Page 484 - Dizionario di Filosofia
P. 484
rivoluzionaria.
Le contraddizioni del capitalismo nella sua nuova fase, in parte non previste dai
fondatori del socialismo scientifico, producono così tensioni nuove: le colonie si
oppongono alle metropoli, i paesi agricoli a quelli capitalistici, gli imperi agli
imperi. Dalla guerra inevitabile uscirà vittoriosa la rivoluzione, possibile anche in
un solo paese, il quale si rafforzerà poi sostenendo i vari movimenti di liberazione
nazionale, le classi operaie e i popoli colonizzati in lotta contro il nemico comune:
l’imperialismo. La « dittatura del proletariato », prevista da Marx per la fase di
transizione rivoluzionaria, diventa in Lenin, coerentemente con la sua concezione dei
rapporti fra classe e partito, dittatura del partito comunista. Quest’ultimo è lo
strumento fondamentale della rivoluzione proletaria e il depositario di tutti i poteri.
LEONARDO da Vinci, artista, scienziato e ingegnere italiano (Vinci, Firenze, 1452 -
Cloux, presso Amboise, 1519). Allievo del Verrocchio, divenne pittore e inventore
al servizio di vari principi rinascimentali; lavorò per Ludovico Sforza, per Cesare
Borgia, Luigi XII re di Francia e per Giuliano de’ Medici, concluse infine la sua vita
e la sua carriera al servizio di Francesco I. L’aspetto che qui interessa rilevare
dell’opera di Leonardo è quello più direttamente collegato con la tematica filosofica
e scientifica. Non è da assumersi troppo alla lettera la sua dichiarazione di essere «
homo sanza littere »: amico del matematico Luca Pacioli, aveva vaste conoscenze
teoriche, anche se è certo che l’aspetto più rivoluzionario del suo modo di intendere
la ricerca e l’attività di studio consiste nell’aderenza alla concretezza, alla pratica,
alla realizzazione tecnica. In questo senso si comprende il suo interesse per le
applicazioni pratiche delle invenzioni, numerosissime, a cui lavorò, che lo portavano
a concepire anche la matematica e il calcolo astratto in funzione di una concreta
verifica, È il più tipico, a un livello di grandissima genialità, degli ingegneri
cinquecenteschi, anche se la sua attività non può certo essere circoscritta alle
produzioni artistiche e ai progetti meccanici, di regolazione delle acque, di
meccanismi bellici, architettonici etc. Un aspetto non secondario del suo lavoro
riguarda infatti in generale l’osservazione della natura, sia inanimata, che biologica:
gli animali, l’uomo etc. Sotto questo profilo l’artista e lo scienziato sembrano
arrivare a una sintesi di eccezionale fecondità: basti pensare all’uso scientifico, in
funzione di un’osservazione riflessiva dei fenomeni, del disegno, come strumento per
l’indagine e la registrazione delle osservazioni. Da questo punto di vista l’interesse
per la pratica, non disgiunto dalla consapevolezza della funzione insostituibile della
matematica, insieme al nesso istituito tra ricerca sperimentale e ipotesi, riflessione
esplicativa, fanno di Leonardo un precursore del metodo galileiano. Ha nuociuto al
conseguimento di risultati diversi. nell’ambito scientifico, la mancanza di
sistematicità, elemento questo che ben raffigura il carattere pienamente
rinascimentale della personalità di Leonardo, assetata di curiosità e ancora racchiusa
in una dimensione tutta personale della ricerca. Il materiale di appunti e ricerche
lasciato da Leonardo è imponente ed è stato pressoché ignorato dai contemporanei.
Di importanza fondamentale è il contenuto del Codice Atlantico, che è stato
integralmente pubblicato in otto volumi, dal 1891 al 1904 a cura dell’Accademia dei