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nel pensiero greco, Firenze 1953; E. Rohde, Kleine Schriften, 1881, ha sostenuto
l’inesistenza di L.; gli hanno replicato: H. Diels, « Reinisches Museum für
Philosophie », 1887; A. Covotti, « Atti Accademia di Napoli », 1916; K. Praechter,
« Philologische Wochenschrift », 1921; E. Howald, « Festschrift für K. Joel »,
Basilea 1934; J. Kerschensteiner, « Hermes », 1959.
LÉVY-BRUHL (Lucien), filosofo, sociologo ed etnologo francese (Parigi 1857-1939).
Ebbe dapprima una formazione filosofica e compì ricerche di morale e di storia
della filosofia, con particolare riguardo per il pensiero tedesco. Appartengono a
questo periodo la sua tesi di dottorato, L’idea di responsabilità (1884), di
ispirazione kantiana, La Germania dopo Leibniz: saggio sullo sviluppo della
coscienza nazionale in Germania (1890), La filosofia di Jacobi (1894), La
filosofia di Auguste Comte (1900). Quindi, sotto l’influsso del pensiero di
Durkheim, si dedicò a studi sociologici della mentalità primitiva, per i quali egli è
ancora fortemente presente nella cultura contemporanea. Con La morale e la scienza
dei costumi (1903) la ricerca morale diventa « scienza dei costumi », condotta col
metodo dell’indagine sociologica e volta a individuare quelle regole di
comportamento che, entro una determinata struttura sociale, sono altrettanto obiettive
e necessarie quanto le leggi di natura. La forma tipica del pensiero primitivo è quella
della « partecipazione », in forza della quale si individuano connessioni sconcertanti
per la mentalità colta. Il primitivo è « impermeabile all’esperienza » e vede le cose
in una prospettiva così diversa dalla nostra, perché la sua mente è dominata dalla «
categoria del soprannaturale ». Gli studi del Lévy-Bruhl sulla struttura dell’anima
primitiva (v. PRELOGICO) costituiscono senza dubbio la parte più ricca della sua
eredità di studioso, anche se molte sue tesi, a cominciare dalla contrapposizione un
po’ troppo rigida e schematica delle due mentalità, appaiono oggi discutibili. Opere
principali: Le funzioni mentali nelle società inferiori (1910), La mentalità
primitiva (1922), Mentalità primitiva e giuochi d’azzardo (1923), Il
soprannaturale e la natura nella mentalità dei primitivi (1931).
Bibliogr.: In italiano: L’anima primitiva, a cura di E. De Martino, Torino 1948; La
mentalità primitiva, Torino 1966; I quaderni, Torino 1952; su L.-B.: F. Rauth,
Science et conscience de Lévy-Bruhl, « Revue philosophique », 1904; E. Evans-
Prictchard, Lévy-Bruhl’s theory of primitive mentality, Il Cairo, 1934; H. Serouya,
Hommage à Lévy-Bruhl, « Revue de synthèse », 1957; J. Cazeneuve, Lévy-Bruhl, sa
vie, son oeuvre avec un exposé de sa philosophie, Parigi 1963.
LÉVI-STRAUSS (Claude), etnologo francese (Bruxelles 1908). Dopo aver seguito
studi di filosofia, passò all’etnologia, compiendo viaggi di studio in Brasile (Tristi
tropici, 1955). Dal 1959 è docente al Collegio di Francia. Ha gettato le basi della
cosiddetta « antropologia strutturale », sostenendo che la nozione di struttura (v.
STRUTTURALISMO) si applica anche ai modelli sociali elaborati dalle comunità umane
sulla base dei dati empirici.
Ogni struttura può essere considerata come un sistema di relazioni logiche, che
possono essere scisse per dicotomia nelle loro opposizioni elementari; in
particolare, la nozione di « classificazione », ritenuta una tipica espressione del