Page 599 - Dizionario di Filosofia
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di I. B. Cohen, Nuova York 1952; Papers and letters on natural philosophy, a cura
di I. B. Cohen, Cambridge 1958; Unpublished scientific papers of Isaac Newton, a
cura di A. R. Hall e M. Boas Hall, Cambridge 1962; Theological manuscripts, a
cura di H. Mc Lachlan, Liverpool 1950; in italiano: Principia, a cura di A. Pala,
Torino 1965; la migliore biografia è: L. T. More, Isaac Newton. A biography,
Nuova York 1962. Su N.: H. W. Turnbull, The mathematical discoveries of Newton,
Londra-Glasgow 1945; J. Craig, Newton at the mint, Cambridge 1946; S. J. Vavilov,
Isaac Newton, Torino 1954; A. Koyré, Newtonian studies, Londra 1965 (trad. it.:
Milano 1973); R. H. Huributt, Hume, Newton and the design argument, Lincoln
1965; F. E. Manuel, A portrait of Isaac Newton, Cambridge (Mass.) 1968; A. Pala,
Isaac Newton. Scienza e filosofia, Torino 1969.
NICÈFORO CUMNO, in gr. Nikēphóros Chûmnos, umanista e filosofo bizantino (†
1327). Dopo una vita ricca di onori presso la corte degli imperatori Michele VIII e
Andronico II, finì i suoi giorni in un monastero. È autore di scritti di teologia, di
filosofia e di retorica, oltre che di orazioni e di numerose lettere. Sostenne la
superiorità del pensiero aristotelico su quello platonico e neoplatonico, anticipando i
temi della successiva disputa umanistica.
NICHILISMO (dal lat. mediev. nichil, per il class, nihil, nulla). Termine usato per lo
più in senso polemico per qualificare dottrine o atteggiamenti di pensiero che
disconoscano realtà e valori largamente condivisi e giudicati essenziali. (Così il
credente accusa di nichilismo l’ateo [il termine si trova in questa accezione già in
sant’Agostino], lo scettico è colpevole di nichilismo gnoseologico, il relativismo
morale diventa nichilismo etico, e via dicendo. Nietzsche per parte sua considera il
nichilismo come rifiuto di tutti i valori correnti, una premessa necessaria della
nascita del superuomo*.)
• Orientamento ideologico-politico diffusosi in Russia nella seconda metà del XIX
sec. I seguaci del nichilismo non costituivano un partito politico organizzato e
avevano in comune solo uno stato d’animo, lo « stato di disperazione » di tutti quelli
che si ponevano la stessa domanda che fa da titolo al celebre romanzo di
Černyševskij: Che fare? Questo stato d’animo si diffuse tra i quadri (medici,
avvocati, tecnici agrari) dell’azione riformatrice di Alessandro II, divenuti poi inutili
col trionfo della reazione, e soprattutto tra i giovani intellettuali provenienti dalle
classi povere, i quali, entrati nell’università con la speranza di partecipare alla
politica di progresso sociale dello zar, si trovavano ributtati in una vita senza scopo.
I primi nichilisti, guidati da Dobroljubov e da Pisarev, e profondamente influenzati
dal positivismo occidentale, ritenevano che il progresso sociale si sarebbe verificato
solo sulla base di uno studio scientifico della realtà. Il nome (usato del resto solo dai
loro avversari) sottolinea il loro rifiuto di tutto il bagaglio delle idee tradizionali
(religiose, morali, estetiche, ecc.) e il loro proposito di ripartire da zero, fondandosi
sui dati e sui metodi delle scienze naturali. I nichilisti negavano la fatalità del male e
ritenevano che una società ricostruita con criteri scientifici avrebbe assicurato il
benessere delle masse. Dopo il 1870, sotto l’influenza di Černyševskij, al quale la
deportazione aveva dato un grande prestigio negli ambienti rivoluzionari, il