Page 60 - Dizionario di Filosofia
P. 60
Bibliogr.: Les propos de Alain, Parigi 1920; Système des beauxarts, Parigi 1920
(trad. it.: Milano 1947); Vingt leçons sur les beauxarts, Parigi 1931 (trad. it.: Roma
1953); Propos sur des philosophes, Parigi 1961; su A.: S. Solmi, Il pensiero di
Alain, Milano 1947; A. Maurois, Alain, Parigi 1950; C. Carbonara, L’arte e le arti
secondo Alain, Napoli 1959.
ALBERTISMO. Indirizzo filosofico dei secc. XIII e XIV, costituito dai continuatori di
Alberto Magno: si sviluppò in Germania, soprattutto a Colonia e nell’ambito
dell’ordine domenicano. Ad Alberto Magno risalgono le varie correnti
dell’aristotelismo medievale (infatti diretto discepolo di Alberto fu Tommaso
d’Aquino e, secondo alcuni, anche Gigieri di Brabante): ma la tradizione albertista
in senso stretto è quella che accentua le tendenze neoplatoniche già presenti
nell’opera di Alberto, con Ulrico di Strasburgo e Teodorico di Vriberg. A questa
tradizione si riallacciano anche, ma con riferimento più diretto alle fonti del
neoplatonismo, le tendenze della mistica tedesca, che ebbero il maggior esponente in
Maestro Eckhart.
Nel XV sec. si chiamarono « albertisti » alcuni seguaci del realismo*, che per
opporsi al terminismo occamista preferirono mettersi sotto il patrocinio di Alberto
Magno, distinguendosi e contrapponendosi ai tomisti, mentre fin allora nella difesa
del realismo i nomi di Alberto e di Tommaso erano sempre stati associati. Questo
albertismo, sorto a Parigi con Giovanni di Nova Domo, fiorì anch’esso a Colonia,
dove ebbe il suo maggiore esponente in Eimerico de Campo, maestro di Niccolò
Cusano.
ALBERTO Magno (santo), filosofo, teologo e scienziato tedesco (Lauingen, Svevia,
1193 circa – Colonia 1280). Studiò in Italia, e a Padova, nel 1223, entrò nell’ordine
domenicano. Lettore di teologia nel convento di Colonia e in altri conventi tedeschi,
ottenne il titolo di maestro di teologia nel 1245 a Parigi, dove insegnò tre anni
(1245-1248): in quest’epoca ebbe come discepolo Tommaso d’Aquino. Insegnò poi
a Colonia (1248-1254) e in altre città.
Fu provinciale del suo ordine per la Germania e vescovo di Ratisbona (1260-1262).
La fortuna eccezionale del suo grande discepolo Tommaso d’Aquino ha
notevolmente nociuto alla conoscenza del pensiero di Alberto Magno, spesso
considerato solo come preparatore e antesignano del grande sistema tomistico. In
realtà la personalità di Alberto ha una sua spiccata impronta originale. Si può dire
che egli per primo comprese che la filosofia e le scienze non dovevano essere
coltivate soltanto come semplici strumenti e avviamenti alla teologia, ma avevano un
valore autonomo; e quindi approfondì la conoscenza dell’aristotelismo e della
cultura araba, proponendosi di esporre e commentare per i Latini tutte le opere del
Corpus aristotelico e degli scienziati arabi. Il valore di questi commenti, come pure
quello delle sue opere originali, è molto vario: Alberto manca di sistematicità e ha
una certa tendenza all’eclettismo; il suo aristotelismo è fortemente imbevuto di
neoplatonismo, sia perché tra i commentatori arabi preferisce Avicenna, sia perché è
a conoscenza di opere che più direttamente si riallacciano a Proclo e all’originario
neoplatonismo. Infatti a lui fa capo anche una corrente di pensiero di schietta