Page 594 - Dizionario di Filosofia
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neoplatonismo siriaco, caratterizzato dal recupero dotto della religione popolare e

          dalla  giustificazione  filosofica  dei  riti  magici  e  delle  pratiche  propiziatorie.  La
          scuola di Alessandria continuò comunque a fiorire ed ebbe anche fra i suoi seguaci
          una singolare figura di martire, la filosofa e matematica greca Ipatia, trucidata nel
          415 dalla plebe cristiana eccitata da alcuni monaci. In quegli stessi anni il centro del
          neoplatonismo si spostò ad Atene, dove al principio del V sec. aprì scuola Plutarco
          di Atene.  Il  massimo  rappresentante  della  scuola  d’Atene  fu  Proclo,  che  dette  al

          pensiero  neoplatonico  una  forma  sistematica  definitivamente  compiuta.  La  scuola
          d’Atene fu chiusa nel 529 per ordine di Giustiniano. (V. ACCADEMIA PLATONICA.)
          Secondo  la  dottrina  neoplatonica,  Dio  è  l’assolutamente  incomprensibile  e
          l’assolutamente  ineffabile.  Se  si  deve  nominarlo,  si  può  dire  di  esso,  seppure
          impropriamente, che è l’Uno.  La realtà deriva dall’Uno per emanazione.  Il primo
          grado dell’emanazione è il Logos, il Verbo o Intelligenza divina, racchiudente in sé
          le  idee  di  tutti  gli  esistenti  possibili.  Dall’Intelligenza  emana  l’Anima,  principio

          vitale dell’universo corporeo. L’imperfezione di quest’ultimo è dovuta alla Materia,
          che non è emanazione divina, ma ha solo una « esistenza negativa » ed è per essenza
          privazione  di  realtà  e  di  bene.  L’Uno,  l’Intelligenza  e  l’Anima  del  mondo  sono
          dunque le tre ipostasi della Trinità neoplatonica. L’essere generato aspira a risalire
          alla perfezione che lo ha emanato. È il ritorno a Dio: tutto viene dal Bene e tutto
          tende  al  Bene.  Perché  l’anima  umana,  che  è  parte  dell’Anima  del  mondo,  possa

          ricongiungersi  all’Uno,  è  necessario  che  essa,  passando  attraverso  vari  gradi  di
          purificazione dalla contaminazione corporea, pervenga a quello stato di abbandono
          di sé e di totale dedizione, nel quale si realizza l’estasi.
          Dopo  aver  invano  contrastato  l’avanzata  del  cristianesimo,  anche  al  livello  della
          religiosità  popolare  (Giamblico),  il  neoplatonismo  sopravvisse  come  componente
          dottrinaria  incorporata  dalla  patristica  e  dalla  speculazione  cristiana  successiva.
          Strutture  di  tipo  neoplatonico  sono  peraltro  individuabili  anche  in  molti  pensatori

          moderni (primo fra tutti, Hegel).
          Bibliogr.:  Th.  Wittaker, The  neoplatonists,  Cambridge  1916;  W.  Theiler, Die
          Vorbereitung des Neoplatonismus, Berlino 1930; H. Koch, Pronoia und Paideusis,
          Berlino-Lipsia 1932; Ph. Merlan, From Platonism to neoplatonism, L’Aia 1953; H.

          Dörrie, Die Frage nach dem Transzendenten im Mittelplatonismus, Vandoeuvres-
          Ginevra 1960; Der Neuplatonismus, a cura di W. Schultz, Berlino 1965; W. Theiler,
          Forschungen zum Neuplatonismus, Berlino 1966.
          NEOPOSITIVISMO.  Movimento  filosofico  contemporaneo  di  prevalenti  interessi

          logico-linguistici,  che  si  richiama  al  positivismo  ottocentesco.  (Sin. POSITIVISMO
          LOGICO e, meno usato, EMPIRISMO LOGICO.)

          Esso  si  è  sviluppato  nell’ambito  del  circolo  di  Vienna*  (Wiener  Kreis),  fondato
          (1924)  da  M.  Schlick  e  da  un  gruppo  di  professori  di  matematica  e  filosofia
          dell’università di Vienna (H. Feigl, K. Gödel, O. Neurath, F. Waismann) e arricchito
          successivamente  da  nuove  adesioni,  come  quella  assai  importante  di R.  Carnap
          (1926).  Ciò  che  accomunava  i  vari  membri  del  gruppo  era  in  primo  luogo

          l’avversione  per  la  filosofia  tradizionale,  col  suo  linguaggio  ambiguo,  i  suoi
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