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che  la  mente  così  sollecitata  e  liberata  partorisca  la  verità.  Platone  innesta  sulla

          maieutica  la  teoria  della  reminiscenza*.  È  probabile,  nei  limiti  in  cui  si  può
          ricostruire la personalità di Socrate prescindendo dalle successive sovrapposizioni
          platoniche,  che  la  maieutica  avesse  nell’accezione  originaria  una  risonanza
          esclusivamente etica e che volesse essere un richiamo indiretto a rimanere se stessi e
          ad assumere le proprie responsabilità.

          MAIHOFER (Werner), filosofo tedesco (Costanza 1918). Nella sua opera principale
          (Diritto  ed  essere.  Prolegomeni  a  un’ontologia  del  diritto,  1954),  egli  cerca  di
          formulare  un’ontologia  del  diritto  seguendo  l’analitica  esistenziale  di  Heidegger,
          analizzando  cioè  fenomenologicamente  il  mondo  del  diritto.  Nell’opera Il  senso
          dell’ordine umano (1956) si pone invece il problema dell’ordine umano in relazione
          alla  sua  origine  e  ai  suoi  scopi.  Altre  opere: La  natura  della  cosa  (1958), Il

          problema  del  diritto  naturale  (1960), Diritto  naturale  come  diritto  esistenziale
          (1968).
          MAIMON  (Salomon  ben  JOSUA,  detto),  filosofo  ebreo  polacco  (Nieśwież  [od.
          Nesviž,  presso  Mińsk],  Polonia,  1754  -  Nieder  Siegersdorf,  Slesia,  1800).  Nelle

          Ricerche sulla filosofia trascendentale (1790) sostenne l’impossibilità del concetto
          kantiano della cosa in sé e contribuì così ad aprire la strada agli sviluppi idealistici
          del  criticismo.  Altre  opere: Dizionario  filosofico  (1791), Ricerca  di  una  nuova
          logica o teoria del pensiero (1794), Ricerche critiche sullo spirito umano (1797).
          MAIMÓNIDE  (Mosè),  in  ebr. Mosheh ben  Maimon,  in  ar. Abū  ‘Imrān  Mūsa  ibn

          Maymūn ibn ‘Abd Allāh, medico, teologo e filosofo ebreo (Cordova 1135-Il Cairo
          1204). Lasciata la Spagna per l’intolleranza religiosa del califfo di Cordova, dopo
          un  breve  soggiorno  in  Marocco  e  in  Palestina,  si  stabilì  in  Egitto,  dove  visse
          dedicandosi al commercio dei preziosi. Non fu fortunato in questa attività, ma salì
          presto in grande fama come scienziato, fino a diventare medico personale del visir e

          del  figlio  stesso  del  Saladino.  Sostanzialmente  fedele  alle  tradizioni  religiose  del
          giudaismo,  nutrito  di  cultura  scientifica  araba,  profondo  conoscitore
          dell’aristotelismo, Mosè Maimonide affrontò, come filosofo, uno dei grandi temi del
          suo tempo: il superamento del contrasto fra la verità rivelata e la verità razionale.
          Nella sua Guida dei perplessi propone la linea opposta a quella di Averroè: nessuna
          tesi  contraria  alle  verità  di  fede  (per  es.,  l’eternità  del  mondo)  può  essere
          razionalmente dimostrata, mentre molte verità rivelate concordano con le conclusioni
          della ragione (per es., resistenza di Dio). Tuttavia Mosè Maimonide si avvicina poi

          notevolmente alle tesi averroistiche, quando sostiene l’unicità dell’intelletto attivo
          per tutti gli uomini, la confluenza dopo la morte di tutti gli « intelletti acquisiti »
          nell’intelletto attivo, e quindi, di fatto, la mortalità dell’anima individuale. Oltre ad
          altre  opere  filosofiche  minori,  restano  di  lui  scritti  teologici  (Commentario  della
          Mishna,  1158-1165),  una  vasta  compilazione  sistematica  delle  tradizioni

          giuridicorituali ebraiche (Le seconda Legge o La mano forte, 1170-1180), trattati di
          medicina e d’igiene.
          Bibliogr.:  Su  M.:  Aa.  Vv., Moses  Maimonides.  VIII  century  memorial  volume,
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