Page 595 - Dizionario di Filosofia
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problemi  insolubili  e  le  sue  esperienze  inverificabili.  Sulla  stessa  linea  critica

          sembravano essere stati i maestri dell’empirismo e del positivismo classico, anche
          se essi si erano poi assai raramente mantenuti fedeli a tali premesse: di qui l’idea di
          essere gli iniziatori di un empirismo e di un positivismo rinnovati. Inoltre i seguaci
          del movimento erano concordi nel riconoscere come contributi veramente importanti
          alla  fondazione  di  una  nuova  filosofia  le  ricerche  epistemologiche  di  alcuni
          scienziatifilosofi  (primo  fra  tutti  E.  Mach)  e  la  costruzione  della  nuova  logica

          simbolica,  culminata  nei Principia  mathematica  (1900-1913)  di  Russell  e
          Whitehead.  Le  tesi  del Tractatus logico-philosophicus  (1922)  di  L.  Wittgenstein
          trovarono largo consenso fra gli aderenti al gruppo viennese, che erano giunti nelle
          loro discussioni e ricerche ad analoghe conclusioni. Ci sono fatti elementari, attestati
          dall’esperienza; pensare questi fatti vuol dire esprimerli in proposizioni significanti,
          la cui verità o falsità sta nell’essere o non essere corrette immagini simboliche di
          quelli;  tutte  le  altre  proposizioni  significanti  derivano,  in  base  a  certe  regole  di

          trasformazione,  da  quelle  rispecchianti  i  fatti  elementari.  L’atteggiamento
          antimetafisico è espresso in modo molto incisivo nella celebre quarta « proposizione
          fondamentale » di Wittgenstein: « su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere ». Il
          presupposto  gnoseologico  implicito  nelle  affermazioni  sopra  riferite  è  quello
          dell’empirismo  ingenuo,  che  attribuisce  dogmaticamente  valore  di  verità  primaria
          all’esperienza immediata: su tale assunzione poggia la prima opera sistematica uscita

          dall’ambito del circolo di Vienna, La costruzione logica del mondo, pubblicata da
          Carnap  nel  1928.  Con  la  revisione  critica  di  tale  premessa  arbitraria  il
          neopositivismo  acquisisce  una  nuova  fisionomia  ed  entra  in  una  fase  più  matura.
          Attraverso i contributi dello stesso Carnap, di H. Reichenbach, di O. Neurath e di
          altri,  di  solito  apparsi  sulla  rivista Erkenntnis  (Conoscenza),  si  venne  sempre
          meglio delineando una concezione più radicalmente formalistica della natura della
          filosofia.  Il compilo di questa viene fatto ora consistere solo nella indagine delle

          strutture  formali  del  discorso  scientifico,  con  l’avvertenza  che  non  ha  nemmeno
          senso  parlare  di  un  sistema  logico  privilegiato,  essendo  da  considerare  parimenti
          validi tutti i sistemi costruiti sulla base di assiomi coerenti e di regole sintattiche
          univoche (convenzionalismo). Come naturale prosecuzione di questa linea va vista
          anche  la  ripresa  dell’antico  ideale,  medievale  e  leibniziano,  della  unificazione

          sistematica di tutto il sapere entro le strutture di un linguaggio rigoroso, che avrebbe
          poi  dovuto  essere  quello  della  fisica,  opportunamente  generalizzato  e  adattato.  In
          seguito all’avvento del nazismo in Germania e al successivo Anschluss dell’Austria
          (1938) quasi tutti i maestri del circolo di Vienna emigrarono negli Stati Uniti, dove
          fra l’altro venne tentata l’unificazione del sapere scientifico sulla base del linguaggio
          «  fisicalistico  »  e  venne  avviata  la  pubblicazione  (1938)  della International
          Encyclopedia of Unified Science. Mentre in Europa, col Wittgenstein delle Ricerche
          filosofiche (1953) e con gli inglesi A. Ayer e  G.  Ryle, il positivismo logico si è

          volto all’analisi del linguaggio comune, imbattendosi di nuovo in molti dei problemi
          filosofici tradizionali, il trapianto americano ha fatto acquisire al movimento forze
          nuove,  derivanti  per  lo  più  dalla  tradizione  pragmatistica  e  dalla  filosofia  del
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