Page 59 - Dizionario di Filosofia
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dal 1483. Sotto l’influenza dell’Umanesimo italiano, promosse lo studio delle lingue
classiche in Germania; nella sua principale opera, De inventione dialectica, che
ebbe larghissima risonanza nella cultura europea del tempo, criticò la logica degli
scolastici e rifiutò di accettare dogmaticamente l’autorità di Aristotele.
AGRIPPA, in gr. Agríppas, filosofo scettico greco (fine del I sec., inizio del II sec.
d.C.). Espose cinque modi (o tropi) per giungere alla sospensione del giudizio, volti
a combattere le opinioni dei dogmatici, in aggiunta ai dieci modi già elencati da
Enesidemo, rispetto ai quali quelli di Agrippa obbediscono a criteri metodici più
rigorosi e hanno maggiore incisività e comprensività. Essi sono: 1. la discordanza tra
le opinioni dei vari filosofi e nella vita stessa; 2. il processo all’infinito*; 3. la
relatività di ogni nostra conoscenza; 4. l’ipoteticità o convenzionalità dei princìpi
primi indimostrabili; 5. il circolo vizioso, o diallelo*.
Bibliogr.: V. SCETTICISMO.
AGRIPPA VON NETTESHEIM (Heinrich Cornelius), medico, alchimista e filosofo
tedesco (Colonia 1486 - Grenoble 1535). Esponente della cultura magica ed
occultista rinascimentale, elaborò una teoria sulla possibilità di intervenire nel corso
dei fenomeni naturali, grazie al rapporto privilegiato che il mago istituisce con le
potenze dell’universo, mediatrici tra l’uomo e la divinità: in questa concezione
confluiscono temi cabalistici, platonici e mistici, tratti, questi ultimi, soprattutto da
Dionigi l’Areopagita. La sua opera riveste notevole importanza anche per aver
introdotto temi della filosofia scettica nella cultura rinascimentale col De
incertitudine et vantiate scientiarum (1526).
Bibliogr.: Testi umanistici su l’ermetismo, a cura di P. Zambelli, Roma 1955;
Scritti inediti e dispersi, pubblicati e illustrati da P. Zambelli, Firenze 1965; su A.:
e
A. Prost, Les sciences et les arts occultes au XVI siècle: Corneille Agrippa, sa vie
et ses oeuvres, 2 voll., Parigi 1881; C. G. Nauert jr., Magic and scepticism in
Agrippa’s thought, « Journal of the history of ideas », XVIII.
ALAIN, pseudonimo di Emile CHARTIER, filosofo francese (Mortagneau-Perche 1868
- Le Vésinet 1951). Fu professore di filosofia a Rouen, poi a Parigi, al liceo Henri
IV. Si fece conoscere a un vasto pubblico grazie ai suoi Ragionamenti (Propos),
pubblicati dapprima nella Dépêche de Rouen (1906), poi nella Nouvelle Revue
française e riuniti in seguito in volumi: Ragionamenti di Alain* (1908-1919),
Sistema delle arti (1920), Ragionamenti sulla felicità (1928), Ragionamenti
sull’educazione (1932), Ragionamenti sulla letteratura (1934), Storia dei miei
pensieri (1935), Ragionamenti di economia (1935), Vigilie dello spirito (1942),
Gli dei (1947). I « ragionamenti », ovvero brevi divagazioni su temi diversi offerti
alla meditazione dalla realtà quotidiana, sono la forma tipica in cui si esprime il
pensiero di Alain, alieno per natura da ogni forma di sistematizzazione e capace di
cogliere acutamente il dato immediato, particolare, per risalire da esso
all’universale. Componenti tipiche di tale pensiero sono il razionalismo e il
moralismo, di schietta tradizione francese entrambi, il radicalismo in politica, e
l’individualismo.