Page 603 - Dizionario di Filosofia
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sicura  via  di  liberazione:  l’opera Umano,  troppo  umano  (1878)  è  addirittura

          dedicata a Voltaire e nel Viaggiatore e la sua ombra (1879) vengono proposti come
          eroi esemplari dell’umanità gli scienziati e i pensatori, i cercatori della verità come
          Lessing e  Goethe,  Socrate perfino, al quale nella Nascita della tragedia era stata
          addebitata  la  responsabilità  di  aver  contribuito  più  di  ogni  altro  alla  repressione
          dello spirito dionisiaco e alla conseguente decadenza del popolo greco.
          Intanto la giovanile ammirazione per Schopenhauer e per Wagner entrava in crisi: la

          filosofia del primo appariva a Nietzsche come una forma pervertita e decadente di
          cristianesimo, mentre Wagner aveva imboccato col Parsifal la via senza uscita del
          misticismo. Nietzsche diede battaglia al sapere come mistificazione e come puntello
          di pregiudizi religiosi e morali e giunse a formulare l’ideale liberatore di una « gaia
          scienza ». Vennero composte fra l’altro, in questo periodo di straordinaria fecondità,
          Aurora:  pensieri  sui  pregiudizi  morali*  (1881), La  Gaia  Scienza*  (1881-1887),
          Così  parlò  Zarathustra*  (1883-1885), Al  di  là  del  bene  e  del  male  (1886), La

          genealogia della morale*  (1887),  il Crepuscolo degli idoli*  (1888), L’Anticristo
          (1888).  L’universo  è  animato  da  un  movimento  ciclico,  come  avevano  già  visto  i
          maggiori filosofi dell’antica Grecia, e, poiché la durata del mondo è illimitata nel
          tempo, tutte le combinazioni possibili degli elementi devono necessariamente tornare
          a ripetersi (eterno ritorno). L’uomo che comprende e vuole questa ripetizione e che
          grida perciò alla natura l’invito gioioso: « Ancora una volta! » ha risolto « l’enigma

          di Dioniso », votandosi liberamente alla necessità del divenire cosmico (amor fati).
          Ma accettare la vita non deve significare per l’uomo rassegnarsi a se stesso: egli
          deve  considerarsi  solo  come  un  momento  transitorio  del  processo  evolutivo,  un
          ponte verso il superuomo. Intrinseca alla vita non è tanto la volontà di perpetuarsi,
          come  riteneva  Schopenhauer,  quanto  la  tendenza  all’autoaffermazione  dominatrice
          (volontà di potenza): l’esistenza superumana si fonderà sulla accettazione di questo
          istinto fondamentale e sulla conseguente « trasmutazione di tutti i valori ». Attraverso

          Nietzsche il Dioniso umiliato dal Cristo tornerà dunque nuovamente a regnare sulla
          Terra.
          Nietzsche considera il modo tradizionale di filosofare, fatto di sforzo paziente del
          pensiero e di ricerca di coerenza sistematica, come un lavoro da « operaio della
          filosofia ». Per lui filosofia è poesia, profezia, rivelazione ispirata: secondo la sua

          stessa espressione, egli scriveva « non con parole, ma con illuminazioni », e le sue
          opere sono infatti per lo più raccolte di splendidi aforismi. Sotto il suo procedere
          asistematico c’è tuttavia una coerenza di fondo, che non può sfuggire ai lettori più
          attenti.
          •  Molte  dottrine  ideologiche  del XX  sec.  si  sono  nutrite  di  concetti  di  Nietzsche,
          estratti  dal  contesto  del  suo  pensiero  e  quasi  sempre  tendenziosamente  deformati.
          Come esaltazione della volontà di potenza e del superuomo la sua filosofia è stata
          utilizzata a giustificazione delle ideologie totalitarie fascista e nazista (ma Nietzsche

          riteneva fra l’altro inattuali e menzogneri i miti della nazione e della razza).
          I  maestri  dell’esistenzialismo  hanno  sempre  riconosciuto  il  proprio  debito  con
          Nietzsche,  uomo  e  pensatore.  La  dottrina  dell’eterno  ritorno  ha  certamente
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