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« scienze umane », con una valutazione in rapporto all’adattamento dell’individuo.
          Anzitutto si è messo in rilievo che non esiste una reciproca autonomia tra affettività e
          attività  intellettiva,  che  non  è  concepibile  una  qualsiasi  attività  mentale  che  sia
          staccata  da  una  risonanza  emotiva,  affettiva,  sentimentale.  Quanto  all’origine
          dell’affettività, in contrapposizione alla tradizionale tesi intellettualistica (Cartesio,
          Leibniz,  Herbart)  che  riconduceva  gli  stati  affettivi  a  fatti  intellettuali,  cioè  alla

          coscienza di un accordo o di un conflitto di rappresentazioni, sono state proposte
          altre spiegazioni, quali la teoria periferica delle emozioni di Lange-James e la tesi
          psicoanalitica. Infine, da parte della scienza moderna, si tende a dare una valutazione
          positiva dell’affettività in generale, specialmente dal punto di vista biologico.
          AFFEZIONE.  Qualsiasi  modificazione  o  variazione  di  un  essere  determinata  da  un
          agente  esterno  o  interno,  e  la  condizione  o  stato  che  ne  deriva;  anche  proprietà,

          modo, impressione subita passivamente, sia riferita al corpo (es.: affezioni morbose)
          sia riferita all’animo. (Il termine viene usato talora per tradurre il gr. páthos e il lat.
          passio, in quanto l’it. passione ha minore estensione e, usato solo in senso morale,
          non richiama più alla mente l’originario valore di patire, subire.)

          a fortiori.  Locuzione  lat.  che  significa a più forte ragione, usata nella logica per
          indicare un modo di argomentare per il quale le ragioni che si ritengono valide in un
          caso sono ancora più valide in un altro caso che è implicato nel primo (es.: se è
          dovere del cittadino difendere la patria, a fortiori lo deve essere per il soldato).
          AGAZZI (Rosa), educatrice italiana (Volongo, Cremona, 1866-1951). Diede l’avvio,

          con  la  sorella  CAROLINA  (Volongo  1870-1945)  a  una  riforma  dell’educazione
          infantile. La casa dei bambini di Mompiano (Brescia), da lei diretta dal 1896 in poi,
          servì di modello a molti asili infantili che sorsero poi col nome e col metodo delle
          sorelle Agazzi. Tale metodo si fonda sulla spontaneità e sull’esperienza personale
          dei  bambini,  i  quali  vivono  in  comunità,  attendono  a  lavori  vari,  alternati  con  la
          musica, col canto, con la conoscenza di cose nuove. Il metodo Agazzi non ha nulla di

          artificioso  e  di  meccanico  ed  è  stato  perciò  talora  contrapposto  al  metodo
          Montessori,  ma  in  realtà  rimane  un’esperienza  molto  più  limitata.  Tra  le  opere:
          L’arte delle piccole mani (1923), Guida per le educatrici dell’infanzia (1932).
          Bibliogr.:  D.  Orlando, L’ambiente  socioculturale  e  l’esperienza  educativa
          agazziana, Brescia 1967.

          AGNOSTICISMO  (dal  gr. ágnōstos,  sconosciuto).  Ogni  dottrina  filosofica  la  quale
          affermi  che  l’assoluto  è  inaccessibile  alla  mente  umana,  e  limiti  le  possibilità
          conoscitive dell’uomo all’ambito fenomenico. (Il termine fu creato nel 1869 da T. H.
          Huxley,  e  gli  sarebbe  stato  suggerito  dall’iscrizione Agnōstōi  Theōi  [A  un  Dio
          sconosciuto], che san Paolo dichiara di aver visto su un altare ad Atene.) Il termine

          si applica in particolare al criticismo di Kant, che, pur ammettendo resistenza di una
          cosa in sé, o noumeno, nega che essa sia conoscibile all’intelletto; al positivismo in
          genere  e  specialmente  a  quello  di  Spencer,  che  dichiara  inconoscibile  l’assoluto;
          alla  dottrina  dell’incondizionato  di  W.  Hamilton  e  di  H.  L.  Mansel;  ma
          l’agnosticismo può essere anche un atteggiamento mentale, proprio di chi rifugga dal
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