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Stammler, e la scuola di Baden*, volta a una fondazione oggettiva e non psicologica

          dei valori conoscitivi, estetici e morali (« filosofia dei valori ») e rappresentata da
          W.  Windelband,  H.  Rickert,  E.  Lask,  H.  Münsterberg,  B.  Bauch,  E.  Troeltsch.
          D’altra parte la linea di ricerca di alcuni filosofi e storici, come Simmel e Dilthey,
          impegnati  nella  determinazione  della  possibilità,  dei  modi  e  dei  limiti  del  sapere
          storico, emerge anch’essa dal terreno speculativo del neocriticismo. I tratti comuni a
          questi vari pensatori e gruppi sono l’analisi critica dei dati immediati e l’aspirazione

          a giungere attraverso di essa alla fondazione di una oggettività non empirica e non
          psicologica sia delle strutture logiche del pensiero, sia dei valori estetici e morali.
          Il neocriticismo ebbe autorevoli rappresentanti anche in Francia (C. Renouvier, S.
          Pillon, L. Brunschvicg) e in Inghilterra (S. H. Hodgson, R. Adamson, G. D. Hicks).
          In Italia il movimento non trovò rispondenza adeguata: deriva tuttavia in parte dal
          neocriticismo tedesco la formazione di A. Banfi.

          Bibliogr.:  G.  Barzellotti, La  nuova  scuola  di  Kant  e  la  filosofia  scientifica
          contemporanea  in  Germania,  Roma  1880;  A.  Steriad, L’interprétation  de  la
          doctrine  de  Kant  par  l’école  de  Marbourg,  Parigi  1913;  J.  Hessen, Die
          Religionsphilosophie des Neukantianismus, Friburgo 1924; H. Dussort, L’école de
          Marbourg, Parigi 1963; L. Lugarini, Criticismo e « fondazione soggettiva », Urbino

          1967.
          NEOEMPIKISMO.  Termine  che  indica  l’empirismo  contemporaneo,  in  quanto
          caratterizzato dal rifiuto di alcune tesi dell’empirismo tradizionale e dalla riduzione
          della  filosofia  ad  analisi  dei  metodi  e  dei  linguaggi  della  scienza.  Si  distingue
          dall’empirismo tradizionale soprattutto per la concezione dell’origine non empirica
          delle costruzioni logiche e matematiche. I suoi presupposti coincidono più o meno
          con  quelli  del  neopositivismo*,  che  si  qualifica  del  resto  anche  come empirismo

          logico.
          NEOHEGELISMO. Movimento filosofico sorto dalla ripresa e dallo sviluppo di alcuni
          temi  della  filosofia  di  Hegel  soprattutto  nella  cultura  anglo-sassone.  Tra  gli
          esponenti  più  importanti:  J.  H.  Stirling,  E.  Caird,  T.  H.  Green,  F.  H.  Bradley,  B.

          Bojanquet. (V. HEGELISMO.)
          NEOKANTISMO.  Movimento  filosofico  sorto  nella  seconda  metà  del XIX  sec.  come
          restaurazione del metodo critico di Kant e ripresa di alcuni temi fondamentali del
          suo pensiero. (V. NEOCRITICISMO.)
          NEOLAMARCKISMO. Ipotesi evolutiva che ripete in forma aggiornata i principi di J.-

          B, Lamarck. Essa nega il valore fondamentale della selezione naturale e attribuisce
          un ruolo fondamentale alle abitudini nel determinare le modificazioni strutturali, ed
          ebbe  una  grande  fortuna  alla  fine  del XIX  sec.  e  all’inizio  del XX.  I suoi maggiori
          assertori sono stati E. D. Cope, che ne è stato il caposcuola, Packard e Osborn negli
          Stati Uniti; Haeckel e Nāgeli in Germania; Spencer in Inghilterra. Fra le edizioni più
          recenti del lamarckismo possono venire considerati il miciurinismo e le posizioni di

          Lysenko nell’URSS.
          NEOPITAGORISMO.  Movimento  filosofico-religioso  che  si  verificò  nella  cultura
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