Page 520 - Dizionario di Filosofia
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Londra 1935; H. Sérouya, Maimonide, Parigi 1951; S. Zeitlin, Maimonides, Nuova

          York 1955; J. S. Munkin, World of Moses Maimonides, Nuova York 1957; C. Klein,
          The credo of Maimonides, Nuova York 1958.
          MAINE  DE  BIRAN  (Marie  François  Pierre  GONTHIER  DE  BIRAN,  detto),  filosofo
          francese  (Bergerac,  Dordogna,  1766-Parigi  1824).  Compì  una  brillante  carriera

          politica,  sentendo  sempre  tuttavia,  nel  suo  intimo,  il  disagio  della  dispersione
          mondana  e  la  vocazione  al  raccoglimento. Attraverso  il  «  senso  intimo  »  l’uomo
          diviene infatti partecipe di una rivelazione interiore, la quale attesta in primo luogo
          che l’io è, nella sua essenza, volontà e principio unitario d’azione. Lo spiritualismo
          religioso  è  il  risultato  cui  approda  il  metodo  dell’esplorazione  attenta
          dell’interiorità: il biranismo riprende la grande tradizione di Montaigne, di Cartesio,
          di  Pascal,  di  Malebranche  e  costituisce  l’anello  di  congiunzione  fra  essa  e  lo

          spiritualismo       moderno       e     contemporaneo.        Opere       principali: L’influenza
          dell’abitudine  (1802), La  decomposizione  del  pensiero  (1805), L’appercezione
          immediata (1807), Rapporti del fisico e del morale  (1814), Nuove considerazioni
          sul  sonno,  i  sogni  ed  il  sonnambulismo  ed Esame  delle  lezioni  di  filosofia  di
          Laromiguière (1817).

          MAISTRE (conte Joseph DE), uomo politico, scrittore e filosofo savoiardo (Chambéry
          1753  -  Torino  1821).  All’occupazione  francese  della  Savoia  emigrò  a  Losanna
          (1793),  dove  pubblicò  le Lettere  di  un  realista  savoiardo  (1793)  e  le
          Considerazioni sulla Francia (1796). Condannò la Rivoluzione francese e prospettò
          un programma di restaurazione temperata dell’Ancien régime.  Espulso da  Losanna
          dietro  pressione  del  Direttorio,  tornò  a  Torino  (1797)  e  raggiunse  poi  Carlo

          Emanuele IV in Sardegna. Dopo l’abdicazione di quest’ultimo e l’ascesa al trono di
          Vittorio  Emanuele  I,  fu  nominato  dal  nuovo  sovrano  ministro  plenipotenziario  in
          Russia.  Durante  il  soggiorno  a  Pietroburgo  difese  con  vigore  i  diritti  del  suo
          sovrano,  ma  entrò  poi  in  conflitto  con  lo  zar  Alessandro  I,  soprattutto  per
          l’inconciliabilità del suo oltranzismo cattolico con le premesse superconfessionali e
          vagamente illuministiche della Santa alleanza. A Pietroburgo il de Maistre compose

          o cominciò a stendere le sue opere maggiori: Saggio sul principio generatore delle
          costituzioni  politiche  (1808), Del  papa  (1819), Le  serate  di  San  Pietroburgo,
          ovvero Colloqui sul governo temporale della Provvidenza (3 voll., 1821), Esame
          della filosofia di Bacone (postuma, 1826). Fra il 1884 e il 1886 vide infine la luce il
          suo ricco e vivace Epistolario. Come scrittore politico e filosofo della storia il de
          Maistre fu, insieme con L. Bonald, l’avversario più intransigente dell’Illuminismo e
          della  Rivoluzione e il teorico più coerente e appassionato della  Restaurazione.  Il

          razionalismo e l’individualismo moderni hanno per lui la loro prima radice nel «
          libero esame » protestante. La Provvidenza ha voluto mostrare quali frutti velenosi
          possa produrre un tale albero. Il credente sa per parte sua che l’umanità corrotta dal
          peccato originale non è in grado di autogovernarsi e che essa deve necessariamente
          sottostare all’autorità dei sovrani legittimi, i quali derivano il loro potere da Dio,
          attraverso la mediazione del papa. La giurisdizione di quest’ultimo si estende quindi

          su tutti i principi della Terra.
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