Page 600 - Dizionario di Filosofia
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nichilismo  si  orientò  verso  l’azione  pratica  e  verso  lo  studio  dei  problemi

          dell’economia  russa.  In  risposta  alle  persecuzioni  governative  alcuni  nichilisti
          parteciparono agli attentati anarchici, per quanto l’azione violenta di questo tipo non
          rientrasse  nel  programma  originario  del  movimento.  Nacque  così  l’alleanza  con
          uomini  come  Bakunin  e  Nečaev.  Così  il  termine,  usato  da  Turgheniev  per
          caratterizzare,  attraverso  il  protagonista  dei  suoi Padri  e  figli  (1862),
          l’atteggiamento  spirituale  di  una  generazione  determinata,  ha  finito  per  essere

          applicato in Occidente, almeno fino ai primi del Novecento, indiscriminatamente a
          tutta l’opposizione rivoluzionaria russa.
          NICOLA d’Autrecourt,filosofo della tarda scolastica (Autrecourt, Verdun, inizio del
          XIV sec. -† dopo il 1350). Studiò e insegnò alla Sorbona, ma fu poi costretto dalla
          condauna di papa Benedetto XII a lasciare l’università e a bruciare pubblicamente

          tutti i suoi scritti. Le sue tesi molto ardite (è stato definito « lo Hume del medioevo
          »)  derivano  da  uno  sviluppo  rigorosamente  consequenziario  dell’occamismo*.
          Secondo  Nicola  d’Autrecourt  tutto  ciò  che  sappiamo  ci  viene  dall’esperienza;  le
          sostanze sono perciò inconoscibili e la relazione di causalità si risolve nella mera
          successione temporale. L’abbandono dell’oggettivismo aristotelico non compromette
          d’altra parte le verità della rivelazione, il cui fondamento non è da ricercare in un

          determinato  sistema  filosofico.  Opere  principali: Exigit  ordo  executionis  e  le
          Epistulae, dirette al padre francescano Bernardo d’Arezzo.
          Bibliogr.:  M.  Dal  Pra, Nicola  d’Autrecourt,  Milano  1951;  M.  Dal  Pra, La
          fondazione dell’empirismo e le sue aporie nel pensiero di Nicola d’Autrecourt, «
          Rivista critica di storia della filosofia », 1952.

          NICOLA  o NICCOLÒ da cusa  o Cusano,  in  ted. Nikolaus  Chrypffs  o Krebs  von
          Cues,  filosofo,  teologo  e  scienziato  tedesco  (Cues  Treviri,  1400  o  1401  -  Todi
          1464).  Frequentò le università di  Heidelberg (1416), di  Padova (1417-1423) e di

          Colonia  (1425),  studiando  prima  diritto  e  poi  filosofia  e  teologia.  Divenuto
          segretario  del  cardinale  Giovanni  Orsini,  legato  papale  in  Germania  (1426),
          intraprese  la  carriera  ecclesiastica.  Chiamato  dal  cardinale  Giuliano  Cesarini  al
          concilio di  Basilea, dapprima sostenne la causa della supremazia del concilio sul
          papa, ma poi, preoccupato per l’unità della Chiesa, passò fra i difensori dei diritti
          del pontefice. Dopo aver contribuito, con una missione a Costantinopoli (1437), alla
          provvisoria  riunificazione  della  Chiesa  greca  con  quella  romana  e  dopo  aver
          condotto successivamente un’abile campagna presso i principi tedeschi in favore di

          Eugenio IV e contro l’antipapa Felice V, ottenne il cappello cardinalizio (1448).
          Il  Cusano  fu,  tra  i  grandi  ecclesiastici  del  suo  tempo,  forse  il  più  dolorosamente
          consapevole  dei  mali  della  Chiesa  e  uno  di  quelli  che  più  conseguentemente
          lottarono per eliminarli: la sua azione appassionata contro le forme più aberranti del
          culto  delle  immagini  e  contro  la  corruzione  del  clero  sembra  come  pervasa  dal

          presentimento  della  Riforma  incombente.  Come  filosofo,  egli  rivive  in  forma
          originale l’eredità dell’occamismo* e del misticismo tedesco. Il suo capolavoro, De
          docta ignorantia* (scritta nel 1439-1440), sviluppa il tema della conoscenza come
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