Page 567 - Dizionario di Filosofia
P. 567

l’uomo maschera e mistifica la realtà del suo trascorrere temporale, che è fatto di

          insufficienze,  di  noia  e  di  paura  e  del  miserabile  correttivo  dell’illusione.  La  «
          persuasione », al contrario, è il « piossesso di sé », ma l’uomo non può possedere se
          stesso  se  cede  alla  lusinga  delle  cose  e  del  tempo.  Solo  chi,  sullo  scoglio  ormai
          quasi  sommerso  dalla  marea,  non  farà  nemmeno  il  gesto  di  allungare  il  collo  per
          continuare a respirare, « avrà compiuto l’atto di libertà, avrà agito con persuasione e
          non patito il proprio bisogno di vivere ». La polemica antispeculativa, il concetto

          della  filosofia  come  comprensione  della  vita  e  come  modo  di  comportamento
          ispirato  a  strenua  consapevolezza,  preludono  alla  tematica  dell’esistenzialismo.
          Altre sue opere, pure postume (1912): Poesie e Dialogo della salute.
          Bibliogr.: Le opere di M. sono state pubblicate a cura di G. Chiavacci, Firenze 1958.

          MICROCOSMO.  L’individuo  vivente,  e  l’uomo  in  particolare,  considerato  come
          essere che rispecchia e riassume nella sua unità organica l’intero universo.
          Della  concezione  dell’universo  come  «  uomo  dilatato  »  e  di  quella  correlativa
          dell’uomo come « universo contratto » si hanno già testimonianze in frammenti di
          presocratici, come Anassimene ed Empedocle. L’intuizione della identità strutturale
          dell’uomo e del mondo e della conseguente loro corrispondenza simpatetica è del

          resto alla base dell’astrologia e della magia, e cioè delle tecniche di previsione e di
          dominio più antiche e più largamente diffuse. Le espressioni di « grande uomo » (in
          gr. megánthropos) per indicare il mondo e di microcosmo  (in  gr. mikròs kósmos,
          piccolo mondo, in contrapposizione al mégas o makròs kósmos, grande mondo, cioè
          all’universo  fisico)  per  indicare  l’uomo  ricorrono  anche  in  Platone,  Aristotele  e
          Democrito. Dagli stoici e dai neoplatonici, che con differenti giustificazioni danno
          per  certa  la  sussistenza  di  una  corrispondenza  intima  fra  l’uomomicrocosmo  e  il

          mondomacrocosmo,  il  termine  e  la  concezione  in  esso  implicita  giunsero  fino  al
          pensiero umanistico-rinascimentale, nell’ambito del quale conobbero una assai vasta
          fortuna (Marsilio Ficino, Nicola da Cusa, Pico della Mirandola, Campanella, ecc.).
          Per le implicazioni organicistiche e antropomorfiche in essa contenute, la concezione
          dell’uomomicrocosmo tramontò in seguito, con raffermarsi della scienza moderna, e

          il termine mantenne unicamente il valore di metafora.  Nella filosofia del XIX sec.,
          tuttavia, esso fu riportato in onore da Lotze, che chiamò « microcosmi » i centri di
          forza spirituali, assai simili alle monadi* di Leibniz, che secondo lui costituiscono i
          veri componenti ultimi indivisibili dell’universo materiale.
          MIGLIORISMO  o MEGLIORISMO  o MELIORISMO  (dall’ingl. meliorism).  Concezione
          del  mondo  che,  rifiutando  le  opposte  scelte  dogmatiche  dell’ottimismo  e  del

          pessimismo,  ammette  la  possibilità  non  garantita  del  progresso  sulla  base  di  un
          impiego ragionevole delle risorse umane. Il termine è di uso recente e proviene dalla
          filosofia anglosassone, in particolare da Dewey e dai suoi seguaci.
          Mileto (SCUOLA DI). Nome dato al gruppo dei filosofi ionici che vissero e operarono

          a Mileto nel VI sec. a.C., nel periodo di massima fioritura della città. (V. IONICI.)
          MILHAUD (Gaston), filosofo francese (Nîmes 1858 -Parigi 1918). Dopo gli studi di
          matematica, si occupò di storia e di filosofia della scienza contribuendo, con le sue
   562   563   564   565   566   567   568   569   570   571   572