Page 521 - Dizionario di Filosofia
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Bibliogr.: G. Cogordan, Joseph de Maistre, Parigi 1922; R. Johannet, Joseph de
Maisire, Parigi 1932; E. Dermenghem, Joseph de Maistre, mystique. Ses rapports
avec le martinisme, l’illuminisme et la franc-maçonnerie. L’influence des
doctrines mystiques et occultes sur sa pensée religieuse, La Colombe 1946; M.
Huber, Die Staatsphilosophie von Joseph de Maistre im Lichte des Thomismus,
Basilea 1958.
MAKARENKO (Anton Semënovič), pedagogista sovietico (Belopol’e, Ucraina, 1888 -
Mosca 1939). Negli anni immediatamente seguenti alla Rivoluzione d’ottobre si
dedicò con slancio intelligente e con risultati sorprendenti al recupero e
all’educazione dei bambini abbandonati e sbandati (bezprizornye). Nel 1920
organizzò e diresse la « Colonia Maksim Gorki » e nel 1931 la « Comune
Dzeržinskij », istituzioni nelle quali il riadattamento dei bambini e degli adolescenti
veniva perseguito con l’ausilio della vita sociale e del lavoro in comune. Makarenko
credeva fermamente nell’efficacia dell’educazione collettiva e nella funzione
insostituibile del lavoro, della disciplina e della lotta. Questi principi erano in
contrasto con l’esaltazione della spontaneità e della libera creatività dell’educando,
a cui indulgevano allora i pedagogisti sovietici sostenitori della cosiddetta « scuola
libera », per cui i metodi educativi di Makarenko furono giudicati talvolta troppo
crudi e severi (ad es. a proposito del problema delle punizioni, che peraltro negli
istituti di Makarenko si basavano essenzialmente sull’ammonizione collettiva). Solo
dopo l’abbandono degli ideali della « scuola libera » da parte della pedagogia
ufficiale sovietica ebbe inizio il successo della pedagogia di Makarenko. Più che
agli scritti strettamente pedagogici, la sua fama, almeno in Occidente, è legata ad
alcune opere letterarie nelle quali il suo metodo educativo è esposto per lo più nella
forma della rievocazione e del racconto: Il poema pedagogico* (1933), Il libro per
i genitori (1937), Bandiere sulle torri (1938).
Bibliogr.: A. Kaminski, La pedagogia sovietica e l’opera di A. Makarenko, Roma
1952; D. Bertoni Jovine, La pedagogia di Makarenko, « Belfagor », 1955; G.
Lukàcs, Makarenko: il poema pedagogico, Firenze 1956; A. Sciortino, Un
educatore e pedagogista sovietico: A. S. Makarenko, Palermo 1959; I. Rüttenauer,
A. S. Makarenko, Friburgo in Brisgovia 1965.
MALE. Al problema della natura e della esistenza del male sono state date molte
soluzioni nel corso della storia della filosofia. Esse possono essere ricondotte a tre
schemi fondamentali: il male non è reale; il male è reale e deriva da un proprio
principio metafisico; il male si identifica col giudizio negativo di valore.
La prima soluzione è una implicazione necessaria di tutte le concezioni del mondo
che fanno coincidere l’esistente col positivo, l’essere col valore. Per Plotino il male
è nonessere e la materia è male in quanto è assoluta deficienza di essere. La filosofia
cristiana attribuisce anche alla materia, creata da Dio, la parte di positività che le
spetta, senza conferire al male una esistenza sostanziale, in posizione antagonistica
rispetto al bene. Basterà qui ricordare la tesi di Sant’Agostino sul male come «
privazione di essere » e la sua polemica contro i manichei*, epigoni della religione
persiana di Zarathustra, secondo la quale il male è la manifestazione di un anti-Dio,