Page 611 - Dizionario di Filosofia
P. 611

O


          O. Nella logica sillogistica indica le proposizioni particolari negative.
          OBVEBSIONE.  Nella  logica,  la  trasformazione  di  una  proposizione  universale
          affermativa in una equivalente mediante la negazione del soggetto e del predicato.

          (Per es., da « tutti i triangoli hanno tre lati » si ottiene per obversione che « nessun
          triangolo ha un numero di lati diverso da tre ».)
          OCCAM (Guglielmo DI). V. GUGLIELMO DI OCCAM.
          OCCAMISMO. Indirizzo di pensiero del XIV sec. che, applicando con rigore le dottrine
          di  Guglielmo  di  Occam,  costituì  in  quel  secolo  la  «  via  moderna  »  in

          contrapposizione  alle  correnti  tradizionali  del  pensiero  medievale  (agostinismo,
          tomismo,  scotismo,  ecc.).  Nonostante  le  condanne  da  parte  delle  autorità
          ecclesiastiche  e  accademiche,  l’occamismo  si  diffuse  ampiamente  in  tutte  le
          università europee: a esso aderirono maestri secolari e appartenenti ai diversi ordini
          monastici  (Roberto  Holkot,  Adamo  Woodham,  Giovanni  Buridano,  Nicola

          d’Autrecourt,  Giovanni  di  Mirecourt,  Gregorio  da  Rimini,  Alberto  di  Sassonia,
          Pierre d’Ailly, ecc.). Mentre la filosofia di Occam era un organismo di idee molto
          coerente, il movimento occamista costituì, più che altro, una mentalità critica e un
          atteggiamento scettico, per il quale i tradizionali problemi metafisici perdevano di
          significato, mentre tutto l’interesse veniva rivolto alle questioni logiche, al problema
          del  valore  della  conoscenza  e  della  portata  reale  dei  concetti,  alla  scienza  della
          natura (con prevalenza del matematismo e di un certo empirismo); si sosteneva la
          netta separazione tra ragione e fede e, in campo politico, tra il potere laico e quello

          ecclesiastico.  Il movimento occamista influì sul pensiero moderno, non solo come
          elemento  dissolutore  di  posizioni  tradizionali,  ma  anche  anticipando  atteggiamenti
          scientifici e dottrine fisiche, posizioni politiche e teorie religiose (per es. di Lutero)
          dell’età moderna.

          OCCASIONALISMO.  Dottrina  secondo  la  quale  la  vera  causa  di  tutti  gli  eventi,
          nell’ordine  materiale  e  spirituale,  è  Dio  e  le  cause  immediate  e  finite  sono  solo
          occasioni  dell’intervento  divino.  L’occasionalismo,  di  cui  offre  qualche
          testimonianza anche la scolastica araba, ebbe la sua maggiore fioritura nella seconda
          metà  del XVII  sec.,  nell’ambito  dei  seguaci  di  Cartesio  (L.  Delaforge,  G.  de
          Cordemoy,  Geulincx,  J.  Clauberg  e,  primo  fra  tutti  per  vigore  speculativo,  N.  de
          Malebranche).  Una  delle  conseguenze  più  gravi  del  dualismo  cartesiano  era

          l’impossibilità  di  intendere  il  rapporto  fra  l’anima  e  il  corpo:  Cartesio  aveva  in
          realtà  affermato  l’azione  reciproca  fra  questi,  ma  entro  il  suo  sistema  una  tale
          relazione  risultava  in  linea  di  principio  inspiegabile.  Secondo  gli  occasionalisti,
          quando a un atto di volontà segue il corrispondente movimento corporeo, o quando a
          un’affezione corporea segue la correlativa modificazione mentale, la vera causa del
          movimento corporeo e della modificazione mentale è Dio, mentre l’atto di volontà e

          l’evento  fisico  sono  state  solo  «  cause  occasionali  »  dell’intervento  divino.  Da
          questa premessa, Malebranche deriva la nozione della conoscenza come « visione
          delle cose in Dio »: Dio illumina le nostre menti e noi « leggiamo » a nostra volta in
   606   607   608   609   610   611   612   613   614   615   616