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M


          M. Nella logica formale, la lettera M è il simbolo del termine medio oppure indica
          che  il  sillogismo  si  può  ridurre  a  uno  dei  modi  della  prima  figura  mediante
          l’inversione delle due premesse (metatesi).

          MABLY (Gabriel BONNOT  DE), filosofo e storico francese (Grenoble 1709 - Parigi
          1785).  Di  famiglia  nobile,  fratello  uterino  di  Condillac,  intraprese  la  carriera
          ecclesiastica,  ma  non  andò  oltre  il  suddiaconato.  Ebbe  incarichi  importanti  dal
          cardinale de Tencin, suo parente e ministro degli esteri, fra cui quello di negoziare
          con l’ambasciatore di Prussia un trattato segreto contro l’Austria (1743). Ruppe più
          tardi  (1746)  con  il  suo  protettore,  per  divergenze  sulla  questione  della  tolleranza

          religiosa,  e  visse  da  allora  in  solitudine  sdegnosa,  circondato  peraltro
          dall’ammirazione  degli  intellettuali  illuministi,  anche  al  di  fuori  della  Francia,  e
          considerato  come  uno  dei  più  grandi  pensatori  politici  del  secolo.  Il  Mably  si
          affianca a Rousseau nella polemica contro l’ottimismo dei filosofi e degli economisti
          seguaci  della  fisiocrazia.  Anche  per  lui  le  lettere,  le  scienze,  le  arti  e  la  stessa
          industria sono forze corruttrici, che hanno allontanato l’umanità dall’uguaglianza e

          dall’armonia dello stato di natura. La proprietà privata e la disparità delle fortune
          sono all’origine di tutti i mali che travagliano la società; la legislazione deve operare
          in modo da contrastare l’avarizia dei singoli e da realizzare il più possibile l’uguale
          distribuzione  dei  beni.  Gli  scritti  di  Mably  hanno  influenzato  il  radicalismo
          democratico di alcuni gruppi politici della Rivoluzione francese. Opere principali:
          Parallelo fra i Romani e i Francesi (1740), Dialoghi di Focione sulla morale e la
          politica  (1763), Dubbi  proposti  ai  filosofi  economisti  sull’ordine  naturale  ed

          essenziale delle società politiche (1768), Della legislazione ovvero Principi delle
          leggi (1776), Della maniera di scrivere la storia (1783).
          Bibliogr.:  W.  Guerrier, L’abbé  de  Mably  moraliste  et  politique,  étude  sur  la
          doctrine  morale  du  jacobinisme  puritain  et  sur  le  devéloppement  de  l’esprit
                               e
          puritain au XVIII  siècle, Parigi 1886.
          MACH  (Ernst),  fisico  e  filosofo  tedesco  (Turas,  Moravia,  1838  -Haar,  Monaco,
          1916).  Professore  di  fisica  alle  università  di  Graz  (1864),  di  Praga  (1867)  e  di
          filosofia  a  Vienna  (1895),  viene  considerato,  con  R.  Avenarius.  il  fondatore

          dell’empiriocriticismo. Nei suoi studi di filosofia della scienza, molto importanti per
          i  successivi  sviluppi  della  meccanica  di  Einstein,  si  trova  una  critica  rigorosa  ai
          principi della dinamica di Newton, sempre guidata da uno spirito antimetafisico e da
          una particolare concezione della scienza secondo cui questa seguirebbe un principio
          di economia. Accanto alla critica rigorosa dei concetti « metafisici » presenti nelle

          teorie  scientifiche,  Mach  sviluppò  una  concezione  epistemologica,  fondata
          sull’analisi delle sensazioni, che si proponeva di superare il dualismo tra fisico e
          psichico.  Secondo  Mach  ogni  scienza  si  dovrebbe  proporre  di  sostituire  e  di  «
          scavalcare » le esperienze, mediante una figurazione mentale dei fatti: perciò ogni
          scienza deve essere continuamente confermata o infirmata dall’esperienza, per sua
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