Page 504 - Dizionario di Filosofia
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dei predicati allargata.

          La logica degli enunciati è alla base di tutta la logica matematica. Per enunciati si
          intendono complessi linguistici in cui ha senso chiedersi se sono veri o falsi; se un
          enunciato p è vero oppure è falso si dice che gli compete il valore di verità V o,
          rispettivamente, F. La logica degli enunciati studia i rapporti logici che dipendono
          unicamente dalla combinazione degli enunciati mediante connettivi. Tali connettivi
          sono sostanzialmente gli stessi del linguaggio comune: il più semplice è la negazione

          (simb.  ¬);  altri  connettivi  fondamentali  sono  la congiunzione  (simb.  ∧),
          l’alternativa (simb. ∨), l’implicazione (simb.  ) e la doppia implicazione (simb.
           );  per  chiarire  il  significato  di  questi  connettivi  consideriamo  due  enunciati
          qualunque p e q e traduciamo il linguaggio simbolico nel linguaggio comune:
          p ∧ q: p e q
          p ∨ q: p oppure q (oppure va preso nel significato non esclusivo del latino vel)
          p   q: se p allora q

          p   q: se e solo se p allora q.
          Ci si può chiedere in che modo il valore di verità di un enunciato composto dipenda
          dai  valori  di  verità  delle  proposizioni  componenti.  I  connettivi  introdotti
          precedentemente sono costruiti in modo da poter rispondere univocamente a questa
          domanda. Per es. se p è vero allora ¬ p (non p) è falso; se p è vero e q è falso allora
          l’enunciato p ∧ q è falso (per fare un esempio concreto sia p l’enunciato « piove » e

          q l’enunciato « nevica »: allora se p è vero e q è falso l’enunciato « piove e nevica »
          è  falso).  Si  possono  costruire  con  tale  procedimento  delle tavole  di  verità  che
          determinano il valore di verità di ogni enunciato contenente un dato connettivo al
          variare  del  valore  di  verità  degli  enunciati  componenti.  Esistono  dei  particolari
          enunciati che sono sempre veri qualunque sia il valore di verità delle proposizioni
          componenti (per es. p ∨ ¬ p: « piove oppure non piove »); questi enunciati, detti più
          correttamente forme proposizionali, costituiscono i teoremi o le leggi della logica

          degli enunciati.  Il  linguaggio  della  logica  degli  enunciati  non  è  sufficientemente
          potente per essere utilizzato nella formalizzazione di teorie matematiche. Si ricorre
          allora al linguaggio della logica dei predicati che include, oltre ai connettivi, delle
          relazioni, cioè introduce negli enunciati una struttura soggetto-predicato; per es. x è
          minore  di y non è esprimibile nel linguaggio della logica degli enunciati perché in

          questa proposizione compare una relazione (la relazione di disuguaglianza), perciò
          si può esprimere in un linguaggio formalizzato unicamente attraverso la logica dei
          predicati. La logica dei predicati allargata costituisce un ampliamento della logica
          dei predicati in quanto contiene non solo relazioni, ma relazioni di relazioni.
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