Page 499 - Dizionario di Filosofia
P. 499
Nell’antichità gli furono attribuiti talora i Versi aurei, considerati anche opera dello
stesso Pitagora, mentre è certo che essi non possono essere stati composti prima del
III-IV sec. d.C.
LITTRÉ (Emile), filosofo e lessicografo francese (Parigi 1801-1881). Medico,
abbandonò l’esercizio della professione per dedicarsi a lavori di erudizione, fra cui
la traduzione delle Opere di Ippocrate (1839-1861). In filosofia fu un seguace
piuttosto autonomo di Auguste Comte, del quale non accettò le dottrine politiche e
l’orientamento religioso misticheggiante, considerando più coerente e scientifica una
posizione di cauto agnosticismo. Sebbene pubblicamente sconfessato dal maestro nel
1852, continuò a essere uno degli esponenti più rappresentativi e il maggior
diffusore del positivismo francese. Oltre alle numerose opere da lui dedicate alla
rielaborazione e alla divulgazione dei temi fondamentali del positivismo, contribuì a
conferirgli autorità l’assidua collaborazione alla Revue de philosophie positive, da
lui fondata nel 1867 insieme col Wyrouboff. In tale rivista comparve nel 1870 un suo
articolo di larghissima risonanza sulle Origini organiche della morale. Gli si deve
un celebre Dizionario della lingua francese (1863-1873), in quattro volumi.
LOCKE (John), filosofo inglese (Wrington, Somersetshire, 1632 - Oates, Essex,
1704). Nato in una famiglia puritana, nel 1652 entrò nel Christ Church College di
Oxford, dove studiò le lingue classiche e la filosofia. Decisive furono invece alcune
esperienze intellettuali posteriori, come la lettura di Cartesio, la pratica
dell’osservazione nel campo dei fenomeni chimici e meteorologici e l’amicizia con
il medico Thomas Sydenham e il chimico Robert Boyle. Al ritorno da un viaggio sul
continente, compiuto nel 1665 al seguito dell’ambasciatore sir Walter Vane, Locke
incontrò lord Ashley, più tardi primo conte di Shaftesbury. Ebbe così inizio una
lunga amicizia, alimentata dalla reciproca stima e dal comune amore per la libertà.
Nel 1667 si trasferì a Exeter House, la dimora londinese di lord Ashley, con la
qualifica di segretario privato del suo ospite. Quando il suo protettore dovette
lasciare la carica di cancelliere (1672), Locke si recò due volte in Francia, dove
visse a lungo fra Montpellier e Parigi.
Tornato in Inghilterra (1679), rientrò nell’ambito della vita familiare di lord Ashley,
che stava allora cospirando contro Carlo II e i suoi tentativi di restaurazione
cattolica. Dopo l’esilio e la morte in Olanda (1683) del suo protettore, Locke si sentì
in pericolo e preferì rifugiarsi in Olanda anche lui. Qui Locke entrò in rapporto col
partito degli esuli e con Guglielmo d’Orange e, quando questi divenne re
d’Inghilterra, tornò in patria (1689). Deluso in seguito dall’indirizzo politico della
nuova monarchia, Locke declinò offerte di incarichi allettanti e si rifugiò nel castello
di Oates (1691), ospite di lady Masham, figlia del filosofo Cudworth. In questa
signorile pace campestre Locke passò gli ultimi quattordici anni della sua vita,
recandosi di tanto in tanto a Londra solo per adempiere alle incombenze
indispensabili connesse con la sua funzione di consigliere economico del governo.
Per ciò che concerne il problema della conoscenza, Locke rielabora con la più libera
spregiudicatezza molte delle concezioni cartesiane: attribuisce anche lui alla
matematica un valore superiore alle conoscenze conseguite per via induttiva,