Page 503 - Dizionario di Filosofia
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è però sempre « sintesi a priori » o « universale concreto », sicché le scienze che

          pretendono di astrarre i concetti dalla sintesi in cui vivono si trovano in mano (come
          accade alla matematica e alla logica intesa in senso tradizionale) pure « finzioni »;
          così nel Sistema di logica come teoria del conoscere del Gentile (1917) la « logica
          del  concreto  »  è  la  dialettica  stessa  dello  spirito,  cioè  il  ritmo  eterno  del  reale,
          mentre  la  logica  formale,  o  «  logica  dell’astratto  »,  può  essere  solo  riferita  all’«
          altro » dal pensiero, all’atto degradato a fatto e diventato in tal modo irreale.  La

          rinascita  della  logica  formale  pura  è  uno  degli  aspetti  più  tipici  della  cultura
          contemporanea  e  un  segno  molto  indicativo  della  reazione  antidealistica  e  della
          insofferenza per la filosofia come arbitraria e inverificabile concezione del mondo.
          La  logica  formale,  come  dottrina  delle  proposizioni  in  sé,  indipendentemente  dal
          fondamento  gnoseologico  e  dal  possibile  riferimento  di  esse  alla  realtà,  è  già
          rivalutata  da  Husserl,  mentre  la  matematizzazione  della  logica  attraverso  la
          cosiddetta  «  quantificazione  del  predicato  »  fu  intrapresa  da  alcuni  filosofi  e

          matematici inglesi verso la metà del XIX sec. e si concluse con l’elaborazione di una
          vera e propria algebra* della logica, costruita sull’esempio dell’algebra ordinaria e
          conservante  molte  analogie  con  essa.  Sviluppando  l’idea  della  riducibilità  della
          matematica a un sistema di relazioni e di funzioni puramente logiche, Gottlob Frege e
          G,  Peano  fornirono  a  B.  Russell  e  ad  A.  N.  Whitehead  i  presupposti  per  i  loro
          Principia  mathematica  (1910-1913),  un’opera  dedicata  a  risolvere  il  problema

          della  fondazione  puramente  logica  dell’aritmetica.  Nasceva  da  questi  e  da  altri
          contributi la logica matematica moderna (v. oltre), la quale sembrava poter fornire
          anche un modello perfetto di linguaggio rigoroso e non contraddittorio (a differenza
          delle  cosiddette  lingue  naturali),  da  utilizzare  come  strumento  di  controllo  per  la
          valutazione  della  significanza  e  della  coerenza  dei  linguaggi  usati  dalle  varie
          discipline  scientifiche,  e  particolarmente  dalla  filosofia.  Russell  prima,  poi
          Wittgenstein e i cosiddetti empiristi logici si impegnarono particolarmente in questa

          verifica. Oggi tuttavia sembra prevalere l’impostazione data alla logica dai filosofi
          del circolo di Vienna, da alcuni decenni ormai trapiantato in America. Per Carnap,
          come per l’americano Morris, la logica è un settore della semiotica o teoria generale
          dei  segni,  della  scienza  cioè  che  studia  il  tipico  comportamento  umano  costituito
          dall’espressione  linguistica.  La  logica  formale  analitica  moderna  considera  come

          suo  oggetto  specifico  le  regole  di  connessione  e  di  trasformazione  dei  segni
          linguistici  (la sintattica) e la significanza delle espressioni linguistiche, in quanto
          segni più o meno attendibili di cose e di eventi reali (la semantica). Le controversie
          sulle  questioni  di  principio  e  le  divisioni  di  scuola  sono  molteplici:  ciò  che
          accomuna  tuttavia  gran  parte  degli  studiosi  moderni  di  logica  è  da  un  lato
          l’avversione,  accompagnata  spesso  da  ironica  sufficienza,  per  quello  che  ad  essi
          pare  il  vaniloquio  della  filosofia  tradizionale,  e  dall’altro  il  convincimento  che
          l’unico compito assolvibile dall’impegno filosofico è quello di fornire all’uomo una

          rigorosa chiarificazione dei suoi strumenti espressivi.
          • Nel campo della logica matematica si distinguono tre livelli logici fondamentali:
          la logica degli enunciati (o delle proposizioni), la logica dei predicati e la logica
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