reale. Così egli parlò anche di
          parusia (presenza) dell’idea nella cosa e di mimesi (imitazione) delle idee da parte
          delle cose. (V. anche METESSI.)
          Il concetto di partecipazione è stato successivamente utilizzato come espediente di
          mediazione in molte metafisiche di struttura dualistica. Così lo si ritrova in Plotino,
          in san Tommaso (per il quale solo Dio « è » l’essere, mentre le creature « hanno »

          l’essere, e sono quindi « enti per partecipazione »), in Malebranche, in Gioberti, in
          Ravaisson e anche in pensatori moderni come Whitehead.
          • Secondo Lévy-Bruhl, uno dei caratteri specifici della mentalità primitiva, cioè il
          senso oscuro dell’esistenza di legami e corrispondenze fra i singoli componenti del
          mondo  naturale  e  sociale.  In  base  al principio  di  partecipazione,  il  primitivo
          supporrebbe una entità misteriosa, che identifica gli esseri o gli oggetti, facendo sì
          che  essi,  in  una  condizione  contraddittoria  incomprensibile  alla  mentalità  logica,

          siano « nel medesimo tempo se stessi e altri da sé ». Questo modo particolare della
          mentalità primitiva, che è “prelogica” e non vincolata dal principio di identità, si
          esprime  in  quella  che  Lévy-Bruhl  chiama  «  legge  di  partecipazione  »  e  che
          costituisce, secondo lui, il fondamento di categorie tipiche della cultura primitiva,
          quali il totem, il tabû, il mana, ecc.

          PARTICOLARE. Nella logica, si dice del termine che designa solo una parte, e non la
          totalità,  degli  individui  compresi  in  un  concetto  (per  es.:  alcuni  uomini).
          Proposizione  (o giudizio)  particolare,  è  quella  in  cui  il  predicato  è  posto  in
          relazione solo con una parte degli individui compresi nel concetto del soggetto (per
          es.:  alcuni  animali  sono  selvaggi).  È  contrapposta  da Aristotele  alla proposizione
          universale.

          PARTIZIONE. Nella logica, enumerazione delle parti costituenti un tutto. La partizione
          (in gr. merismós) fu distinta dagli stoici dalla divisione (in gr. diáiresis) intesa, sulla
          linea della dialettica platonica, come distinzione delle specie comprese in un genere.
          PARUSÌA. Secondo Platone, la presenza del mondo intelligibile in quello sensibile. (È

          uno dei modi mediante i quali Platone realizza il rapporto tra cose e idee.)
          PASCAL  (Blaise),  matematico,  fisico,  filosofo  e  scrittore  francese  (Clermont,  od.
          Clermont-Ferrand,  1623  -  Parigi  1662).  Il  padre,  Etienne,  rimasto  vedovo  fin  dal
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