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dissolversi  nell’abisso  dell’infinità  divina:  solo  così  si  giunge  al  possesso

          beatificante  della  divinità.  L’atteggiamento  mistico  assunse  per  la  prima  volta
          dimensioni di rilevanza storica nelle religioni dell’India e della Cina antiche e nelle
          correnti  filosofico-religiose  del  mondo  ellenico  (religioni  misteriche)  e  greco-
          romano  (neopitagorismo  e  neoplatonismo).  Le  dottrine  neoplatoniche  esercitarono
          una sicura influenza sul misticismo cristiano, che, tuttavia, si differenzia da quello
          pagano nel tener fermi due punti essenziali: 1. necessità assoluta della  Grazia per

          attuare l’unione intima con la divinità; 2. ripudio di ogni forma di panteismo: l’ «
          indiarsi  »  mistico  non  è  un  inabissarsi  dell’individuo  nell’unità  impersonale
          dell’Assoluto, ma un contatto comunicativo tra l’uomo e Dio che non annulla né la
          trascendenza  metafisica  di  Dio,  né  l’individualità  spirituale  dell’anima.  La  prima
          sistemazione organica del misticismo cristiano — dopo gli spunti svolti da Clemente
          Alessandrino e da Agostino — fu opera dello pseudo-Dionigi l’Areopagita (Corpus
          Dionysiacum). Gli scritti di Dionigi, nella traduzione latina fattane, nel IX sec., da

          Scoto Eriugena, costituirono il fondamento del grande filone mistico medievale, dal
          misticismo  affettivo  e  cristocentrico  di  san  Bernardo  di  Chiaravalle  (i  cui  scritti
          sono  i  testi  fondamentali  della  mistica  occidentale)  a  quello  psicologicamente
          approfondito  di  Ugo  e  Riccardo  di  San  Vittore,  attraverso  il  misticismo
          candidamente  semplice  di  san  Francesco  d’Assisi,  quello  più  riflesso  di  san
          Bonaventura  e  quello  apocalittico  e  millenaristico  di  Gioacchino  da  Fiore.

          Particolarmente importante il filone mistico tedesco che ebbe le sue radici in Alberto
          Magno  e  Maestro  Eckhart  e  i  suoi  massimi  esponenti,  inoltre,  in  Heinrich  Suso,
          Johannes Tauler, Jan Ruysbroeck e Tommaso da Kempis.
          Un misticismo ricco di esperienze spirituali, ma talvolta venato di quietismo, fiorì,
          nel XIV sec., intorno ai fratelli della vita comune, a santa Caterina da Siena, a santa
          Caterina  da  Genova  e,  nel XVI  sec.,  con  la  scuola  mistica  spagnola  (santa  Teresa
          d’Avila,  san  Giovanni  della  Croce).  Rinnovate  correnti  mistiche  si  manifestarono

          nella  Germania  riformata  con  Sebastian  Franck,  Valentin  Weigel,  Kaspar
          Schwenckfeld, ricollegantisi al misticismo tedesco medievale, e Jakob Böhme, che
          influenzò  il  Romanticismo  tedesco  misticheggiante  di  Schlegel,  Baader,  Werner,
          Scheeben  e  Schelling.  Nel XIX  e XX  sec.,  il  misticismo  ha  continuato  a  essere
          l’atteggiamento  spirituale  di  molte  anime  desiderose  più  di  amare  Dio  che  di

          speculare  intorno  alla  sua  essenza.  Nella  nostra  età  appare  anche  un  misticismo
          fondato  su  di  una  religiosità  confessionalmente  vaga  che  ha  trovato  notevoli
          espressioni  letterarie,  poetiche  e  filosofiche,  non  senza  avvantaggiarsi,  forse,
          dell’appoggio  dell’antirazionalismo  diffuso  in  tanta  parte  della  cultura
          contemporanea.
          MITIN  (Mark  Borisovič),  filosofo  sovietico  (Žitomir  1901).  Partecipò  alla
          Rivoluzione  d’ottobre  e  fu  poi  istruttore  politico  e  militare  dell’Armata  rossa,

          vicedirettore dell’Istituto di filosofia (1930), professore di materialismo dialettico e
          direttore  dell’istituto  Marx-Engels-Lenin  (1939).  Ebbe  parte  importante  nella
          politica culturale dell’età di Stalin, contribuendo alla condanna di alcuni filosofi e
          alla cristallizzazione di atteggiamenti « ufficiali » nel campo della psicologia, della
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