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l’università di Cambridge fu chiusa ed egli rientrò a Woolsthorpe, rimanendovi fino
al 1667. A questo periodo risalgono le sue scoperte fondamentali sul calcolo
infinitesimale, sulla natura della luce e sulla teoria della gravitazione universale. Nel
1669 succedette a Barrow nell’insegnamento della matematica ed espose nelle sue
lezioni la teoria della composizione della, luce bianca, completando la spiegazione
del fenomeno dell’arcobaleno fornita da Cartesio. Nel 1671 costruì un telescopio a
riflessione. Nominato membro della Royal Society nel 1672, tre anni dopo comunicò
a tale accademia una teoria sul colore dei corpi, pervenendo anche a una spiegazione
delle iridescenze prodotte mediante lamine sottili. I suoi studi sulla diffrazione
(scoperta dal Grimaldi) non vennero pubblicati che nel 1704, nella prima edizione
del Trattato di ottica. Cedendo alle pressioni di Halley, si accinse, probabilmente
intorno al 1683, a scrivere i Principi matematici della filosofia naturale, che
vennero pubblicati nel 1687, nonostante le ristrettezze finanziarie della Royal
Society, avendo lo stesso Halley garantito al tipografo la copertura delle spese di
stampa. In tale opera Newton sviluppò la sua teoria della gravitazione universale che
andava elaborando da parecchi anni. Oltre a questa legge fondamentale, secondo cui
la forza di attrazione tra due corpi è inversamente proporzionale al quadrato della
loro distanza, si trovano esposti nel trattato lo studio del moto dei fluidi, le leggi
dell’urto, il calcolo della precessione degli equinozi, la teoria delle maree, ecc. Si
può affermare senz’altro che questo scritto ha posto i fondamenti e ha fissato i
procedimenti della scienza moderna. Oltre all’enorme importanza delle indicazioni
metodologiche espresse da Newton, che ebbero un’influenza grandissima su tutta la
ricerca filosofica a partire dall’illuminismo, occorre anche ricordare che l’immagine
dell’universo delineata, per i suoi caratteri di unità e di coerenza, fu il presupposto
di larga parte della corrente deistica. Nel 1687 Newton fu scelto dall’università di
Cambridge quale difensore dei suoi diritti contro le intromissioni della monarchia; le
capacità di cui diede prova in tale occasione lo fecero eleggere dal medesimo ateneo
come proprio rappresentante al parlamento; nel 1703 fu eletto presidente della Royal
Society, carica che mantenne fino alla morte.
A Newton si devono anche numerose scoperte matematiche fondamentali. Nel campo
dell’analisi infinitesimale i suoi risultati sono esposti in numerosi opuscoli. Di
particolare importanza anche il suo carteggio del quale fanno parte alcune lettere che
possono essere considerate vere e proprie memorie scientifiche. Nel trattato relativo
alla quadratura delle curve si notano, in particolare, le regole del metodo delle
flussioni esposte contemporaneamente alla scoperta da parte di Leibniz del calcolo
differenziale; anzi, tra i sostenitori dei due scienziati sorse un’accesa disputa circa la
priorità dell’invenzione di tale nuovo metodo di calcolo. Newton detestava questo
genere di controversie e ciò spiega l’esitazione che egli spesso mostrò prima di
pubblicare i risultati originali delle sue ricerche.
Bibliogr.: Opera, a cura di S. Horsley, 5 voll., Londra 1779-1785; l’edizione critica
dei Philosophiae naturalis principia mathematica, a cura di A. Koyré e I. B.
Cohen, 2 voll., Cambridge (Mass.) 1972 è accompagnata dal volume di I. B. Cohen,
Introduction to Newton’s « Principia », Cambridge (Mass.) 1972; Opticks, a cura