Page 570 - Dizionario di Filosofia
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elaborato  in  età  successive  a  partire  dall’epoca  vedica  ed  è,  più  che  un  sistema

          filosofico, un insieme di nozioni per l’interpretazione corretta del rituale del Veda.)
          MIMÈSI  (gr. mímēsis,  da mimêisthai,  imitare). Per Platone, uno dei modi in cui si
          realizza il rapporto tra l’idea e l’individuo: l’idea è il modello e l’individuo una
          copia necessariamente inadeguata, ottenuta per « imitazione ». (Per l’uso del termine

          in estetica, v. IMITAZIONE.) Il concetto di mimesi è proposto da Platone in dialoghi di
          epoca  diversa,  come  la Repubblica  e  il Timeo.  Il  medesimo  rapporto  è  anche
          prospettato  nel Fedone  in  termini  di metessi*,  cioè  di  «  partecipazione  »:  gli
          individui partecipano tutti della loro idea, senza che l’unità di questa sia peraltro
          compromessa.  Le  difficoltà  insormontabili  implicite  sia  nella  mimesi  sia  nella
          metessi  sono  sottilmente  discusse  nel Parmenide.  Nel Fedone il nesso idea-realtà
          sensibile era stato anche teorizzato come presenza (in gr. parusía): l’idea è presente
          in tutte le cose a essa riconducibili.

          I  termini  di  mimesi  e  metessi  compaiono  in  un  significato  tutto  particolare  negli
          scritti  postumi  di  Gioberti.  Nella  dialettica  della  creazione  e  del  ritorno
          (dall’esistente  all’Ente)  la  mimesi  designa  il  mondo  creato  in  quanto  imperfetta
          imitazione di Dio, realtà che si è degradata distaccandosi dal principio originario; la
          metessi  indica  invece  il  mondo  in  quanto  tende  attraverso  l’opera  dell’uomo  a

          ricongiungersi con Dio.
          MINKOWSKI  (Eugène),  filosofo  e  psicopatologo  russo  naturalizzato  francese
          (Pietroburgo [Leningrado] 1885 - Parigi 1972). Di origine polacca, studiò filosofia a
          Monaco di Baviera, medicina a Varsavia, psichiatria in Svizzera. Dal 1915 si stabilì
          in Francia, iniziando un’intensa attività scientifica. Ispirandosi sia al primo Bergson,
          sia alla fenomenologia di Husserl, fondò una teoria della persona comprensiva anche

          della condizione psicopatologica. La fenomenologia di Minkowski mette in risalto
          gli aspetti formali e strutturali della vita conscia e tende a subordinarvi il contenuto
          affettivo  inconscio  che  la  psicoanalisi  evidenzia  invece  maggiormente.  In
          particolare, egli dedica largo spazio all’analisi del linguaggio comune come fonte
          inesauribile  per  lo  studio  dei  fenomeni  essenziali  della  psiche  umana.  Opere

          principali: La  schizofrenia  (1953), Il  linguaggio  e  la  vita  (1955), Trattato  di
          psicopatologia (1966).
          MINORE.  Nella  logica  formale,  si  dice  del  termine  estremo  del  sillogismo  che  ha
          minore estensione*, e della premessa che lo contiene. (V. MAGGIORE.)
          MIRECOURT (Giovanni DI). V. GIOVANNI DI MIRECOURT.

          MISTICISMO. Atteggiamento spirituale caratterizzato dal sentimento di conoscere Dio
          per intuizione e di entrare in comunicazione diretta con lui, proprio di chi tende ad
          attuare,  attraverso  la  contemplazione  religiosa,  l’unione  intima  con  la  divinità;  in
          senso più strettamente filosofico, ogni dottrina che ammetta la comunicazione diretta,

          individuale e soprarazionale, con l’Assoluto.
          L’aspirazione a infrangere i limiti naturali dello spirito umano finito, per spogliarlo
          di quanto costituisce il suo io personale e riempirlo di Dio costituisce l’essenza del
          misticismo,  per  il  quale  l’individuo  e  il  complesso  dei  suoi  affetti  devono
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