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della situazione concreta ». Di grande importanza sono anche il saggio sulla Nuova
Democrazia (1940) in cui è teorizzata la via al socialismo dei paesi ancora in «
condizioni di arretratezza semicoloniale »; e gli scritti di carattere militare,
Problemi strategici della guerra rivoluzionaria in Cina (1936), Della guerra
partigiana contro il Giappone (1938), in cui Mao non solo elabora la teoria
strategica e tattica della guerra partigiana, ma ne illustra l’importanza come
strumento di educazione politica delle masse.
Una particolare diffusione nel corso della rivoluzione culturale proletaria ebbe il
cosiddetto « libro delle guardie rosse », noto anche come Pensieri del presidente
Mao, una silloge delle massime politiche più efficaci del capo del comunismo
cinese.
Bibliogr.: In italiano sono disponibili: Opere scelte, 4 vll., Pechino 1969 e sgg.;
Antologia, Milano 1968; Tutte le poesie, Roma 1972; Mao inedito, Roma 1975; Per
la rivoluzione culturale, scritti e discorsi inediti 1917-1969, Torino 1975; Su
Stalin e sull’Urss, Torino 1975; Discorsi inediti, Milano 1975; su M.: S. Schram, Il
pensiero politico di Mao Tse-Tung, Milano 1973; E. Snow, La lunga rivoluzione,
Torino 1973; E. Collotti-Pischel, Mao Tse-Tung e il socialismo, in Aa. Vv., Storia
del marxismo contemporaneo, Milano 1973.
Marburgo (SCUOLA DI), particolare orientamento del neocriticismo sviluppatosi
nell’ambito dell’università di Marburgo, prevalentemente per opera di Hermann
Cohen e di Paul Natorp. Sul piano gnoseologico la scuola tende a ridurre la
conoscenza ai suoi contenuti oggettivi e alle sue strutture logiche, interpretando in
senso formalistico e metodologico l’idealismo di Platone e sottoponendo a critica
rigorosa il soggettivismo e l’oggettivismo tradizionali. Sul piano pratico-politico i
due maestri della scuola di Marburgo professano un socialismo umanistico, fondato
sulla esigenza della costruzione di un ordine politico-sociale conforme alla dignità
della persona umana. L’oggettivismo formalistico della scuola di Marburgo è
strettamente imparentato con le concezioni di base della fenomenologia*.
MARCEL (Gabriel), filosofo e scrittore francese (Parigi 1889 - 1973). Convertitosi
al cattolicesimo nel 1929, è stato il massimo rappresentante di quella corrente del
pensiero contemporaneo nota come esistenzialismo cristiano.
La conclusione a cui sembra stabilmente approdata la sua filosofia è il rifiuto del
pensiero logicoscientifico, sostanziale falsificazione della realtà, e anche della
civiltà che esso produce: solo saltando al di là delle astrattezze della ragione si
abbraccia la concretezza del vissuto. Già nella presenza a noi del nostro corpo si
rivela un tipo di « mediazione simpatica » e una « comunicazione non strumentale »,
che sono assai più penetranti della conoscenza razionale. Un conto è pensare
qualcosa, un conto è pensare a qualcosa: nel primo caso il pensato è un oggetto, nel
secondo un tu. Il Tu assoluto è Dio, un mistero, sull’orlo del quale ci si affaccia non
con la ragione, ma con l’umiltà, l’invocazione e la preghiera. Marcel è autore di
numerose opere filosofiche, fra cui: Esistenza e oggettività (1914), Diario
metafisico (1914-1923), Essere e avere* (1933), Dal rifiuto all’invocazione
(1940), Homo viator (1944), L’uomo problematico (1955), Presenza e immortalità