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e insieme costituisce in certo modo un arricchimento dottrinale, teso particolarmente

          alla  sistemazione  delle  verità  della  fede  in  maniera  unitaria.  Nel  suo  sforzo
          sistematico, Origene utilizzò altresì categorie filosofiche, che sono quelle del medio
          platonismo,  le  quali  influenzano  il  suo  pensiero  teologico  specialmente  circa  il
          problema  dei  divenire  degli  esseri  e  del  rapporto  tra  Dio  e  il  mondo.  Da  questo
          influsso  derivano  certe  sue  particolari  opinioni  (alcune  delle  quali  furono  anche
          condannate  come  eterodosse),  come  quelle  dell’eternità  della  creazione,  della

          preesistenza delle anime, dell’apocatastasi o salvezza universale.
          Bibliogr.:  In  italiano: Commento  al  Vangelo  di  Giovanni,  a  cura  di  E.  Corsini,
          Torino 1968; De principüs, a cura di M. Simonetti, Torino 1968; su O.: E. De Faye,
          Origène. Sa vie, son oeuvre, sa pensée, Parigi 1923-1928; R. Cadiou, Introduction
          au système d’Origène, Parigi 1932; J. Daniélou, Origène, Parigi 1948; B. Drewery,

          Origen  and  the  doctrine  of  Grace,  Londra  1960;  H.  Crouzel, Origène  et  la
          philosophie, Parigi 1961.
          ORTEGA Y GASSET (José), filosofo e saggista spagnolo (Madrid 1883-1955). Dopo
          gli  studi  in  Spagna,  si  recò  in  Germania  dove  fu  allievo  del  filosofo  neokantiano

          Hermann Cohen. Dal 1910 al 1936 (quando lasciò la Spagna all’inizio della guerra
          civile) insegnò metafisica all’università di Madrid e nel 1923 fondò la Revista de
          Occidente, una delle più importanti riviste culturali spagnole della prima metà del
          Novecento. Visse successivamente in vari paesi europei e negli Stati Uniti, tornando
          in Spagna nel 1945. Da Meditazioni sul Chisciotte (1914) ai saggi dello Spettatore
          (1916-1934), a Spagna invertebrata (1921), La disumanizzazione dell’arte (1925),
          La  ribellione  delle  masse  (1929-1930), Intorno  a  Galileo  (1933), Storia  come

          sistema (1941), e ai volumi pubblicati postumi, L’uomo e la gente  (1957), Che è
          filosofia?  (1958), Meditazione  d’Europa  (1960),  la  sua  opera,  copiosa,  venne
          definendo un pensiero che fa centro intorno ad alcuni temi dominanti: il problema
          della Spagna, la crisi della società moderna, la necessità di una filosofia che superi
          le conseguenze del razionalismo. Egli vede la vita umana come « realtà radicale »
          intendendola  come  un  rapporto  dinamico  dell’Io  con  le  cose,  che  comporta  una

          concezione  da  Ortega  stesso  definita  «  prospettivismo  »*.  Per  questa  stretta
          interrelazione, ragione e vita vengono a formare un’unità organica, il cui principio
          fondamentale è la « ragione vitale ». Ortega ha avuto molto prestigio in Spagna ed
          Europa; la sua teoria delle minoranze scelte, difesa in Spagna invertebrata e nella
          Ribellione delle masse (in cui lamenta la perdita di valori che solo una minoranza
          può possedere e imporre), e la difesa dell’antirealismo dell’arte contemporanea (che
          fugge  dalla  realtà  fino  ad  affermarsi  come  libero  gioco)  ha  influito  su  una

          generazione  di  scrittori  spagnoli,  apportandole  un  senso  colto  e  aristocratico
          dell’arte, sfociato spesso nell’intellettualismo.
          Bibliogr.: Obras completas, 9 voll., Madrid 1950-1962; in italiano: Schema della
          crisi e altri saggi, Milano 1946; La ribellione delle masse, a cura di S. Battaglia,

          Bologna  1962; La disumanizzazione dell’arte,  «  Ethica  »,  1964;  su  O. Y  G.:  N.
          Bosco, Ortega y Gasset, Torino 1956.
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