Page 598 - Dizionario di Filosofia
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l’università di Cambridge fu chiusa ed egli rientrò a Woolsthorpe, rimanendovi fino
          al  1667.  A  questo  periodo  risalgono  le  sue  scoperte  fondamentali  sul  calcolo
          infinitesimale, sulla natura della luce e sulla teoria della gravitazione universale. Nel
          1669 succedette a Barrow nell’insegnamento della matematica ed espose nelle sue
          lezioni la teoria della composizione della, luce bianca, completando la spiegazione
          del fenomeno dell’arcobaleno fornita da Cartesio. Nel 1671 costruì un telescopio a

          riflessione. Nominato membro della Royal Society nel 1672, tre anni dopo comunicò
          a tale accademia una teoria sul colore dei corpi, pervenendo anche a una spiegazione
          delle  iridescenze  prodotte  mediante  lamine  sottili.  I  suoi  studi  sulla  diffrazione
          (scoperta dal Grimaldi) non vennero pubblicati che nel 1704, nella prima edizione
          del Trattato di ottica. Cedendo alle pressioni di Halley, si accinse, probabilmente
          intorno  al  1683,  a  scrivere  i Principi  matematici  della  filosofia  naturale,  che
          vennero  pubblicati  nel  1687,  nonostante  le  ristrettezze  finanziarie  della  Royal

          Society, avendo lo stesso Halley garantito al tipografo la copertura delle spese di
          stampa. In tale opera Newton sviluppò la sua teoria della gravitazione universale che
          andava elaborando da parecchi anni. Oltre a questa legge fondamentale, secondo cui
          la forza di attrazione tra due corpi è inversamente proporzionale al quadrato della
          loro distanza, si trovano esposti nel trattato lo studio del moto dei fluidi, le leggi
          dell’urto, il calcolo della precessione degli equinozi, la teoria delle maree, ecc. Si

          può  affermare  senz’altro  che  questo scritto  ha  posto  i  fondamenti  e  ha  fissato  i
          procedimenti della scienza moderna. Oltre all’enorme importanza delle indicazioni
          metodologiche espresse da Newton, che ebbero un’influenza grandissima su tutta la
          ricerca filosofica a partire dall’illuminismo, occorre anche ricordare che l’immagine
          dell’universo delineata, per i suoi caratteri di unità e di coerenza, fu il presupposto
          di larga parte della corrente deistica. Nel 1687 Newton fu scelto dall’università di
          Cambridge quale difensore dei suoi diritti contro le intromissioni della monarchia; le

          capacità di cui diede prova in tale occasione lo fecero eleggere dal medesimo ateneo
          come proprio rappresentante al parlamento; nel 1703 fu eletto presidente della Royal
          Society, carica che mantenne fino alla morte.
          A Newton si devono anche numerose scoperte matematiche fondamentali. Nel campo
          dell’analisi  infinitesimale  i  suoi  risultati  sono  esposti  in  numerosi  opuscoli.  Di
          particolare importanza anche il suo carteggio del quale fanno parte alcune lettere che

          possono essere considerate vere e proprie memorie scientifiche. Nel trattato relativo
          alla  quadratura  delle  curve  si  notano,  in  particolare,  le  regole  del  metodo  delle
          flussioni esposte contemporaneamente alla scoperta da parte di Leibniz del calcolo
          differenziale; anzi, tra i sostenitori dei due scienziati sorse un’accesa disputa circa la
          priorità dell’invenzione di tale nuovo metodo di calcolo. Newton detestava questo
          genere  di  controversie  e  ciò  spiega  l’esitazione  che  egli  spesso  mostrò  prima  di
          pubblicare i risultati originali delle sue ricerche.

          Bibliogr.: Opera, a cura di S. Horsley, 5 voll., Londra 1779-1785; l’edizione critica
          dei Philosophiae  naturalis  principia  mathematica,  a  cura  di  A.  Koyré  e  I.  B.
          Cohen, 2 voll., Cambridge (Mass.) 1972 è accompagnata dal volume di I. B. Cohen,
          Introduction to Newton’s « Principia », Cambridge (Mass.) 1972; Opticks, a cura
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