Page 498 - Dizionario di Filosofia
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Diamond, The history and origin of language, Londra 1959; F. Orr e S. C.
Cappannari, The emergence of language, « American Anthropologist », 1964; N.
Chomsky, Language and mind, Nuova York 1968; U. Eco, Segno, Milano 1973.
LIPPS (Theodor), filosofo tedesco (Wallhalben. Palatinato, 1851 - Monaco 1914).
Insegnò filosofia nelle università di Bonn (1884), di Breslavia (1890), di Monaco
(1894). Sulla linea dello psicologismo del Brentano il Lipps tese alla riduzione della
scienza filosofica a psicologia, garantendosi d’altra parte contro i pericoli del
relativismo con la postulazione di una coscienza universale, condizione di unità dei
singoli soggetti empirici. Assai importanti furono le sue ricerche di estetica, dedicate
prevalentemente all’analisi psicologica dell’esperienza del bello, che sarebbe
caratterizzata dall’Einfühlung*.
Opere principali: I fatti fondamentali della vita psìchica (1883), Studi di
psicologia (1885), Principi di logica (1893), I problemi fondamentali della morale
(1899), Fede, sensazione e sentimento (1901), Sensazione, volontà e pensiero
(1902), Manuale di psicologia (1903), Estetica (2 voll., 1903-1906).
LIPSIO (Giusto), forma italiana del nome latinizzato (Iustus Lipsius) di JOOST LIPS,
umanista fiammingo (Overijssche, Bruxelles, 1547 - Lovanio 1606). Dopo gli studi
classici compiuti a Lovanio, fu a Roma per un triennio (1567-1570). In seguito, dopo
un periodo di viaggi in Germania, Austria e Boemia, ottenne una cattedra di storia
all’università di Jena, dove fu influenzato dalle idee luterane (1572). Passò poi
(1578) all’università calvinista di Leida, dove rimase per dodici anni, fintanto che lo
sfavore con cui fu accolta la pubblicazione della sua opera maggiore (Politicorum
sive civilis doctrinae libri sex, 1589) nell’ambiente calvinista non lo costrinse a
lasciare la cattedra. Tornò infine a Lovanio, dove insegnò storia dal 1592. Grande
filologo, studioso dello stoicismo antico (Manuductio ad philosophiam stoicorum,
1604), Lipsio occupa un posto di rilievo nella storia del pensiero politico
controriformistico. Nell’opera Politicorum sive civilis doctrinae libri sex, nella
scia della tradizione storiografica postmachiavellica, egli tentò di conciliare «
politica » e « morale », additando la strada nella « prudenza » dei governanti; sul
piano religioso, convinto della necessaria unicità della Chiesa di Roma, si pronunciò
contro la tolleranza religiosa nei confronti dei dissidenti (ure et seca), ciò che gli
valse l’ostilità dei riformati e la riconciliazione con l’ambiente cattolico.
Bibliogr.: Su L.: G. Oestreich, Justus Lipsius als Theoretiker des neuzeitlichen
Machtstaates, « Historische Zeitschrift », 1956; in generale P. A. M. Geurts, De
Nederlandse opstand in de pamfletten 1566-1584, Nimega 1956, sul dibattito
politico nell’Olanda dell’epoca.
LIRICITÀ. Secondo l’estetica crociana, il carattere proprio di ogni espressione
poetica, in quanto essenzialmente soggettiva nel suo contenuto sentimentale.
LÌSIDE di Taranto, in gr. Lýsis, filosofo pitagorico (V sec. a.C.). Dopo essere
scampato al massacro dei pitagorici di Crotone, che si erano pericolosamente
lasciati coinvolgere nelle lotte politiche della città parteggiando per il partito
aristocratico, si recò a Tebe, dove ebbe come scolaro anche Epaminonda.