Page 566 - Dizionario di Filosofia
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identità applicato all’esistenza temporale, e tutte le teorie e le ipotesi scientifiche

          (compresa la relatività di Einstein) traggono dalla capacità unificante il loro valore.
          La  scienza  non  risponde  al  solo  bisogno  umano  di  prevedere  e  dominare
          praticamente  gli  eventi,  come  sostiene  il  pragmatismo  antico  e  nuovo:  c’è  al
          contrario alla sua radice una esigenza essenzialmente teoretica. Senonché il processo
          di sintesi e di identificazione, in cui quell’esigenza si esprime, è destinato a rimanere
          sempre  incompiuto.  L’irrazionale  irriducibile  dà  scacco  alla  ragione,  e  se  questa

          riporta  continui  successi  parziali,  dalle  sue  stesse  conquiste  emergono  nuovi
          irrazionali,  sempre  più  resistenti  e  difficilmente  assimilabili.  Da  questa  tensione
          emerge il progresso scientifico. La metafisica, che è mossa dallo stesso impulso, si
          differenzia dalla scienza solo per l’illusione di raggiungere d’un balzo l’unità totale
          e di eliminare del tutto quegli irrazionali con i quali invece la scienza si rassegna a
          convivere. La sua opera principale è Identità e Realtà* (1908).

          Bibliogr.: O. Stumper, L’explication scientifique selon E. Meyerson, Lussemburgo
          1929; N. Abbagnano, La filosofia di E. Meyerson e la logica dell’identità, Napoli
          1929;  G.  Boas, A  criticai  analysis  of  the  philosophy  cf  E. Meyerson,  Baltimora
          1930; A. M. Denti, Scienza e filosofia in Meyerson, Firenze 1940; J. La Lumia, The
          ways  of  reason.  A  critical  study  of  the  ideas  of  E.  Meyerson,  Londra  1966;  C.

          Manzoni, L’epistemologia di E. Meyerson, Roma 1971.
          MICHELE  SCOTO  o SCOTTO,  in  ingl. Michael  Scot  o Scott,  filosofo  scozzese
          (seconda metà del XII sec. - † prima del 1236). La sua presenza è segnalata dapprima
          in Spagna, a Toledo, intorno al 1217, dove tradusse dall’arabo in latino Aristotele
          (De animalibus, De caelo et mundo, De anima) e Averroè, che fece conoscere in

          Occidente. Nel 1220 si trasferì in Italia, dove continuò la sua opera di traduttore e si
          acquistò grande fama come cultore di scienze magiche (a questo titolo è ricordato
          anche da Dante in Inf., XX, 116-117), divenendo, tra l’altro, l’astrologo di Federico
          II; all’imperatore dedicò, tra l’altro, una sua grande opera di astrologia, divisa in tre
          parti: Liber introductorius, Liber de particularibus e Physigonomia o De secretis
          naturae.

          Bibliogr.:  W.  J.  Brown, An  enquiry  into  the  legend  and  life  of  M.  Scottus,
          Edimburgo  1897;  Ch.  H.  Haskins, Studies  in  the  history  of  medieval  science,
          Cambridge (Mass.) 1927.

          MICHELET  (Karl  Ludwig),  filosofo  tedesco  (Berlino  1801-1893).  Insegnò
          all’università di  Berlino (1829) e fu uno dei seguaci più noti e attivi della destra
          hegeliana.  Fu tra i curatori della prima edizione completa delle opere di  Hegel e
          diresse la rivista Der Gedanke (Il pensiero). Opere principali: Sistema di filosofia
          morale  (1828), Storia  degli  ultimi  sistemi  di  filosofia  in  Germania  da  Kant  a
          Hegel (1837-1838), Il sistema della filosofia come scienza esatta (1876-1881).

          MICHELSTAEDTER (Carlo), filosofo e poeta italiano (Gorizia 1887 - 1910). Studiò
          matematica  a  Vienna  e  filosofia  a  Firenze  e  morì  suicida  a  ventitré  anni.  Il  suo
          pensiero è contenuto nella tesi di laurea, intitolata significativamente La persuasione
          e la rettorica (mai discussa, e pubblicata postuma nel 1912). Con la « rettorica »
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