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identità applicato all’esistenza temporale, e tutte le teorie e le ipotesi scientifiche
(compresa la relatività di Einstein) traggono dalla capacità unificante il loro valore.
La scienza non risponde al solo bisogno umano di prevedere e dominare
praticamente gli eventi, come sostiene il pragmatismo antico e nuovo: c’è al
contrario alla sua radice una esigenza essenzialmente teoretica. Senonché il processo
di sintesi e di identificazione, in cui quell’esigenza si esprime, è destinato a rimanere
sempre incompiuto. L’irrazionale irriducibile dà scacco alla ragione, e se questa
riporta continui successi parziali, dalle sue stesse conquiste emergono nuovi
irrazionali, sempre più resistenti e difficilmente assimilabili. Da questa tensione
emerge il progresso scientifico. La metafisica, che è mossa dallo stesso impulso, si
differenzia dalla scienza solo per l’illusione di raggiungere d’un balzo l’unità totale
e di eliminare del tutto quegli irrazionali con i quali invece la scienza si rassegna a
convivere. La sua opera principale è Identità e Realtà* (1908).
Bibliogr.: O. Stumper, L’explication scientifique selon E. Meyerson, Lussemburgo
1929; N. Abbagnano, La filosofia di E. Meyerson e la logica dell’identità, Napoli
1929; G. Boas, A criticai analysis of the philosophy cf E. Meyerson, Baltimora
1930; A. M. Denti, Scienza e filosofia in Meyerson, Firenze 1940; J. La Lumia, The
ways of reason. A critical study of the ideas of E. Meyerson, Londra 1966; C.
Manzoni, L’epistemologia di E. Meyerson, Roma 1971.
MICHELE SCOTO o SCOTTO, in ingl. Michael Scot o Scott, filosofo scozzese
(seconda metà del XII sec. - † prima del 1236). La sua presenza è segnalata dapprima
in Spagna, a Toledo, intorno al 1217, dove tradusse dall’arabo in latino Aristotele
(De animalibus, De caelo et mundo, De anima) e Averroè, che fece conoscere in
Occidente. Nel 1220 si trasferì in Italia, dove continuò la sua opera di traduttore e si
acquistò grande fama come cultore di scienze magiche (a questo titolo è ricordato
anche da Dante in Inf., XX, 116-117), divenendo, tra l’altro, l’astrologo di Federico
II; all’imperatore dedicò, tra l’altro, una sua grande opera di astrologia, divisa in tre
parti: Liber introductorius, Liber de particularibus e Physigonomia o De secretis
naturae.
Bibliogr.: W. J. Brown, An enquiry into the legend and life of M. Scottus,
Edimburgo 1897; Ch. H. Haskins, Studies in the history of medieval science,
Cambridge (Mass.) 1927.
MICHELET (Karl Ludwig), filosofo tedesco (Berlino 1801-1893). Insegnò
all’università di Berlino (1829) e fu uno dei seguaci più noti e attivi della destra
hegeliana. Fu tra i curatori della prima edizione completa delle opere di Hegel e
diresse la rivista Der Gedanke (Il pensiero). Opere principali: Sistema di filosofia
morale (1828), Storia degli ultimi sistemi di filosofia in Germania da Kant a
Hegel (1837-1838), Il sistema della filosofia come scienza esatta (1876-1881).
MICHELSTAEDTER (Carlo), filosofo e poeta italiano (Gorizia 1887 - 1910). Studiò
matematica a Vienna e filosofia a Firenze e morì suicida a ventitré anni. Il suo
pensiero è contenuto nella tesi di laurea, intitolata significativamente La persuasione
e la rettorica (mai discussa, e pubblicata postuma nel 1912). Con la « rettorica »